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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • LETTERE 1841. 4 gennaio – 29 novembre. nn. 437–617.
      • 612
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Nell’ultima mia, che ho scritta al Signor Conte D. Luca,2 promisi di scriverle, quando mi troverò meglio.

Avrei potuto ciò fare prima d’ora, sebbene solo ieri sono partita dall’Istituto, e ciò per visitare mia sorella Irene, che trovasi da molti giorni a letto.3

Io me la passo abbastanza, ma sempre combattendo col demonio, il quale ha ricevuto per certo la permissione da Dio di adoperare ogni modo per esercitarmi nella pazienza.

Maria Rosa continua a star male,4 ed è in grande burrasca per la complicazione dei mali. Tendono a toglierle l’infiammazione, ma evvi il gastrico e le periodiche, le quali tanto sonosi impossessate, che il chirurgo teme d’una perniciosa, dicendomi che il forte accesso avuto ieri indicava questa.

Ella mi preghi la fortezza necessaria, perché vincitrice sia. L’anima mia non desidera che Gesù, per cui se l’umanità sente assai, particolarmente per Maria Rosa, pure vo ripetendo: Signore quello che voi volete io voglio; sia fatta la vostra volontà, siate sempre benedetto; ed in così dicendo, spesso mi cadono involontariamente le lagrime.


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Spero molto nella mia cara Mamma. Oggi viene onorata in questa città col titolo della Salute.5 Ella può tutto appresso il suo Figliuolo.

Riguardo alla Carolina6 non vi è speranza per noi, pure va istruendosi, e verrà presto novellamente ammessa alla S.ta Comunione.

Nel tempo ch’io ero in letto, le feci varie ricerche sopra la Religione, ma tenendomi solo alle cose più importanti, ed ella dissemi di non averle mai sentite. Perciò io dico che il suo confessore l’avrà creduta istruita, senza darsi pensiero d’interrogarla.

Io pure delle Figlie della Carità godevo il loro compatimento, e so d’avere più volte importunato la povera Superiora Gioppi,7 acciò mi parlasse di Dio, oppure m’istruisse,8 ed essa si metteva a ridere. Può essere che questo accaduto sia alla Carolina.

Tante altre cose avrei a dirle, anche di consolanti per Padova, ma non posso continuare, dovendo portarmi dove sono dal dovere chiamata.

La prego presentarmi doverosa a tutti della rispettabile sua famiglia, mentre baciandole la sacra mano unitamente


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al Sig. Co. D. Luca, mi creda qual mi do l’onore di segnarmi

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma serva e figlia

                             Suor Maria Rachele Guardini

 

Il giorno 21 9bre 1841

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi
Bergamo





1 ASDR, reg. II, pp. 141-142.



2 Cf. lett. n. 608.



3 Presso l’istituto Canal.



4 Cf. lett. nn. 608, 609, 610.



5 Cf. lett. n. 610, nota 4.



6 Grandi: cf. lett. n. 608.



7 Suor Rosa, nata a Rovereto il 4-2-1805, fu ivi educata dalle Suore dell’Istituto della Beata Vergine Maria, «Dame Inglesi». Il 27-10-1826 entrò tra le Figlie della Carità. Il 12-6-1828 fu trasferita alla nuova casa di Trento come maestra di scuola, e l’8-9-1835 venne eletta superiora. Morì il 23-8-1836: cf. «Registro, ossia Memorie delle cose particolari delle Figlie della Carità della casa di Trento», pp. 18-27, AFCR.



8  L’informazione è importante, perché ci fa conoscere che nel 1835 Madre Rachele è a Trento. Lascia pure intravedere il suo impegno nel coltivare l’istruzione religiosa.






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