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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Par proprio che il buon Gesù si compiaccia di volermi esercitare nella pazienza. Sia Egli benedetto e mi conceda la necessaria fortezza, onde abbia sempre da vincere! Ma perché, Padre mio, disporre le cose con tanto precipizio?2 Le avevo pure chiaramente scritto che io non allontanerò le figlie, se assicurata non sono pel mantenimento loro.3 Mi si dice: vi sarà, ma non posso appoggiarmi alla parola; che vegga l’obbligazione necessaria e fondamentata sia sopra qualche stabile o capitale. Credo Dio infinitamente provvido e lo esperimento, ma lo Stesso vuole che usi la prudenza ben dovuta, perché l’opera sua perfezionasi. Siamo mortali, perciò è bene operare cautamente. Io non posso pensare alla Signora Cocchetti
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1 ASDR, reg. II, p. 147. La lettera è incompleta; si arresta quando comincia a trattare della Cocchetti. Il testo ci avrebbe forse fatto conoscere le impressioni che Madre Rachele aveva riportato nel suo primo incontro con lei. Ella, infatti, aveva uno speciale intuito nel conoscere le persone e le sue prime impressioni, per lo più, venivano confermate dai fatti (cf. lett. n. 109, nota 4). Questa lettera manca della data e dell’indirizzo, che Madre Rachele soleva porre alla fine. La copista trascrisse la lettera nell’ultima pagina del reg. II, dopo quella datata 29-11-1841 (lett. n. 616). Il destinatario è certamente don Luca, con il quale viene ripreso il discorso avviato nella lettera n. 575 circa la fondazione di Cemmo. La collocazione a p. 147 del reg. II ci sembra errata. Essa dimostra, ancora una volta, la trascrizione tardiva. Riteniamo che la lettera debba inserirsi a questo posto. La Cocchetti infatti, giunta il 28 ottobre a Venezia (cf. lett. n. 604), il 2 novembre era già ripartita (cf. lett. n. 606). Certamente Madre Rachele ne informò subito don Luca, prima ancora di scriverne al p. Taeri (cf. lett. n. 606). Se ne ha conferma nel fatto che ella, nella lettera del 6-11-1841 a don Luca (cf. n. 608), pur riferendosi alla fondazione di Cemmo, nulla dice della partenza della Cocchetti da Venezia. È evidente, quindi, che già gliene aveva scritto. 2 La Cocchetti era andata a Venezia per prendere le Suore per la casa di Cemmo: cf. lett. nn. 604, nota 2; 606. 3 Cf. lett. n. 575. |
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