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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1 Egli è vero che ho avuto una lettera da Bassano, sottoscritta dal R.do D. Agostinelli, ciò è stato il giorno 7 corrente;2 anzi l’aprì Monsignore,3 il quale volle ch’io tosto rispondessi, attesoché nella stessa mi dice l’impossibilità di poter, per ora, stabilire colà la Casa figliale delle Suore. Perciò gli scrissi4 che il differire non servirà ad altro che a perfezionare gl’individui, che la dovranno comporre; ed aggiungevo pure una giustificazione per la Sig.ria V.ra R.da, ed altra del motivo per cui devono dipendere piuttosto da costì che da qui. Ella, che conosce quanto l’anima mia desidera di veder glorificato coll’opera il buon Gesù senza cercare se sia da questa o quello eseguito il bene, può accertarsi che non mi piacciono tali giri di cose; tuttavia ho risposto anche a queste, dicendogli chiaramente che godo che Monsignor Vescovo di costì abbia desiderato sia sua quella Casa,5 e trovo ciò giusto per tutti i rapporti; d’altronde l’ho assicurato avermi la Sig.ria V.ra data l’incombenza d’accertarlo che al momento verrà eretta colà la Casa, Ella la vedrà con affetto e per sua. Riguardo poi alla Taverna, mi si diceva che si trasferiva costì, ed io ho risposto esser vero che l’ottima Direttrice6 l’aveva interrogata per vedere se costà verrebbe, per cui docile la giovane rispose: «Quando ciò sia volontà di Dio, l’adorerò» e nulla più disse. Ho pur fatto conoscere che, in seguito, ebbi da Lei una lettera nella quale dice: «Se la Taverna è in libertà, non succedendo per ora la fondazione di Bassano, mandatela a me, che l’occuperò qui, ovvero a Schio».7 Io nulla ho risposto a questo, avendomi così comandato Monsignore che, al pari di me, è disposto ad allontanare la Taverna, quando fosse giovevole a cotesta Casa, ma ben inteso che mai la lasceremmo, quantunque non abbia provvedimento, e benché non avesse a mai succedere la fondazione di Bassano, per la quale venne ricevuta. Questa mia le sarà caparra che nulla ometto di quella schiettezza ch’Ella desidera. Disponga come Lei crede meglio, accertandola che Monsignore godrà con me ogni qual volta ci verrà dato di poter in qualche maniera dimostrare l’anello, che tiene legata la sua alla nostra Casa. La prego presentarmi doverosa alla mia buona Madre, mi saluti le mie Sorelle, e piena di rispetto le bacio la sacra mano, ed ho l’onore di segnarmi Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva ed indegna figlia Suor Maria Rachele Guardini Venezia il 15 Novembre 1840
Al Molto R.do Sig.re – Il R.do Sig. D. Antonio Farina Professore di Teologia Pastorale – Vicenza
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1 ASDR, reg. I [p. 247]. Madre Rachele risponde alla lettera inviatale dal Farina il 13 novembre, prot. n. 278. 2 Il Farina, il 13 scrivendo a Madre Rachele, dovette fare accenno a quella lettera. Forse ne aveva avuto notizia da don Luigi Ferrari di Bassano, che gli aveva scritto il giorno 9 circa le proposte dell’Agostinelli per la fondazione. 3 Balbi. 4 Cf. lett. n. 382. 5 Cf. lett. n. 351. 6 Madre Olivieri. 7 Cf. lett. nn. 394, 403. |
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