Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 359
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 298 -


359

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria

 

Molto Reverendo Padre,1

Eccoci ritornate da Chioggia, dove abbiamo da Monsignor Vescovo2 avuta pienissima autorità di operare quanto potremo nella diocesi sua.

Le gentilezze, che ci ha usate, non saprei descriverle. Solo dirolle che giunse a ringraziarci e ad esprimere che gli facciamo una grande carità, prendendo a cuore la sua greggia. Ho creduto bene mandargli le nostre Regole.

In Chioggia vi sono tre Parrochi,3 uno dei quali Maria Rosa4 temevalo assai; ma che! questo è stato da noi visitato il primo,5 e per ben tre quarti d’ora ho continuato a parlargli della Pia Opera e suoi vantaggi, nel quale tempo il cuor mio parlava con Gesù, perché nulla di chiaro vedeva, quando si espresse così: faremo, faremo del bene.

Allora si è concertato di portarsi il seguente giorno alla santa dottrina, per scegliere un drappello di giovanette, onde cominciare; ma non abbastanza contento di questo, il lunedì le ha nuovamente riunite; ora è diventato maestro.

Egli parlò con vari Sacerdoti ed è proprio molto impegnato. Trovandomi col detto Sig. Parroco, qualche volta ho creduto essere col Sig. Conte D. Marco, mi è anzi succeduto, in congedandomi, riverirlo per lo stesso.


- 299 -


Ella ringrazi per noi il Signore, pregandolo ancora acciò ci accresca nel santo amor suo. Troppo temerei di questo ben andare di cose, se non avessi qualche particolare regalo dal mio Gesù; il che credo necessario, come le legne per conservare il fuoco, così le tribulazioni per purificare l’anima.

L’infinita sapienza ha saputo trovar maniera di presentarmene una di qualche valore.

Ricorderà Ella quell’infelice attaccata dalle convulsioni; si sovvenirà inoltre non esser io stata persuasa che fosse ammessa ai santi voti, pure l’anno scorso vinse l’opinione sua, ed è stata ricevuta in prova.6 Conservavo però il pensiero di esercitare sopra questa povera creatura la carità, mantenendola nell’Istituto perché da molti anni qui era;7 ma nei decreti eterni questo non fu scritto.

La sera 15 corrente,8 portavami dalla vecchia Agostiniana9 per consolarla, essendo malata una sua nipote. In andando vidi sortire dalla stanza sua la convulsionaria in sottoveste e senza abito. Alla stessa dissi, con quiete, non convenire ciò né alla modestia, né alle Regole nostre un tal modo di sortire. Aggiunsi poi che, avendola avvertita più volte, credevomi obbligata d’imprimerle un tanto avviso; perciò si fosse, la mattina seguente, astenuta dalla Santa Comunione.


- 300 -


Molte figlie udirono questo, ed io entrai nella camera della Gritti, quando un poco dopo tali grida si sentirono che restammo spaventate.

Maria Rosa mi pregò lasciarla vedere che cosa fosse. Lo permisi, standomi tranquilla, quando non più si ode una voce, ma due. Può Ella immaginarsi qual timore m’assalì. Entrata in quella stanza, io non vedevo, ma potei scorgere poi che la seconda voce era di una giovanetta spaventata per le grida della prima, e vidi che stava Maria Rosa dietro la fanciulla, e l’altra era sul letticiuolo abbandonata, dimenandosi qual serpe, gridando: mi si apra subito che voglio partire.

Fecimi portare dell’acqua, gliela gettai nel viso come rimedio utilissimo. Difatti cessolle l’orgasmo, ma continuava però a ripetere di voler partire.

Le promisi che alla mattina seguente avrei chiesto a Monsignore10 il permesso e che ciò verrebbe sicuramente fatto; e così fu, perché dietro il consiglio del sunnomato nostro Superiore venne accompagnata da una sua sorella, che trovasi a servizio, e per non aggravarla ho regalato qualche cosa in denaro affine la potesse collocare presso qualche buona donna.

Feci nel tempo stesso avvertire un suo zio Cappuccino,11 acciò prendesse cura di lei; ma egli s’adirò e recossi tosto all’Istituto.

Io pensavo già che la passione lo avrebbe fatto sparlare, per cui mi prostrai avanti al Signore, proponendomi di non rispondergli altro che si rivolga al Superiore. Oh felice protesta!

Questo Padre disse quanto poté contro l’Istituto, aggiungendo


- 301 -


perdere il concetto a Monsignore. Disse che per mezzo della polizia mi farà ricondurre sua nipote.

La mia povera umanità non ne poteva più e, per non mancare a quanto eromi proposta, m’alzai e, ringraziandolo per i datimi avvertimenti, m’allontanai dalla stanza di ricevimento.

Ella non può pensare quanto mi costò questo prudente atto; mentre due lettere mi scrisse, che conservo con dolore, attesoché vergate da uno che porta scolpito il sacerdotale carattere nell’anima sua, e veramente di lui indegne.

Per carità, R.mo Padre, preghi assai, acciò non si abbia da vedere portare il pesante abito di S. Francesco da chi non ha vestito della santa mortificazione il cuore.

L’assicuro che mi contenterei patire ogni tormento, purché operasse il suddetto sacro ministro prudentemente.

Bacio rispettosa la sacra di Lei mano e quella degli altri R.di Sacerdoti di Lei fratelli.12 Mi presenti doverosa colla rispettabile sua famiglia

 

                     Umilissima Devotissima Obbligatissima Figlia

                         Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S.ta Dorotea il dì 7 8bre 1840

 

Al Molto Reverendo Signore Conte D. Luca Passi
Fondatore delle Suore di S.ta Dorotea

Bergamo




1 ASDR, reg. I [pp. 226-228].



2 Antonio Savorin.



3 Cf. lett. n. 358.



4  Sanfermo.



5 Don Vincenzo Camuffo: cf. lett. n. 358.



6 Anche in altra circostanza la valutazione di Madre Rachele, diversa da quella di don Luca, si era dimostrata giusta: cf. lett. nn. 110, 978, ecc.



7 Forse era una delle Figlie dell’Addolorata o una ex religiosa ivi ricoverata.



8  È evidente il lapsus; la lettera è datata 7 ottobre.



9 Nob. Teresa Gritti, figlia di Bernardo e Cecilia Tiepolo: ex monaca professa (suor Deodata) dell’Ordine Agostiniano. Forse apparteneva alle « Agostiniane grigie», delle quali era la chiesa di S. Andrea prima della soppressione. Morì a Venezia il 9-12-1843, all’età di 75 anni: cf. « Registro Morti», III, p. 39, n. 47, APTV.



10  Balbi.



11 P. Damiano de’ Medici: cf. lett. n. 356.



12 Don Marco e don Giuseppe.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL