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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • DOCUMENTI 1841-1842. nn. 60–88.
      • 60. Lettera di don Luca Passi al card. Carlo Oppizzoni.
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60. Lettera di don Luca Passi al card. Carlo Oppizzoni.1

 

Em.za Rev.ma

Nel trasmettere a V. Em.za la copia del Progetto etc. rinnovo i miei più vivi ringraziamenti per essersi degnata di approvare un’opera che mi stava tanto a cuore. Io ne sento la più viva gratitudine e mi sarebbe impossibile esprimerla con parole.

Pregherò il Signore che la rimuneri per quello che io non posso nemmeno esprimere. Raccomandomi alle orazioni di V. Em.za col più profondo rispetto mi protesto

         di V. Em.za Rev.ma

Um.mo Dev.mo Obb.mo Servo

                                                   Se Luca Passi

 

Bologna li 21 Feb. 1841

 

 



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«Progetto per l’introduzione dell’Istituto delle Suore di Santa
Dorotea approvato dalla S.a Sede con decreto del 1° Marzo 1839»

 

L’Istituto ha per Superiore il Vescovo.

Le Suore fanno voti temporanei.

Le Suore vanno vestite di nero, ma senza distinzione particolare.

Le Suore hanno per istituto di prestarsi per le Opere di misericordia sì spirituali che corporali secondo che le circostanze lo richiedono.

Si vorrebbe tale Istituto introdurre fra le Maestre del Locale di S. Pellegrino alla Porta S. Isaia.1

Per formare lo Spirito delle Suore, si proporrebbe di mandarne due in Noviziato nell’Istituto di Venezia.

Il mezzo di sussistenza delle Suore sarebbe il lavoro delle proprie mani, come lo è anche di presente, e le spontanee oblazioni di qualche Benefattore.

Le Suore si occuperebbero nell’insegnamento dei lavori nei giorni feriali e nella Festa si presterebbero per la Dottrina Cristiana, per l’Opera Pia di S. Dorotea, etc.

In seguito si prenderebbero alcune contadine per Suore onde poter fondare in qualche luogo della Diocesi un Istituto per le Orfane che si credesse opportuno educare all’agricoltura.2


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Tutto questo si domanda di poter intraprendere per modo di esperimento.

Giacomo Negri Parroco a S. Isaia

 

li 20 Febbraio 1841

 

                 Bologna, dal n.ro Palazzo Arcivescovile

                                          Approviamo in via di esperimento

                            C. Card.le Oppizzoni

 

 





1 AGAB, Canc. Eccl., cartone 264, anno 1841, tit. 3°, fasc. 4. Sulla lettera si legge l’annotazione:

«23 Feb.

1° Procurare dal Priore della Maddalena o Parroco di S. Isaia il decreto della Santa Sede 1 marzo 1839.

2° Dal Parroco di S. Isaia la formula de’ voti.

A cura del Can. Tassoni la ricerca.

23 d.

Si è scritto al Par.o di S. Isaia per avere i due sud. ricapiti».

Il parroco di S. Isaia, don Giacomo Negri, il 9-3-1841 inviò copia del decreto richiesto e della formula dei voti.



1 L’8-5-1840, nella parrocchia di S. Isaia, era stato fondato il «Ritiro e Scuola di San Pellegrino» per l’educazione delle fanciulle. Il parroco don Giacomo Negri si avvaleva della cooperazione di don Camillo Breventani: cf. lettera del 23-10-1841 del card. Oppizzoni al Negri, AGAB, Congregazione Consultiva, posizione 1018/1841.



2 Don Luca intendeva ripetere a Bologna quanto aveva realizzato a Calcinate: cf. lett. n. 711, nota 7. L’idea poté attuarsi solo diversi anni dopo, con l’Istituto Agricolo Industriale di Villa Fontana in Medicina (Bologna).

Mons. Giovanni M. Teloni, tenendo nel 1852 una missione a Medicina, lanciò l’idea di istituire una scuola per avviare giovanetti alle discipline agrarie. Nel 1855, l’Istituto era in grado di funzionare. Essendo però scoppiato il colera, in esso vennero accolti fanciulli poveri di ambo i sessi, rimasti orfani; fu quindi trasformato in orfanotrofio. Questa trasformazione provocò una crisi, e per risolverla, fu data la direzione al Teloni. Egli affidò l’educazione dei ragazzi ai Fratelli della Misericordia dello Scheppers, e quella delle ragazze alle Suore Dorotee di don Luca. Cercò di conservare all’Istituto, pur funzionando da orfanotrofio, lo scopo orignario, servendosi anche di agricoltori del luogo per dirigere i giovanetti nei lavori campestri. Però, all’inizio del 1859, il Teloni, insoddisfatto della funzione di orfanotrofio attribuita stabilmente all’Istituto, si dimise, provocando un’altra crisi. A risolverla fu chiamato don Luca. Le cose ormai procedevano bene, quando nel 1861 la commissione amministrativa dell’Istituto e la giunta municipale espulsero i Fratelli della Misericordia e le Suore Dorotee, che lasciarono l’Istituto la sera del 30 settembre: cf. R. Fantini, L’istruzione popolare a Bologna fino al 1860, Zanichelli editore, Bologna 1971, pp. 338-341.






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