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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 400
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Illustre Cavaliere,1

Piacque all’infinita bontà di Gesù disporre che eletta fossi madre di queste creature qui riunite, per santificare se stesse prendendo per mezzo la cura d’istruire le indigenti nei loro doveri, onde giovare così anche alla società.

Mi permetta, adunque, l’Eccellenza Vostra che, stante al titolo mio cotanto tenero e che merita ogni sacrificio, uno ne faccia in questo punto, dichiarandole umilmente un pensiero, che ho coltivato fino dallo scorso anno senza ardire di mai palesarlo.

Ora, la perdita fatta del benefattor nostro Sig. Co. Francesco Revedin2 mi spinge ad incomodare l’Eccellenza V.ra ed a supplicarla di voler annoverare questo povero Istituto nel


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numero di quelli che hanno la fortuna di ricevere dal generoso suo cuore una parte delle abbondanti ricchezze, che avanza al decoroso di Lei mantenimento.

Io spero d’essere dalla carità sua esaudita, per cui mi faccio dovere assicurarla che le pregheremo da Dio le più larghe benedizioni, così avrà la consolazione d’aver cooperato al buon andamento d’un nascente Istituto, che sta tanto a cuore anche a Sua Maestà l’Imperatrice Regina, la quale, non è ancor un mese, ci lasciò sentire desiderar Ella [che] metta forti radici e produca numerosi e salutari frutti.3

Perdoni della libertà mia, mentre piena di rispetto ho l’onore di segnarmi

        Umil.ma Obbl.ma serva

                                     Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 30 Novembre 1840

 

All’Illustre Cavaliere

Signor Spiridione Papadopoli

S.P. Mani





1 ASDR, reg. I [p. 258]. Spiridione Papadopoli nacque a Venezia il 27-10-1799 da Angelo e dalla nob. Maria Mico. La famiglia Papadopoli fu tra le più notabili di Corfù per riputazione e ricchezza. Spiridione sposò la contessa Teresa Mosconi, dalla quale non ebbe figli. Ereditò dal padre commerciante molte ricchezze, che profuse a favore di artisti, di iniziative di utilità comune e a soccorso dei poveri. Fu consigliere dell’I. R. Accademia di Belle Arti e membro della Commissione di Pubblica Beneficenza. Di indole mite e gioviale, fu circondato da amici, che accoglieva nelle eleganti stanze del suo palazzo e nel magnifico giardino. Morì il 17-4-1859: cf. Menzioni onorifiche dei defonti... nell’anno 1859, per cura di G.B. Contarini, Venezia 1859, Tipografia Perini, pp. 18-19; G. Moroni, Dizionario, cit., vol. 91, pp. 40-41.

Don Luca suggerì (6-10-1838) come benefattore della casa di Venezia il Papadopoli, che aveva assicurato il suo aiuto non appena fosse stata fondata: cf. doc. n. 11.



2 Cf. lett. n. 390.



3 Cf. doc. n.59.






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