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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 380
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Padre,1

Dopo essersi la Sig.ria V.ra R.da allontanata dall’Istituto, mi sono ricordata che, colla sola direzione della lettera, Ella non può conoscere dov’è la casa dei Sig.ri Co. Passi, perciò sono colla presente ad accennargliela.

Giunta, adunque, che sarà sullo stradale che conduce a Bergamo, poche miglia dopo Palazzolo troverà a destra un termine che indica: strada per Calcinate; si volga alla sinistra di questo e vedrà in fondo al viale un palazzo.2 Quello è il


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soggiorno beato dei Sig.ri Conti Passi, ove trovasi il paradiso delle anime viatrici, l’Amor nostro sacramentato; ed anche in quella santa casa vi è altro tesoro (dono del Santo Padre) dei corpi delle invitte Martiri Irene ed Anatolia puelle.3

In visitandole, dica loro una paroletta per me, ma tale sia che mi ottengano dal buon Gesù quello che m’abbisogna, onde giunger possa felicemente al porto beato.

Non mi dimentichi per carità, R.mo Padre, nel Santo Sacrificio, e se a Dio piace ispirarla, riceverò come grazia l’essere giornalmente da Lei benedetta.

La prego di tanti doveri alla suddetta rispettabile famiglia, e di raccomandarmi alle orazioni di tutti.

Le bacio con rispetto la sacra mano ed ho l’onore di dirmi

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Dal letto l’8 Novembre 1840

 

Al Molto R.do Padre

Il R.do Padre Benedetto
venuto da Macerata e diretto per Bergamo
Venezia – Giudecca




1 ASDR, reg. I [p. 244]. Il p. Benedetto da Cavazzo (al secolo Leonardo Rossi), nato il 30-1-1782 a Interneppo di Carnia, vestì l’abito cappuccino nel convento di Bassano del Grappa (10-11-1803). Durante la soppressione napoleonica fu parroco di Marano del Friuli. Appena ripristinato l’Ordine dei Cappuccini, chiese di essere esonerato dall’incarico per rientrare nell’Ordine. « Si applicò con zelo all’assistenza delle anime sì colla predicazione che coll’amministrazione dei Sacramenti. Fu per alcuni anni cappellano delle carceri criminali di questa città [Venezia]. Morì in Udine il giorno 2 febbraio [1854] dopo aver sofferto per molti mesi con edificante rassegnazione»: « Necrologio», ms., ACPCM.



2 « La villa, che dagli antichi nobili proprietari ai cui discendenti passò di secolo in secolo, ereditò anche il nome – (viene chiamata appunto villa Passa) – sorge a sinistra, in fondo ad un viale che conduce all’ampia signorile cancellata […]. Essa si estende, con disegno sobrio e conciso, in una lunga facciata su cui si aprono a intervalli regolari numerose finestre […]. Entro la villa, ricchezza di quadri, damaschi, arredi preziosi […]: fuori il ritmo silenzioso e calmo della vita che nasce dalla fatica umana intrecciata con quella della natura»: P. Ferrari, Note biografiche di Madre Felice Passi, cit., pp. 5-7.

Il fabbricato della villa Passa è lungo più di 60 m., a 3 piani con 15 finestre per piano nella facciata prospiciente il parco.



3 Cf. lett. n. 30, nota 2.

 






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