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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Mia cara Mamma,1 Molte volte ho pensato di riscontrare la vostra lettera, ma sempre mi ha trattenuta un qualche motivo appartenente al mio dovere. Voi adunque volete proprio sapere qual è stata la malattia da me sostenuta? Ebbene ve lo parteciperò per obbedienza. La giornata del 9 decorso agosto, sentivami un poco indisposta nello stomaco; ma perché in addietro soffrivo molto in questa parte, non feci osservazione, per cui tutta la giornata l’ho passata in esaurire gli uffici miei. Quando alla sera me ne sono andata in letto, senza nulla prendere, persuasa che il riposo essermi dovesse medicina; ma che! circa la mezzanotte mi son svegliata con un grande affanno e, nell’impotenza di parlare, la natura ha saputo trovar modo di svegliare la mia Assistente,2 alla quale mostravo di aver perduto il braccio sinistro, nonché la gamba con la favella. Univasi a questo una grande mancanza di respiro, per la quale ho creduto di far cenno che chiamassero il chirurgo, e subito giunto, disse ch’era una paralisi. Mi aprì la vena e mi ha fatto, nel corso di quella notte, applicare molte sanguisughe alla gola, per l’infiammazione succedutami. Credevo di morire e volevo pure sollevare le mie figlie dal turbamento in cui le vedevo; facevo loro molti cenni, onde confortarle. Così passarono più di 24 ore, e dopo mi si sciolse la lingua, ed ho potuto dire Gesù e Mamma. In questo stato mi ricordavo la povera Sig.ra Brigida Zanetti. Io ero contentissima di essere dal buon Gesù visitata, e gioivo in pensando che potevo con questo mezzo purificare l’anima mia. Ma nei decreti eterni diversamente era scritto, per cui dopo 22 giorni mi sono alzata dal letto, ed ora sorto di casa; anzi, compiuti i Santi Esercizi che ora abbiamo, partirò per qualche giorno dall’Istituto, per mettere in Padova3 la semenza dello stesso, accompagnando colà due figlie, perché operino alla gloria di Dio. Voi, mia cara mamma, pregatemi dal buon Gesù quello mi abbisogna, onde corrispondere fedelmente alla sua volontà. Presentatemi doverosa a tutte quelle persone che voi credete, ma cominciate dall’Illuminato, alla cognata4 e Marietta. L’Irene sarà qui la prossima settimana. Spero che starete bene tutti, di che ne ringrazio infinitamente Iddio. Rispettosa, vi bacio la mano ed ho il contento di essere la vostra Aff.ma ed Ubb.ma figlia Suor Maria Rachele Dall’Istituto di S. Dorotea Venezia il dì 23 7bre 1841
Alla Stimatissima Signora La Signora Domenica Guardini Riva di Trento
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1 ASDR, reg. II, p. 117. 2 Suor Maria Rosa Sanfermo. 3 Cf. vol. I, pp. 218-220. 4 Margherita Perini. |
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