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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1 Il tempo stabilito per la preghiera è trascorso. Io speravo di avere in questo frattempo una qualche sua, che più chiaramente m’informasse della giovane Grandi,2 ma non l’ho avuta. Per non tenere adunque la stessa in uno stato d’incertezza, che potrebbela danneggiare, le dico, coll’assenso dell’ottimo Monsignor nostro Superiore,3 di esaminare bene la Sig.ria Vostra R.da la giovine suddetta e, trovatala fornita delle virtù necessarie pel nostro Istituto, la riceverò, quantunque ella venga ad avere anche solo 2000 lire. Ben inteso che, al suo entrare, sia provveduta di ciò che abbisogna per la stanza, e paghi la lira A.ca al giorno, pel corso dei sei primi mesi; indi fornita sia della mobiglia, quando sarà per vestire l’abito delle Suore. Mi lusingavo che la Cola4 lasciasse vedere un qualche suo scritto, ma non l’ebbi fin ora. Il Sig. Conte D. Luca mi ha lasciato tenere la lettera di Sua Santità, a modo di Breve,5 diretta a loro. Ho assunto la ristampa onde propagarla, nella speranza che accresca la gloria al buon Gesù. Io tengo certo che le dimostrazioni fatte da Sua Santità abbiano ad animare anche quelli che veggono tante difficoltà nella promessa dell’Opera Pia. La vigilia del Corpus Domini, sono stata eccitata da Sua Eminenza6 ad entrare nel suo appartamento, dove eravi pure Monsignore nostro caritatevole Superiore. Potei allora presentargli i suoi rispettosi sentimenti, che tanto li aggradì. Ritornata all’Istituto, gli ho fatto tenere il suo sonetto,7 e dalla lettera, che qui unisco a gloria di Dio, riconoscerà sempre più la bontà del Sacro Pastore e la sua profonda umiltà, virtù ai tempi presenti tanto poco esercitata. Deh! me la preghi per carità! Nell’atto in cui io scrivo, ricevo la pregiatissima di Lei, nella quale eravi quel misto, che non cesserà quaggiù, perché è luogo di esilio. Se dolore ho sentito per la malattia di Donna Annetta,8 mi sono tosto consolata, intendendo trovarsi ella presentemente meglio, e mi ha intenerito l’udire che il misericordioso Gesù abbia voluto concederle grazia in sul finire della novena fatta con fervore dalle innocenti sue figlie. Siane Egli ringraziato infinitamente, ed io pure m’unirò colle mie care figlie acciò, se è secondo la divina volontà, si rimetta bene. Favorisca presentarmi a tutti della rispettabile sua famiglia doverosa. Godo del bene che vien fatto a Calcinate ed anche ad Albino.9 Voglia Iddio benedetto concederci di veder un po’ riformato il costume! Quante volte mi sento mancare pei disordini che veggo. A gloria del buon Gesù devo confessare che disse molto bene Sua Eminenza, quando mi scrisse veder egli nell’Istituto nostro come un argine innalzarsi contro il torrente del mal costume. Oh potessimo con quest’argine accompagnare il torrente tutto! Ma ciò sarà quando piacerà a Dio; per ora utili sono le stesse contraddizioni. Riguardo al suo venire, per non lasciarmi trasportare dalla mia immaginazione, la quale sarebbe facilmente accompagnata dall’amor proprio, ometto di scrivere. Oh! com’è bello il sonetto ch’Ella mi ha favorito del Sig. D. Agostino Pirazzi. Piacerà anche questo a Sua Eminenza. Ella, caro Padre, non veda in me che l’asina di Balaam, della quale Dio si è servito, perché manifestasse il suo volere. Premessi adunque i doveri del mio Mosè, devo significarle con santa semplicità quanto egli mi ha imposto. Giusta trova l’espressione sua di desiderare di rivedere queste sue compatite figlie; ma meraviglia ch’Ella voglia far prima le fermate. Dice che i Padri non sanno trattenersi, quando sospirano la veduta degli amati figli. Volevo giustificare l’intenzion sua, ma non mi è stato conceduto. Io riguardo questo suo muoversi come una nuova grazia, che Dio mi fa, e procurerò d’apparecchiarmi, onde non perdere tempo così prezioso. Questa bella occasione dovrebbe muovere anche il Sig. Co. D. Giuseppe.10 Oh come sarei contenta! Le dico proprio sinceramente ch’io meno sentirò le pene, che sosterranno nel viaggio per amore di Dio. Favorisca presentarmi doverosa con tutti della rispettabile sua famiglia, nonché ai R.di di Calcinate11 ed alle mie care sorelle in G.C. Avendo l’opportunità di vedere il Molto R.do Padre Taeri, nuovamente gli raccomandi pel settembre.12 Faccia grazia chiedergli se ha avuto l’elemosina dalla Sig.ra Fadini di Crema.13 Dico il vero, amerei averla per far ristampare un poco di quei librettini per le Adoratrici,14 avendo intenzionato farlo subito che avrò qualche elemosina, onde attestare al mio Gesù la mia gratitudine pei molti benefizi che ho ricevuto. Anche in Venezia le Dame hanno cominciato il giorno di ritiro, ma viene molte volte interrotto. La mia Mamma, grazie al Signore, sta meglio.15 Mia sorella Irene verrà in settembre a Venezia come Maestra nel collegio del Sig. D. Canal,16 confessore dell’Annetta.17 Perdoni della prolissità mia, ma se non fosse per timore di abusare della carità sua continuerei. Rispettosa, Le bacio la sacra mano e la prego di benedirci Umilissima Dev.ma Obbl.ma Serva e Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea Venezia il dì 24 Giugno 1841
Al Molto Reverendo Signore Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi Bergamo
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1 ASDR, reg. II, pp. 70-71. 2 Carolina, accettata a Brescia dalla Marini (cf. P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 20, p. 48), ai primi di settembre del 1841 (cf. lett. n. 567) passò a Venezia. Madre Rachele la reputò « bambina » (cf. Guerrini, lett. nn. 34, p. 59; 38, p. 61). Nel 1842 la Grandi lasciò l’Istituto. Don Marco il 18-5-1842 scrive alla Marini: « Abbiate cura ancora della povera Carolina Grandi, che dal Porto di salute è ritornata nel gran mare del mondo per motivo che mi riesce affatto ignoto, vorrei almeno ch’Essa non ne avesse colpa; sostenetela ancora colla vostra amicizia e tenetela in piedi nel cammino della virtù »: ibid., lett. n. 45, p. 68. 3 Balbi. 4 Margherita. 5 Cf. lett. nn. 481, nota 4; 521, nota 2. 6 Card. Monico. 7 Cf. lett. n. 521. 8 Passi Lomellini. 9 Era stata aperta ivi una Casa della Carità: cf. P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 30, p. 56. 10 Passi. 11 Cf. lett. n. 80, nota 9. 12 Il corso di esercizi spirituali: cf. lett. nn. 445, 498. 13 Cf. lett. n. 511. 14 Cf. lett. nn. 362, nota 2; 510. 15 Cf. lett. nn. 516, 522. 16 Cf. lett. nn. 494, 514, 522. 17 Marovich. |
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