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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Due sole righe, onde soddisfare alla dimanda, ch’Ella mi fa riguardo a Padova. Mi estenderei maggiormente, ma le sue lettere di 8bre mi hanno trovata in letto, dal quale scrivo, e mi tiene compagnia Maria Rosa,2 che non sembra più la stessa tant’è decaduta. La Signora Melchiori ha assegnato per le Suore una dotazione bastante pel mantenimento di due. Questa l’ha messa nel suo testamento che ha fatto. Dessa conserva il pensiero di accrescerla, onde formare in Padova una regolare casa figliale. Ciò succederà, quando vedrò assicurato il mantenimento loro.3 Non mi è nuovo quanto Ella mi dice dell’articolo fondi,4 ma ricorderà che, fino dal primo momento ch’io sono entrata per disposizione del Signore in questo Istituto, avvertii la Sig.ria V.ra d’aver fatto un passo imprudente, avendomi qui condotta, comprendendo bene la mia insufficienza. Il buon Gesù poi lo ha modificato coll’onnipotenza sua. Ma se ciò fece Iddio in forza della sua fede, io, che miserabile sono, non posso, né debbo tentarlo, per cui ripeto nuovamente alla Sig.ria V.ra R.da, che quando assicurata non sia del mantenimento per gl’individui che staccherò dall’Istituto, cioè almeno per due, non li lascerò partire.5 Ella mi dice che, non sostentandosi le case figliali, potranno le Suore tornare alla Centrale; ed io dimando, con che verranno nella stessa mantenute? Se questa tenesse fondi, sarei di opinione di abbandonarsi qualche volta alla Provvidenza, ma siccome ho fin qui ricevuto individui, che privi sono della dotazione, affine di poter promuovere le fondazioni, egli è ben giusto che voglia essere garantita, onde non trovarmi, ritornando esse all’Istituto, imbarazzata per mantenerle. Riguardo alla Carolina,6 favorisca dire al Sig. Co. D. Marco che gli risponderò, quando starò bene;7 intanto gli faccia noto che io pazienterò, ma che lascio nell’incertezza la riuscita, non dipendendo solo il mio scontento dalla poca istruzione, ma ben anche da quel tutto che necessita per l’Istituto nostro, cercando anzi la stessa di capacitarsi, per cui spero vicino il momento che potrà, con più frutto, ricevere la Sacramentale Comunione. Rispettosa bacio ad ambidue la sacra mano, e la prego di benedirci Umilis.ma Obbl.ma Dev.ma Serva e Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Venezia il giorno 6 9bre 1841
Al Molto Reverendo Signore Il Reverendo Sig. Co. D. Luca Passi – Bergamo
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1 ASDR, reg. II, p. 138. 2 Sanfermo: cf. lett. n. 609. 3 Cf. lett. n. 606. 4 Cf. Regole dell’Instituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea, 1840, parte I, cap. III, § 1; doc. n. 56. 5 Cf. lett. n. 605. 6 Grandi. 7 Cf. lett. n. 612. |
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