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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Carissima nel Signore,1 Ieri sera ho avuto dall’ottimo nostro Superiore2 la gentilissima sua,3 dalla quale ho potuto scorgere trovarsi Ella in buona salute, della qual cosa ho ringraziato il buon Gesù, attesoché molte volte avevo pensato al suo viaggio, e sentivo timore che in quello avesse sofferto. Oh com’è buono Iddio! e quanti mezzi sa Egli adoperare, onde far meritare le anime sue amanti. L’avvenuto non ci deve turbare, ma incoraggire, assicurandoci della massima di S. Vincenzo de’ Paoli «che non vi ha cosa al mondo più contraria pel buon successo dei negozi spirituali, che la precipitazione». Consoliamoci adunque, sperando vantaggioso il tempo che percorre senza il desiato effetto. Mi rallegra molto il desiderio, che mostra, di legarsi come sorella di quest’Istituto. Io sono persuasissima della riuscita, perché una grande prova mi ha data dello spirito suo, nell’occasione favorevole per meritarsi le benedizioni del Signore nel suo viaggio. Riguardo all’obbligazione del Sig. D. Vincenzo Panzerini,4 la ho esposta nel modo, che sembrami più conveniente, ed il Superior nostro l’ha trovata secondo il suo desiderio; perciò non resta che la estenda sopra carta bollata, e sia sottoscritta da testimoni. Tante cose dica per me al Rev.do sunnomato, e molte ne significhi alla Sig.ra Erminia,5 che desidero di conoscere personalmente. Trovo giustissimo che l’obbligazione, che desse faranno, abbia la durata solo del tempo di prova e noviziato, il quale spero sarà breve, atteso le personali doti. Giunte alla professione, contribuiranno come sono persuase la dote stabilita nella Regola nostra, ed allora, dietro quello che crederanno i Superiori migliore, si lascerà una delle Suore oppure due. Succedendo poi, com’Ella dice, che per qualche motivo dovessero l’una o l’altra allontanarsi dall’Istituto (che ciò credo non avvenirà), trovo prudente quanto offrono, cioè di obbligarsi a fare in tal caso un regalo, perché l’opera del Signore abbia buon esito; ma questa loro offerta la riguardo coll’occhio semplice della carità, come quella ch’esercita il R.do Sig. D. Vincenzo Panzerini, perciò io non dirò quanto s’abbiano ad obbligare, ma lascio a loro disporre quello che sembra conveniente; aggiungendo che sarei persuasa della loro parola, se fossimo accertate di aver il tempo di apparecchiare tutte le cose, quando siamo per abbandonare quest’esilio. Se il capitale delle 4000 lire ora è passivo, hanno la compiacenza di vedere una vecchia venerabile per la sua età.6 A loro consolazione le significo che la nascente fondazione di Padova trionfa del nemico, ed ormai si sentono i Sig.ri Parrochi, dov’è abbracciata, ringraziare Iddio.7 Ieri è stato da me il Sig. Parroco di Rubano di Padova,8 il quale dissemi di aver visitato quel Monsignor Vescovo9 e tante cose gli ha significate riguardo il bene, che fanno le mie buone figlie. Detto sia questo a gloria di Dio, pel quale operano, e da Lui sono rette. Scorgo nella sua che brama Ella ch’io le dia un’idea chiara del come devono formare le carte. Per contentarla, io le includo un abbozzo, il quale, scritto di propria mano sopra carta bollata e sottoscritto dai testimoni, pare che dovrà bastare per ogni caso. Le dette carte saranno poi conservate in questo Istituto, finché da questo dipende. Lascio, pregandola di ricordarmi a Dio Signore, acciò mi conceda tutto quello, che abbisogno, per adempiere sempre l’amabilissima sua volontà Umilissima ed Aff.ma sua in G.C. Suor Maria Rachele Guardini Il giorno 27 9bre 1841
Alla Stimatissima Signora – La Sig.ra Annunciata Cocchetti Capo di Ponte – Cemmo
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1 ASDR, reg. II, pp. 144-145. 2 Mons. Balbi. 3 Cf. doc. n. 64. 4 Nato a Lovere il 22-11-1785 da Lodovico e Maddalena Albrici. Ordinato sacerdote (27-5-1809), fu economo spirituale della parrocchia di Cedegolo, fabbriciere della chiesa e per molti anni R. Imperial Subeconomo ai Benefici vacanti. Fu anche ispettore delle Scuole Elementari del distretto di Edolo. Nel 1821 aveva avuto inizio a Cemmo una piccola scuola, che procedeva saltuariamente e a stento. Don Vincenzo la ristrutturò a proprie spese e l’affidò (1831) alla cugina Erminia Panzerini (cf. lett. n. 575, nota 6). Nel 1837, vedendo l’opera ben sistemata, con istrumento cedette lo stabile a Erminia Panzerini e ad Annunciata Cocchetti, con la volontà che l’opera servisse, oltre che a formare maestre, anche all’educazione di fanciulle povere: cf. [T. Pilatti], Madre Annunciata Cocchetti, cit., pp. 116, 121-122. Volendo poi promuovere in Cemmo l’Istituto di S. Dorotea, «il quale tiene per iscopo principale di sostenere la pia Opera, ed attendere all’educazione femminile», si obbligò a pagare all’Istituto 600 lire milanesi annue, vita natural durante, per il mantenimento di due suore, vincolando poi i suoi eredi a fare altrettanto: cf. doc. n. 72. Morì in Cedegolo il 29-9-1854. 5 Panzerini. 6 Cf. doc. n. 64. 7 Cf. lett. n. 600. 8 Don Domenico Maran: cf. lett. n. 600. 9 Modesto Farina. |
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