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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 762
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Signore,1

Con questa mia sono a confessare la mia miseria ed a pregare la sua carità volermi ottenere dal buon Gesù ciò abbisogno, affinché possa corrispondere meno imperfettamente sia possibile a quello vuole da me Iddio.

La Signoria Vostra conosce quanto ferma sentissi la volontà di non essere Superiora, pure Le promisi che docilissima resa mi sarei alla dichiarazione che avrebbero fatta i Superiori, che io riguardo come Dio; ma questo non ho eseguito.

Manifestatami apertamente, nel corso dei Santi Esercizi, di non volermi caricare del Priorato, si misero tutte le figlie in afflizione, ed io, forte nella risoluzione, proponevo o che mi ponessero in luogo di suddita, oppure che abbandonavo l’Istituto.

Ella può immaginarsi quanto soffriva il mio cuore in così dire, nulla ostante insistetti, finché dissemi l’ottimo nostro Superiore2 volere Iddio ch’io pieghi le spalle, acciò novellamente sieno caricate del penoso ufficio di Priora.

Siccome tutto sento il desiderio di piacere a Dio, così non posso udire ciò ch’è suo volere, senza, quasi trasportata, bramar di effettuarlo; ma diversamente avvenne questa volta. Se, per uniformarmi all’amabilissima sua disposizione, l’avrei con allegrezza baciata, per l’altra mi si presentavano i pesi


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tutti dell’ufficio, ed il conto che dovrò renderne, per averlo fin qui sostenuto tanto indegnamente.

Questi riflessi mi cavarono dagli occhi le lagrime, per cui non potei adattarmi a riceverlo che con queste parole: si adempisca pure la volontà di Dio, ma credo sarà questo un mezzo, di cui Egli si servirà per abbreviare i miei giorni; sentomi oppressa fino a morire.3

Conosco esser questa una imperfezione, la quale mi sforzo di superare, ma tornami la violenza stessa in pena.

Questa mia sincera confessione commuoverà il suo bel cuore, per cui spero non iscorderà tutta questa povera Comunità, nell’atto che offre il gran Sacrificio all’Eterno Padre, affinché niuna di queste anime, per colpa mia, resti un passo solo indietro nella virtù.

Io la prego presentarmi doverosa col carissimo suo fratello Giovanni e sorella.4 Ripeto a loro, con sincerità di cuore, ch’io terrò come un grande regalo, se mi onoreranno di loro presenza.

La Giuseppa Conti5 chiede di essere ammessa al nostro Istituto. Se non m’inganno, credo sia quella era dal canonico Trentini.6 Parmi abbia essa passato l’età stabilita, che sono i 30 anni; appresso poi temo per la malattia ch’ebbe sua sorella; perciò la buona Antonietta potrà dispensarmi dal riscontrarla colla sua buona maniera.

La Cattina Gar dice che non potrà venire, quando non


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accetti anche sua sorella. Questa dimanda è affatto impropria, perché se l’Istituto sente di caricarsi della Cattina, non riceverà mai la Teresina, per concorrere a sacrificarla.

Perdoni di tante nenie, ma conosco la sua pietà, sopra la quale azzardo tanto.

Piena di rispetto e di estimazione, le bacio la sacra mano, pregandola di benedirmi.

Maria Rosa s’unisce meco a far con loro i più vivi ringraziamenti

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il giorno 9 8bre 1843

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto Reverendo Sig. D. Bortolo Zanzotti

Segretario di Sua Altezza Reverendissima Principe Vescovo7
Brescia8

 

 





1 ASDR, reg. III, p. 78.



2 Mons. Balbi.



3 Cf. lett. n. 757.



4 Antonia.



5 Cf. lett. nn. 773, 840.



6 Mons. Giovanni Battista, nato a Trento il 12-6-1770. Ordinato sacerdote il 2-3-1793, fu nominato canonico il 15-1-1802 e il 30-10-1833 divenne decano del capitolo.



7 Mons. Giovanni Nepomuceno De Tschiderer. Nato a Bolzano il 15-4-1777, fu ordinato sacerdote il 27-7-1800 e nominato vescovo di Trento nel 1834. Morì il 3-12-1860.



8  Bisogna leggere Trento.






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