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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 361
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Padre,1

Ritornata in questo punto da Chioggia (dove abbiamo messa la Pia Opera),2 ho ritrovato la pregiatissima sua, in data 4 corrente,3 e godo sentendo il miglioramento in salute della buona Annetta.4 Sia ringraziato il Signore, e voglia la carità sua infinita rimetterla intieramente.

Sì, tutti i giorni si accrescono per me i motivi di confondermi! La cognizione, che il buon Gesù mi dona, dell’impotenza mia per l’opera sua, e le molte benedizioni, che versa sopra le povere mie fatiche, qualche volta mi fanno gridare: troppo, mio Dio, troppo largite con questa vostra miserabile creatura. Anzi ne sono nuovamente alla prova anche in questa gita di Chioggia, mentre Monsignor Vescovo5 di colà mi diede piena autorità di operare quanto potrò nella diocesi sua, ed ho veduto la benefica volontà di Dio a muovere i cuori dei Sig.ri Parrochi,6 i quali accettarono l’opera con vero zelo.

Ella perciò Lo ringrazi e Lo preghi per me, onde mi conceda la grazia di essergli grata, come di sostenere, non solo contenta, ma anche allegra i regali, che saprà la bontà sua favorirmi.


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Lascio pregandola di tanto riverirmi la mia buona Mamma,7 alla quale scriverò presto.

Per i Dialoghi attendo riscontro; se possiamo averli da Brescia è meglio, senza trascriverli.

La lettera di S. Ignazio è presto copiata.8 Attendo riscontro dal Sig. Co. D. Luca anche pel Dialogo di Genova.

Le bacio la sacra mano, e la prego di tutte benedirci

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva ed indegna figlia

                           Suor M. Rachele Guardini

 

Venezia li 7 Ottobre 1840

 

Al Molto R.do Sig.re – Il R.mo Sig. D. Antonio Farina

Professore di Teologia Pastorale – Vicenza




1 ASDR, reg. I[p. 229].



2 Cf. lett. nn. 358, 359.



3 Prot. 228 di Vicenza. Il Farina dava comunicazione di affari e chiedeva che gli si spedissero con sollecitudine alcuni dialoghetti sulla bugia e sull’amor di Dio.



4 Veronese.



5 Antonio Savorin.



6 Cf. lett. n.358.



7 Madre Redenta Olivieri.



8  Si riferisce alla nota lettera di S. Ignazio del 26-3-1553 Ai Padri e Fratelli del Portogallo intorno alla virtù dell’ubbidienza: cf. Obras completas de San Ignacio de Loyola, Madrid 1963, ed. BAC, pp. 806-816; per la trad. it. cf. Lettera ai Gesuiti del Portogallo, in Gli Scritti di S. Ignazio di Loiola, a cura di M. Gioia, Torino 1977, UTET, pp. 785-794.

S. Ignazio scrisse altre lettere sull’ubbidienza: Alla Comunità di Gandía, 29-7-1547: cf. M. Gioia, vol. cit., pp. 774-780; Agli studenti Gesuiti di Coímbra, 15-1-1548: cf. ibid., pp. 781-785; A tutta la Compagnia: come trattare col superiore, 29-5-1555: cf. ibid., pp. 794-795. La lettera, che ebbe maggiore notorietà e diffusione anche al di fuori della Compagnia, fu quella del 1553. Essa fu poi stampata nel libro delle Regole.

Madre Rachele probabilmente la conobbe proprio attraverso il libro Regole della Compagnia di Gesù. Forse ebbe nelle mani l’edizione del 1834, curata da P.P. Barbieri, S.J., Tipografia Salviucci. Ne assimilò il profondo contenuto e ad essa ispirò la pratica dell’ubbidienza. In modo particolare la inculcò alle sue suore sì da farne un segno distintivo dell’Istituto. Ella ripeteva le parole di S. Ignazio: che gli altri ci superino nei digiuni, nelle vigilie e in tutte le asprezze di vita, ma nessuno nella obbedienza: cf. lettera di S. Ignazio, n. 3, in Regole…, pp. 147-148. Cf. lett. n. 462.






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