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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 378
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Monsignore R.mo e Padre mio Benig.mo,1

Attribuisca pure, caro Padre, all’eccesso di mia miseria la forza con cui l’anima mia sente tanto viva l’impressione di ciò che le accade. Devo però dire, a gloria di Dio ed a conforto di Lei, che tanta cura si prende di me poverella, che effetto di ciò ne è il timore di spiacere al buon Gesù, e quantunque abbia tutti i momenti motivo di ammirare come l’onnipotente Condottiero con infinita sapienza guidi bene questa navicella, pure nel conoscere la debolezza mia sento tante volte timore che qualche burrasca impetuosa l’assalga ed in qualche scoglio la infranga.

Veramente, quando ieri mi è giunta la pregiatissima di Lei lettera, le mignatte dovevano essere applicate, ma quel buon Gesù, ch’Ella ispirò comandarmi a sospenderle per tre ore, quello stesso permise che mi mancasse il numero delle sanguisughe ordinate dal Sig. Medico, per cui la portatrice del di Lei foglio era incombenzata di farne la provvista.

Difatti, tosto che giunse Maria Rosa,2 prontamente voleva attaccarle, ma leggendo io la inviatami dalla sua carità, l’ho pregata ritardare, per adempiere la volontà di Dio nella sua.

In quel punto mi sono raccolta più dell’usato, procurando destare in me quei sentimenti, che un Uomo Dio può svegliare nell’anima cristiana, la quale con fede il mira.


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M’offersi secondo il desiderio suo, contenta di patire qualunque cosa, purché conceduto mi sia di salvargli delle anime col suo santo aiuto; quando la quiete, in cui mi trovavo, è venuta tolta da un vomito improvviso, che per più di quindici volte ha replicato, quantunque nulla avessi preso, ed ho rimandato, ogni volta, molta acqua con sopra una coperta bianca come neve.

In così vuotandomi, il dolore se ne è andato. Si aggiunse altra cosa sorprendente, apparve una causa inaspettata, per cui lo stesso Medico dichiarerà prudente l’aver differito l’applicazione.

Oh quanti motivi di confusione per me! Potessi almeno corrispondere a tanta bontà di Gesù! Giacché non mi è possibile di ciò fare, sieno almeno i desideri miei tali ch’Egli, carità infinita, possa in questi compiacersi.

Riguardo a quello ch’Ella mi dice di S. Ignazio, io ammiro la generosità dello stesso, e quantunque la fede m’assicura che, procurando la salvezza delle anime per amor di Dio, lo stesso Dio, ch’è carità per essenza, non lascerà perduta quella che per amor suo tutto vince, pure non sento d’offrirmi incerta di salvarmi,3 benché il desiderio mio sia d’operare per puro amor di Gesù, che se possibile fosse, demeritando, a Lui piacere, mi contenterei questo fare, per più dare a Lui gusto.

Io sono ancor a letto, ed il Sig. Dottore, che in questo punto mi ha visitata, non vuole che mi alzi, anzi attendo dalla bontà di Lei che far debba.

Le bacio rispettosamente la sacra mano, e la prego di tutte benedirci.


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Mi lusingo ch’Ella stia bene, e ne ringrazio il buon Gesù, che pregolo donare a Lei tutto ciò che le abbisogna perché possa divenire un gran santo

 

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva ed indegna figlia

                       Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 4 Novembre 1840

 

A Monsignore Reverendissimo

Il Reverendissimo Monsignor Conte Roberto Balbi
Cavaliere della Corona Ferrea

S.P. Mani





1 ASDR, reg. I [pp. 242-243].



2 Sanfermo.



3 Cf. lett. n. 68.






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