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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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3. Don Luca accompagna la Guardini a Venezia. Ai primi di agosto, don Luca ritornò a Vicenza per riprendere la Guardini e condurla a Venezia da sola, perché la Veronese non si era ancora ristabilita. La sua decisione non fu del tutto improvvisa e precipitosa. Alla fine di giugno egli aveva scritto al Farina: «quando sarà il momento se ne manderà una, e si dirà il perché».22 Don Luca e la Guardini partirono per Venezia la mattina del 6 agosto.23 Nel breve periodo trascorso a Vicenza, ella si era guadagnata la stima del Farina, della Madre Redenta Olivieri, delle suore, delle ragazze e dei benefattori dell’Istituto, e lasciò in tutti un ottimo ricordo.24 Quanto le sia costato il distacco, emerge da una sua lettera alla Veronese, che doveva recarsi da Vicenza a Schio, per dirigervi una casa filiale: «È senza dubbio dolce il potersi trattener colle persone che si amano, ma più contento si trova in dare prove a Dio evidenti dell’amore che gli si porta. Eccovi, mia cara, un mezzo, onde attestare a Gesù il vostro affetto, ed è collo staccarvi non solo dal paterno e materno seno, ma fino da ciò che formerebbe le vostre delizie, questo fatelo per adempiere la sua santissima volontà. Oh volontà del Signore, quanto sei amabile allo spirito e ripugnante alla misera umanità! Soffra pure questa nell’esilio, che goderà poi nella beata Patria. Questo ve lo dico a mio riguardo, perché credo bene che il Signore concederà alle anime sue più care che non sentono così la miseria».25 Don Luca e la Guardini giunsero alla casa delle Figlie dell’Addolorata in campo S. Andrea alle 2 pomeridiane del 6 agosto.26 Impropriamente è stata fissata al 14 agosto 1838 la fondazione dell’Istituto. In verità, questa data segna solo l’inizio del noviziato, al quale è stata poi legata la fondazione stessa dell’Istituto. L’abbinamento però non costituisce una precisa indicazione storica. I due fatti sono distinti cronologicamente, oltre che giuridicamente. L’inizio del noviziato supponeva già avvenuta la fondazione e questa esigeva l’approvazione ecclesiastica, che fu data oralmente ed appare operante fin dal 6 agosto. Infatti, dopo l’arrivo di don Luca e della Guardini, giunse nella casa delle Figlie dell’Addolorata a S. Andrea il provicario mons. Balbi, nominato dal patriarca direttore del nuovo Istituto. Egli cominciò quel giorno stesso ad esercitare il mandato ricevuto. La sera del 6 agosto la Guardini scrisse al Farina: «Fuvvi, dopo qualche ora, Sua Ecc.za Monsignore Balbi […] fece un commovente discorso a tutte queste figlie, onde animarle a prendere con impegno l’Istituto, e si dichiarò Direttore, e le assicurò che non lascerà né di giorno, né di notte, quando un qualche affare lo voglia, d’apprestarsi; e le esortò a lasciare ogni loro opinione, per porsi sotto alla più misera quale son io […]. Dopo aver dispensato tutte, mi trattenne e mi pregò di assisterlo a fare tutto quel bene che si può, e volle ch’io gli promettessi avvertirlo in tutto ciò crederò opportuno pel buon andamento dell’Istituto. Gli promisi di farlo, ma volli anch’io mi promettesse dispensarmi da tutto quello sia direzione interna».27 Madre Rachele, nominata superiora dal Balbi in quel pomeriggio del 6 agosto, cominciò ad esercitare subito il suo ufficio. Ne troviamo una relazione nella lettera del 12 agosto al Farina: contatti frequenti con il Balbi, visita di un segretario di governo, che assicurò il suo appoggio; visita delle dirigenti della Pia Opera; visita (12 agosto) al patriarca, che la confortò ed incoraggiò. Presenti don Luca e mons. Balbi, il patriarca disse: «Io raccomando al mio Balbi quest’Istituto; egli farà le mie veci, ed ogni qualunque sia la cagione [che] avesse ad avere bisogno di me, sarò sempre pronto».28 La data della fondazione deve, dunque, anticiparsi al 6 agosto, festa della Trasfigurazione.29
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22 Doc. n. 4. 23 Il Farina nella lettera, inviatagli da don Luca il 6 agosto da Venezia, annotò: «La Rachele partì per Venezia il 6 Agosto»: doc. n. 6. 24 Le «Memorie storiche» (1838) dell’Istituto di Vicenza scrivono: «una savissima Giovine di circa 28 anni, piena di molta abilità, pronta per presentarsi a qualunque persona e piena di spirito»: p. 66. 25 Lett. n. 65. 26 La data si desume dalla lettera inviata da don Luca al Farina in quello stesso giorno (cf. doc. n. 6). L’ora è precisata nella lettera che la Guardini scrisse allora al Farina: cf. lett. n. 1. Le «Memorie sull’Istituto di S. Dorotea in Venezia» fissano l’arrivo alle 4 pomeridiane: cf. p. 5. 27 Lett. n. 1. Nel corso della pratica per il riconoscimento della casa di Venezia come centrale, il vicedelegato Pascotini chiese copia delle lettere con le quali il viceré ed il patriarca avevano autorizzato la fondazione (cf. doc. n. 27). Mons. Balbi rispose che gli «assensi» erano stati «verbali» (cf. doc. n. 30). 28 Lett. n. 2. 29 «Il 6 è la Trasfigurazione, titolare di S. Salvador in Venezia, dove si esponevano reliquie del Sangue del Signore [...]. Invece a S. Andrea di Zirada [...] esisteva un grosso monte che richiamava il Tabor. Qui Gesù si era trasfigurato pieno di luce, come colmi di luce abbagliante sono questi giorni di agosto»: A. Niero, Agosto, Santi e tradizioni venete, in «Gente Veneta», VIII, nn. 31/32, 1982, p. 15. |
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