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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1 La vita dell’uomo è mista di contenti e di pene. Ella mi ha donato la consolazione d’intendere belle cose riguardo il progresso dell’Istituto, ed io sono obbligata d’annunciarle una cosa dispiacente. Come le ho detto nell’altra mia,2 il giorno 23 giunse l’Oliva, alla vista della quale tanto ha sentito l’umanità mia, come le ho scritto. Sappia ora che il giorno 26 la suddetta ha tenuto un discorso colle Sorelle, il quale mostrava la dispiacenza d’essere venuta. Io l’ho chiamata e dolcemente le ho fatto conoscere com’era improprio un simil discorso, ed i danni che da quello potevano sortire. La pregai, se aveva qualche cosa che contraria le fosse, di parteciparla a me, assicurandola che io non l’avrei mai obbligata, né eccitata a fare ciò che s’opponesse al suo volere. Dopo poco ha pranzato, indi è andata nell’orto per ricrearsi colle altre; ed ha colà mostrato desiderio d’allontanarsi per istudiare. Glielo permisi, credendo verità l’esposto; ma che! scorsi pochi minuti, mi vien detto che aveva ella colto quel momento per ischiodare una porta secreta, dalla quale era sortita. Ella può pensarsi qual dispiacenza ci recò. Dopo qualche ora ho scritto alla polizia, onde annunciarla, quando un buon bettoliere, che non istà lungi dall’Istituto, venne ad avvertirmi che la giovine forestiera allontanata era nel suo magazzino con degli uomini a bere del vino. La carità volle che la si raccogliesse, ed ora trovasi in una stanza separata dall’Istituto, per attendere quello che suo fratello deciderà, cioè se lasciarla da sé partire, oppure se verranno a prenderla.3 S’io potessi senza mancare di sincerità tacerle l’avvenuto, lo farei volentieri; ma giacché devo parteciparglielo, approfitterò di questo per pregarla di raccomandare molto a Dio la povera scrivente, acciò si renda colla purità dell’intenzione e colla cecità dell’ubbidienza capace di quei lumi che necessari le sono per fedelmente adempiere i suoi doveri. Ho mandato da Monsignore,4 onde avere la risposta, ma non si trovava in casa; domattina la saprò. Intanto Le dirò che sono stata dal Signor Co. Andrea Giovanelli,5 ma era impedito, e mi ha fatto dare la giornata del prossimo lunedì. Ho visitato anche suo fratello Co. Pietro,6 il quale mi ha usato molte gentilezze, aggiungendomi che verrà a visitare l’Istituto. A proposito, il Duca di Borgogna ha intrapreso un viaggio in mare, indi passerà a Gorizia. La Signora Tonina Venoni7 viene spesso ed ha ottenuto da Monsignore di porsi sotto ubbidienza, come appartenente all’Istituto. Io vo inculcandole la tranquillità dello spirito, e pare che il Signore gliela donerà. Ella ci ottenga, per mezzo di S. Dorotea, la salute a sua sorella, ed allora la farò meco venire, se vienmi permesso di portarmi a Bologna. Desidero che il Signore le conceda una buona notte; domani Le comunicherò quello mi verrà comandato dall’ottimo Monsignore.
