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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 419
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Sig.re,1

Più volte ho desiderato scriverle, ma sempre ho protratto nella speranza ch’Ella mi dovesse annunciare d’aver fatto qualche nuovo acquisto. Difatti sento dalla pregiatissima di Lei in data 16 dicembre che ha accettato le tre giovani Baroldi Angela,2 Pedrotti Maria, Ballardini Margherita.3


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Devo confessarle che sento indistintamente per tutte le creature un amore così grande che, assistita dalla grazia del mio Gesù, darei volentieri la mia vita, per vederle ad amarlo; ma gioia maggiore del solito prova il cuor mio, intendendo essersi dedicata al servizio di Dio una mia parente.

Ella colla carità sua le fortifichi e raccomandi loro di essere molto generose col Signore, ed esperimenteranno ch’Egli non si lascia vincere da nessuno in liberalità.

Riguardo alla Sig.ra Teresina Gar seppi da suo fratello4 che, per essere suo padre ammalato, è obbligata [a] prolungare la sua venuta.

Delle Oliva seppi da un Sacerdote, chiamato Dalla Piazza5 di Ossana, che desse tra non molto intraprenderanno il viaggio di Venezia.

Riguardo alla stagione, quando il tempo siasi accomodato, credo migliore quella in cui siamo per avvezzarsi senza incomodi a quest’aria per loro del tutto nuova. Sarebbemi anche ciò caro, per vedere (se hanno talento) di sollecitarle nello studio, acciò potessero sostenere più presto che sia possibile gli esami, per poi lavorare liberamente nella vigna del Signore, che tanti bisogni tiene.

Anche agli 11 del corrente, mi ha favorita l’Eminentissimo Cardinal Patriarca6 altra lettera, dove mostra la consolazione che l’anima sua prova pel bene che vede fatto per mezzo di questo povero Istituto.


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Mi procuro il piacere di farle tenere il libretto delle Regole,7 ma non troverà in questo quanto sia stabilito fintantoché vengano approvate maestre, potendo per questo disporre la Superiora.

Sono persuasa ch’Ella avrà saggiamente concertato, per cui io rispetterò la di Lei incontrata parola. Quello, per altro, pagano è una lira austriaca finché divengono maestre patentate; ma al loro entrare devono essere provvedute del corredo necessario per la stanza; pel personale, i primi 6 mesi, potranno indossare gli abiti che hanno. Indi corrispondendo, come spero, alla vocazione loro, dovranno provvedersi del necessario per vestire l’abito delle Suore.

Qualunque sia la dote, dovrà prima dell’entrare nell’Istituto essere stabilita. Desse conservano anche il diritto ad ogni eredità, quando diversamente non abbia Lei promesso.

Lascio per non abusare della sua bontà, pregandole dal Bambino Gesù tutto ciò che può avere bisogno per divenire un gran santo, di modo che, col passare gli anni, scorra nell’anima sua abbondante la deliziosa rugiada del santo amore, che le doni fortezza, onde operare grandi cose per l’amante nostro Gesù.

Rispettosa le bacio la sacra mano e la prego di ricordarmi nel Santo Sacrificio e di benedirmi

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 21 Dicembre 1840

 

Al Molto R.do Sig.re – Il R.do Sig. D. Antonio Ferrari

Cappellano in Duomo di Trento




1 ASDR, reg. I [p. 272].



2 Felicita Angela, figlia di Giovanni e Maria Calvetti, nata a Fiavé del Tirolo (Trento) il 6-3-1814 (APF). Entrata nell’Istituto il 30-3-1841, fece la vestizione nell’agosto 1842 e prese il nome di M. Vincenza. «Per 14 anni fu direttrice nel nostro Istituto di Padova, alquanti in quello del Soccorso ai Carmini qui in Venezia, a Maserada ed a S. Felice. Essendo ciò seguito nei primordi della fondazione di tali case, le convenne non poco soffrire i rigori della povertà. In ogni evento si segnalò e distinse per la carità, virtù sua caratteristica, pel distacco da tutto, per l’umiltà ed eroica obbedienza»: «Memorie sull’Istituto di S. Dorotea in Venezia», cit., p. 37. Morì il 31-1-1870: cf. «Registro degli Atti di Morte dell’anno 1870-71», p. 2, n. 9, APTV.



3 Figlia di Giovanni e Antonia Bertelli, parente di Madre Rachele. Nacque a Ragoli (Trento) il 9-11-1813: cf. «Libro dei nati e battezzati nella Curazia di Ragoli dal 1752 al 1816», vol. III, p. 269, APRa. Entrò nell’Istituto il 30-3-1841 e fece la vestizione il 30-8-1842, prendendo il nome di M. Costanza. Morì a Venezia in casa madre il 27-11-1889. «Anima in sommo grado virtuosa […] sotto una scorza piuttosto ruvida rifulgevano in Suor Costanza mortificazione, umiltà, carità, spirito d’orazione […]. Dimentica di sé, pur di aiutare gli altri […] all’epoca della Rivoluzione del 1848-49, e quando, pel bombardamento della città di Venezia, la Comunità fu obbligata di lasciare la casa di S. Andrea per andare alla Salute nella casa dei Catecumeni, ove fu accolta dalle MM. Canossiane, non peritò di rimanersene sola di notte a custodire la casa, ed ogni giorno andarsene ai Catecumeni colle provviste necessarie al mantenimento delle Suore ed Educande. Coraggiosa per natura, aggiungeva al suo operare lo spirito di mortificazione […]. Usava di martoriare il suo corpo con ispeciali penitenze […]. Sempre la prima ad alzarsi di letto, l’ultima a coricarsi. Rispettosa coi Superiori, caritatevole colle sorelle, amante dei poveri»: «Memorie della vita delle Suore di Santa Dorotea morte nella Congregazione», cit., pp. 98-100.



4 Tommaso.



5 Don Agostino.



6 Monico.



7 Stampato nell’agosto del 1840: cf. doc. n. 56.






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