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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

Molto Reverendo Padre,¹

Ho goduto intendere dalla pregiatissima sua ch’Ella si trovi bene, però spiacquemi l’intendere che gli altri della rispettabile famiglia sieno tutti incomodati, ma spero che a quest’ora saranno fuori di ogni pericolo, avendo le ferse² i loro giorni che passati nulla evvi a temere.

Io la prego di presentarmi a loro doverosa, ed assicurarli ch’io non cesso di farli raccomandare al buon Gesù da questa mia cara Comunità.

Oh! è proprio vero che questo mondo è una valle di miserie, perciò dobbiamo continuamente sentirne gli effetti, affine di poter più facilmente aspirare alla patria beata. Da colà vedremo l’utilità che le stesse ci avranno somministrata, se come conviene ora le accoglieremo.

Ella, caro Padre, mi preghi quelle virtù che mi abbisognano, onde niun momento della vita sia da me perduto.

Mi rallegro tanto pel buon effetto ch’ebbero costì le Sante Missioni. Lo disse Gesù Cristo che le porte dell’inferno non prevaleranno giammai;³ perciò n’ebbero essi anche nel fatto presente una prova. Ringraziamo il buon Gesù e preghiamolo che il frutto si conservi.

Della mia salute non so che dirle; un momento par che

l’anima se ne parta da quest’esilio, quando nell’atto stesso un qualche comandamento del buon Pare⁴ mi fa sana.

La settimana scorsa ebbi emissioni di sangue, mignatte e purgativi; veglie, dolori, eccessivo calore mi tormentavano. La mattina del giorno 30, mi fece alzare contro la persuasione d’ognuno; difatti sono ancor in piedi. Benché alla notte mi battono i dolori ed il vomito, pure lungo la giornata posso esaurire i miei doveri, ed egli ridendomi fuori dice che compierà il diavolo di bastonarmi, quando che Dio lo vorrà.

Maria Rosa sta bene, anzi fu a Vicenza per un affare nei giorni addietro.⁵

La Vincenza⁶ va da sé nell’orto, per poter acquistare l’aria, e mangia in refettorio.

Le altre tutte stanno bene fuori di Maria Elena,⁷ la quale trovasi ammalata fino dal settembre passato, ma la sua età è di 75 anni, perciò ha una grande influenza sopra il suo male.

Noi siamo vicine alla festa della nostra Santa Protettrice. Voglia la sua carità ottenerci di approfittare di sì gran giorno.

I tre ultimi di carnevale, avremo l’Esposizione del Santissimo Sacramento giorno e notte. Ah, che non ci abusiamo di queste grazie, ma come conviene riceviamo questi doni!

Io la prego significare al Padre Luca che godiamo nella speranza d’averlo presto tra noi.

Forse al suo venire troverà l’Irene,⁸ che per causa di malattia deve allontanarsi da Cemmo, dicendo il medico che quell’aria non è adatta per la stessa.

Eccomi un nuovo motivo per meritare, il pensiero di dover staccare dall’Istituto un individuo, che mi poteva in tutto affidare, cioè la Micheli,⁹ ma che fare? La gloria di Dio tenga il primo luogo, e la mia soddisfazione sia pure calpestata, quantunque l’umanità gridi molte volte con forza.

Riceva i saluti affettuosi del suo e mio buon Pare, nonché di tutte quelle persone ch’Ella ha nominate.

Rispettosa Le bacio la sacra mano, pregandola della carità di benedirci

       Umilissima Obbligatissima Dev.ma Serva

                             Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il giorno 2 Febbraio 1843

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. D. Marco Passi

Bergamo