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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Monsignore Reverendissimo,1 Sensibile io sono alla perdita ch’Ella in terra fece della carissima sua Madre,2 ma ho ammirato anche in questa disposizione del Signore la sua bontà. Egli gliela condusse, affine potesse aver la consolazione di soccorrerla spiritualmente, nonché prestarle quei servigi che addolciscono, in parte, la perdita delle persone care. Io mi sono fatta dovere di suffragarla e non cesso ancora, quantunque sia persuasa che dessa sia giunta al possesso di Dio. Questa mia speranza è fondamentata sopra la buona educazione che diede alla Signoria V.ra Reverendissima, ed anche sopra le preghiere ch’Ella fatte avrà, onde sollevarla dal luogo della purga, se colà, per qualche neo di colpa, fosse per disposizione del Signore entrata. Prima d’ora soddisfatto avrei a questo dovere, ma l’indisposizione mia quasi continua, parlando degli occhi, mi toglie il piacere d’eseguire quello che molte volte brama il cuore; s’unisce anche la moltitudine degli affari restatimi nel riposo, intantoché trovavami obbligata allo scuro in letto. Colgo quest’occasione, per significarle che Monsignor Teloni,3 uno dei promotori della Pia Opera in Roma4 ed in Macerata,5 rinunciò ad ogni speranza del mondo, per entrare nella Compagnia di Gesù, e ciò fu colla giornata due corrente. Godo pur significarle che quattro giovani, il giorno 30, sostennero gli esami, due per la Classe terza Elementare e due seconda; una della seconda appartiene all’Istituto delle Figlie della Misericordia di Chioggia,6 il quale tiene lo scopo d’assistere le indigenti, ed era mancante d’approvata maestra. Piacque al Signore concedermi la consolazione di poter cooperare ad un tal bene, caricandomi dell’individuo, il quale potrà nel prossimo anno tornare, onde capacitarsi nel corso di qualche mese anche per la terza classe. Mi lusingo sempre di vederla colla mia buona Madre,7 ma fin qui senza effetto. Rispettosa, bacio ad ambidue la mano, e pregoli di tanto salutarmi le mie sorelle Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Suor M. Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea Venezia li 10 Luglio 18418 T.p. Venezia 11 Lug. – Vicenza 12 Lug.
A Monsignore Reverendissimo Il Reverendissimo Monsignore Antonio Farina Vicenza
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1 ASDV, I. 158. 2 « Memoria. 5 Maggio 1842. Oggi fu funesta giornata per questo Istituto. Nella scorsa notte mancò ai vivi la Sig.ra Francesca Bellame-Farina, Madre di questo Direttore, ch’era convittrice colla Sig.ra Direttrice da oltre due anni. Il Direttore corrispondeva la dozzina di quarantacinque soldi Veneti al giorno. Questa buona vecchia moriva ieri di notte ad un’ora e mezzo antimeridiana per idrope anasarca dopo forse tre mesi di malattia. Era cieca da 24 anni. Fu vera madre di famiglia, bersagliata da forti disavventure, quale fu la cecità, in età fresca la perdita del marito, la perdita del Cognato fratello al marito, Parroco di Cereda. Tutte disavventure che sostenne con mirabile rassegnazione e fortezza. Morì d’anni 78 (era nata nel 1764). Iddio Signore l’abbia in pace; come questo Istituto le conserva questi cenni con indicibile dolore. – Il Direttore Don Antonio Farina »: ASDV. 3 Giovanni Maria. 4 Cf. lett. nn. 255, nota 4; 283. 5 La Pia Opera fu istituita a Macerata nel 1836 da don Luca, che in quell’anno vi predicò il quaresimale. Per lo zelo e le sollecitudini del vescovo mons. Francesco Ansaldo Teloni, zio di mons. Giovanni M., la Pia Opera si sviluppò nella città: cf. « Relazione » di mons. Antonio Saluti, in Annali della Pia Opera, n. 3, vol. I, cit., pp. 193-198. 6 Fondato dal p. Giuseppe Renier. 7 Redenta Olivieri. 8 Bisogna leggere 1842. |
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