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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Dalla pregiatissima sua, portante la data niente, intendo che la sua salute va migliorando, ed io ne godo assai. Mi è pur caro sentire che a sue spese impara il giudizio, cioè a guardarsi da quello che conosce possa esserle nocivo; anche questi riguardi, che forse potrebbero sembrarle disdicenti (atteso il desiderio che l’anima sua sente di unirsi al buon Gesù Crocefisso, per mezzo del niente), io li credo utili. La necessità, in cui si trova, di guardar se stesso, per non cadere ammalato, più facilmente deve portarla al tutto, conoscendo per evidenza il niente che siamo. I miei occhi, per misericordia di Dio, mi continuano a dolere, così mirabilmente mi servono ad avere un mezzo per offerire qualche cosa all’Amante Infinito. Il nostro patto2 la prego di non mai scordarlo, ma particolarmente in questo tempo che, per obbedire, trovasi nella dolce necessità di riposarsi nel Costato dell’amabilissimo Gesù, oppur sopra il Calvario, dove troverà soavità nel penare. Anche Maria Rosa è sopra la croce.3 Camminando nel corridoio, si piegò sotto un piede, il quale tanto si gonfiò che anche la gamba partecipa di questo favore; già due volte le ho applicato 36 mignatte, ed in questo punto altro numero ne ha comandate il chirurgo; perciò io sono in piedi, perché le mie gambe mi possono portare, però, s’io avessi abbastanza individui, me ne starei riguardata, ma il Signore supplisce a tutto, e dolce mi è il sapere che tutto mi viene da Lui. Con rincrescimento Le significo che dimani sera partirà la Margheritina Lago colla Diligenza Franchetti; dessa prende la strada di Milano. La poverina merita proprio compassione; io credo che il Signore si serve della stessa sua incostanza di pensiero per purificarla, e chi sa cosa vorrà da lei il buon Gesù. Per ben tre volte ho pregato il Signor Cargnello affine faccia fare alla stessa un passaporto, e poi ci pregava differire, ma alla fine si è determinata, perciò la di Lei carità ci raccomandi a Donna Isabella,4 la quale tiene in luogo di sua madre. Oh bontà di Dio, oh infinita carità, che meco tanta fortezza mi donaste! Io conosco sempre più chiaro i benefici non comuni ch’Egli ha meco usati, benché immeritevolissima. Ella, caro Padre, mi ottenga, per carità, la grazia di non più abusare dei favori celesti, ma sia la mia volontà sempre intenta di uniformarsi a quella dell’amorosissimo Gesù Crocefisso. Favorisca presentarmi doverosa alla pregiatissima sua Famiglia. Piena di estimazione per Lei, rispettosa le bacio la sacra mano, tenendo per onore il segnarmi Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia il dì 9 9bre 1842
Al Molto Reverendo Signore Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo
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1 ASDR, reg. III, p. 4. 2 Di rendere comune il bene spirituale: cf. lett. n. 465. 3 Cf. lett. n. 637. 4 Passi Padulli: cf. lett. n. 639. |
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