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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1 In mezzo alla consolazione, che provo d’aver tra noi l’amorosissimo nostro Fondatore,2 non so dimenticarmi di tutta la rispettabile sua famiglia, colla quale tanti doveri tengo, come in particolare ed accresciuti li ho per questa mia cara Comunità, per cui mi faccio dovere assicurarla che giornalmente la presentiamo a Dio Signore acciò largamente la ricompensi. Ma se ciò è di tutti i dì, maggiormente l’ho fatto il giorno dedicato alla nostra S. Protettrice. Quantunque nevicasse, pure abbiamo avuto 8 Messe, tra queste quella dell’ottimo nostro Monsignore Balbi, che ci ha dato anche, la sera, la Santa Benedizione. Desso voleva ch’io eccitassi la Sig.ria V.ra R.da a qui venire, ma il Padre nostro Fondatore non lo volle, promettendoci che nel ritorno da Forlì la ecciterà venire senza fallo. Esso mi commise dirle che non ha ricevuto nessuna lettera dalla Passa, ed ha deciso di partire da qui venerdì prossimo, per la volta di Bologna. Noi ricordiamo come rapido sen corse questo tempo, perché prive restiamo del padre e desideriamo che altrettanto sen voli quello che deve scorrere ond’essere novellamente animate dalla carità di Lei. Oh tempo! Verrà pure il momento che le anime nostre, sciolte dai lacci del corruttibile corpo, nulla più abbisogneranno di conforti, ma giunte al possesso di Dio, beate della sua beatitudine, ameremo come conviene. Ah! per carità, caro Padre, non cessi di chiamarmi dal buon Gesù tutto quello ch’abbisogno, onde vincere possa nel gran combattimento della vita, per arrivare poi ad unirmi al mio Gesù e cantare in eterno le sue misericordie. Piena di rispetto le bacio la sacra mano, pregandola di presentarmi doverosa a tutti della rispettabile sua famiglia, nonché ai R.di Sacerdoti di Calcinate,3 in particolare col Sig. Parroco,4 lo preghi di non dimenticare questa poverella a Dio Signore. Non le spiaccia ch’io la incomodi di salutarmi i cari figli e tutte le donne al loro servizio, e quelle ch’Ella crede Umilissima Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia Suor M. Rachele Guardini Dall’Istituto di S. Dorotea Venezia li 10 Febbraio 1841
Al Molto Reverendo Signore Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo
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1 ASDR, reg. II, pp. 16-17. 2 Don Luca, nel recarsi a Venezia, era passato per Vicenza. Il Farina infatti, il 9 febbraio, prot. n. 42, lo ringraziò della visita. Nella risposta, don Luca annunziò per i prossimi giorni l’invio della Taverna: cf. prot. di Vicenza, 11 febbraio, n. 51. Lo stesso 11 febbraio, il protocollo di Vicenza registra altre due lettere; una di don Luca, al n. 52: « Accompagna le due Taverna a questo Istituto con vetturale ed uomo di servizio alle condizioni espresse »; ed un’altra della « Casa di Venezia », al n. 53: « Accompagna con lettera le due Taverna le quali entrano come Figlie di questo Istituto ». Il Farina, il 13 febbraio, prot. n. 54, « Riscontra la Casa di Venezia del ricevimento delle due Taverna come figlie di questo Instituto ». 3 Cf. lett. n. 80, nota 9. 4 Don Giovanni Battista Fenaroli. |
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