Oggi, giorno 2 marzo, ho ricevuto la risposta da comunicarle. Egli dissemi di assicurarla ch’io verrò a Bologna pel tempo ch’Ella m’indicherà. La Signora Venoni è disposta di fare in Como il bene, contribuendo alla fondazione, ma evvi un ostacolo. Ella vorrebbe che il suo Confessore (il Signor Canonico Anastasi8 di Lugano) fosse persuaso. La maniera sicura di ottenere questo è di vedere che il Sig. Professore Torricelli9 gliene facesse parola. Sento che lo stesso Torricelli è una cosa sola colla Sig.ra Laura.10 Preghi Ella, acciò guarisca sua sorella, così venendo la Signora Tonina ai Santi Esercizi gioveranno questi per fortificarla. Rispettosa le bacio la sacra mano, e la prego di benedirmi Umilissima Dev.ma Obbl.ma Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia li 2 Marzo 1841
Al Molto R.do Signore – Il Sig. Co. D. Luca Passi Missionario Apostolico – Forlì
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1 ASDR, reg. II, pp. 26-27. 2 Cf. lett. n. 464. 3 Cf. lett. n. 466. 4 Balbi. 5 Figlio di Giuseppe e Paolina Contarini, sposò la contessa Maria Danese Burri. Fu segretario onorario dell’I.R. Governo in Venezia, membro del consiglio comunale. Si distinse per le sue virtù e per l’aiuto ai bisognosi. Si spense il 9-1-1860 nella sua villa di Sanfermo presso Lonigo (Vicenza): cf. Menzioni onorifiche dei defonti… nell’anno 1860, per cura di G.B. Contarini, Venezia 1860, Tipografia Perini, pp. 9-10; S. Barizza, Il Comune di Venezia 1806-1946, cit., pp. 45, 90-91. 6 Nato il 10-7-1784, fu commendatore del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, ciambellano di S.M.I.R.A., deputato alla Camera di Pubblica Beneficenza, membro del consiglio comunale di Venezia. Morì a Lonigo il 13-11-1850: cf. Menzioni onorifiche dei defunti... nell’anno 1850, per cura di G.B. Contarini, cit., p. 37. 7 Impegnata nella Pia Opera a Como. 8 Francesco: nato a Lugano (9-10-1792) da Giuseppe e Teresa Torricelli, fu ordinato sacerdote il 23-9-1815. L’anno seguente divenne coadiutore del canonico Giuseppe Lepori nella basilica collegiata di S. Lorenzo in Lugano. Alla morte di lui, prese possesso del beneficio canonicale (12-6-1817). Morì l’8-12-1863: cf. AVL. 9 Giambattista, nato a Lugano il 12-5-1779 da Cristoforo e Marianna Picoli. Ordinato sacerdote il 3-4-1802, nel 1804 fu nominato coadiutore del can. teologo Pietro Morosini della collegiata di S. Lorenzo in Lugano. Dopo la morte di lui fu immesso nel possesso del beneficio canonicale: cf. AVL. Collaborò a « Il Cattolico » e ad altre pubblicazioni. Fu autore di diverse opere, tra le altre: Esposizione di alcune cattoliche verità, 1831; Orazioni sacre e dissertazioni storico-polemiche, 10 voll., 1837-1839. Morì a Lugano il 7-3-1848. Cf. Giovan-Battista Torricelli, in AA.VV., Dictionnaire historique et biographique de la Suisse, vol. VI, Neuchâtel 1932, p. 642. 10 Rivolta, nata a Como da Gaetano e Teresa Darini. Ebbe per direttore spirituale il Torricelli. Nel 1827 don Luca e don Marco, istituendo a Como la Pia Opera, l’affidarono al suo zelo. Ella ne curò la diffusione in tutte le parrocchie. Don Luca l’addita come esempio alla Marini (cf. P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. nn. 44, p. 68; 64, p. 86; 120, p. 131, ecc.), per sollecitarla alla fondazione delle suore in Brescia. La Rivolta con alcune maestre aprì una scuola privata per l’istruzione femminile. Per consolidare questa istituzione e la Pia Opera, maturò, per consiglio dei Passi, il proposito di divenire suora dorotea. Però il vescovo di Como, mons. Romanò, la indirizzò all’Istituto delle Canossiane. Ella, con tre compagne maestre, entrò nella casa S. Michele in Milano. Il 20‑11‑1851 ritornò a Como e fece la vestizione. Continuò a seguire la Pia Opera. Morì a Como il 24-7-1872 all’età di 77 anni: cf. G. Fabani, in Il Messaggere del Sacro Cuore di Gesù, XVIII (1873), Bologna, pp. 11-22; «Memorie sulla P. Opera di S. Dorotea e sulla Congregazione della Immacolata Vergine M. in Duomo», 6-7-1873, ms., ADB. |
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