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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 408
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Sig.re,1

Sento consolazione, intendendo dalla pregiatissima di Lei, portante la data 27 novembre, che tutti della stimatissima sua famiglia si trovino bene, e ne ringrazio il Signore, che prego conservarli a vantaggio anche di tanti poveri, dalla carità loro soccorsi.

Riguardo alla buona Cristina2 le dirò che sono pienamente contenta degli attestati, ma evvi un grande incaglio, ed è quello di trovarsi affatto povera. Se l’Istituto nostro avesse fondi, mi sarebbe consolazione d’accettarla senza niente, ma trovandosi privo di questi, posso offrirle tutte le indulgenze possibili, cioè al suo entrare abbia ella il letto ed il necessario corredo per la stanza e pel personale. I primi 6 mesi, userà di quei vestiti che ha; se di ciò dovesse provvedersi, farà bene portare i denari, potendo qui avere più agio di prezzi. Indi sia provveduta di 75 centesimi al giorno, fintantoché è divenuta capace d’ottenere dall’Eccelso Governo l’approvazione di Maestra. Avendo talento, come sembra dagli attestati, si può sperare che nel corso di un anno possa ciò ottenere.

La vestizione poi la farà, compiuti i 6 mesi, quando corrisponda bene alla sua vocazione; al qual tempo dovrà essere provveduta della necessaria mobiglia e degli abiti neri; insomma di tutto quello che abbisogna per una Religiosa.


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Per quanto ho esperimentato, la somma dovuta pel tempo della vestizione si riduce a 150 fiorini abusivi. Questo è quello ch’io posso fare. M’assicuro che Dio non le mancherà, e s’Egli la chiamò e le conserva il desiderio, la provvederà.

Ciò che le raccomando, si è questo di farmi tenere la risposta, cioè venga presto, o si ponga in libertà, avendo delle altre aspiranti.

La Pia Opera qui, per misericordia del Signore, si va estendendo. Sono stata anche in Chioggia, dove quell’ottimo Vescovo3 mi ha dato un’ampia libertà di lavorare nella sua vigna e, per misericordia di Dio, ho trovato il terreno apparecchiato ed innaffiato dalle sante missioni.

Ritornata all’Istituto, il Signore volle mostrarmi l’aggradimento suo, e mi pose a letto con infiammazione; ed altre prove poi mi diede.

Quindici giorni sono, ho avuto nell’Istituto due Monsignori di Roma,4 uno dei quali mi narrò che pel Santo Natale vi saranno anche in Roma le nostre Sorelle.5

Sua Maestà l’Imperatrice Regina mi ha fatto tenere, la scorsa settimana, dal suo Gran Maggiordomo Dietrichstein una lettera, dove dice che fa voti, perché questa religiosa pianta metta sempre più forti radici e mandi numerosi e salutari frutti.6

Questo sia detto a gloria di Dio, e prego la carità di Lei raccomandargli la coltivatrice tanto miserabile.


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Favorisca presentarmi doverosa a tutti della sua carissima famiglia, e mi creda piena di rispetto per Lei.

Le bacio la sacra mano ed ho l’onore di dirmi

 

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 7 Dicembre 1840

 

Al Molto R.do Sig.re

Il Sig. D. Gioan Battista Mora

Riva di Trento





1 ASDR, reg. I [pp. 263-264].



2 Toniolli: cf. lett. n. 472.



3 Mons. Antonio Savorin: cf. lett. n. 314, nota 2.



4 Giovanni M. Teloni e Paolo Baròla.



5 Cf. lett. nn. 319, nota 4; 368.



6 Cf. doc. n.59.






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