Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 811
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 248 -


811

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Sia ringraziato Iddio per tutto il bene che dessi Fratelli hanno mezzo di fare colle sante Missioni, e non cesserò di pregarlo, acciò ne sentano l’effetto, crescendo sempre più nel santo suo amore.

Eccomi, piena di confusione, a parteciparle un nuovo tratto della bontà di Gesù verso di me. Ah! caro Padre, non cessi di pregarmi ciò che abbisogno, affinché corrisponda in parte almeno ai tanti suoi benefici.

La notte 19 corrente, come scrisse Maria Rosa, credettero che lasciassi questo esilio, mentre per più di tre ore fui come cadavere, senza moto e calore; ma Dio permise, per effetto di sua carità, che affatto libere avessi le facoltà intellettuali, così offrivo me stessa, ma combattevami l’obbedienza di Monsignore, di non morire senza suo assenso.

Ma che cosa fare, se non davo segno nessuno di vita? Dissi adunque al buon Gesù: Voi conoscete come brama l’anima mia venire a Voi per amarvi perfettamente, inoltre sapete qual obbedienza tengo del vostro ministro, fate adunque di me quello volete.

Piacque al Signore che mi riavessi con grande tremore prodotto, credo, dal paventare la vita. Ah! è pur vero che pochi sono i giorni ch’io non spiaccia, con qualche mancanza, al buon Gesù; non è questa un’empietà? Per carità, mi preghi Ella corrispondenza.

In seguito passavo i giorni abbattuta; mi si replicarono le


- 249 -


mignatte; vari rinfrescanti mi fecero prendere, ma continuavo a star male, quando, la sera 26, Maria Rosa disse al buon Pare che pensasse qualche cosa, mentre stanca era di vedermi a letto penare. Io mi ridevo di questa espressione, anzi ho mostrato essere veramente contenta, persuasa che nulla vi era di mio nelle sofferenze.

Il buon Pare ascoltò tutte due, poi disse: domani ti porterai a far la S.ta Comunione in chiesa, ed almeno tre ore in piedi, aggiungendo che di più stassi, se potevo. Difatti mi ressi 9 ore, benché non fossero ancora scorse ore 24 che mi avevano applicato delle mignatte.

Messo a parte il buon Pare dell’esito, comandommi di portarmi a Castello, affine di ascoltare la Messa cantata, indi baciare il cuore di S. Francesco.2 Stetti colà due ore, dopo le quali sono ritornata nell’Istituto senza sentire danno; sono però tutta curvata sopra il corpo. Se questo abbassamento servisse ad umiliare lo spirito mio, come sarei contenta.

Dica, la prego, al P. Luca che tanto lo ringrazio per la Messa celebrata in mio vantaggio a S. Bassiano.3 Aggiunga inoltre che non ho scritto alla Lacchini, ma il progetto dell’Irene4 non mi regge, attesa la mancanza degli individui.

Quella di Bassano5 continua a tossire, benché siasi applicato un vescicante. Sua sorella [Ippolita], mi scrive la


- 250 -


Carminati,6 ha buona volontà, ma limitato talento e trovasi più indietro dell’Annetta, tuttavia la proveremo.

Fin qui non ho cercato al Sig. Costa denari per la nominata, mentre desidero sapere se il Padre Luca vuole che prima esperimenti anche la sorella.

Mi farà pure carità dirmi se debbo indicare alla suddetta le spese di medicine, oppure se debbo tacere.

Sarebbe senza dubbio la grande perdita quella della Sig.ra Marianna Zineroni, ma, poveretta, converrà pur contentarsi e lasciarla partire, affinché giunga a bearsi nel suo e nostro Dio, per il quale ha tanto faticato. Godo in pensando che nelle carissime sue figlie vive lo spirito della loro buona e virtuosa madre. Non lascerò di pregare anche per lei.

Sì, è pur penoso il distacco da noi stessi; sonovi certi momenti, che l’anima pare sia giunta a goderlo, ma non così tosto si presenta l’occasione per farne prova, ed allora si scorge il contrario. Che faremo adunque? umiliarsi avanti al buon Gesù, e confessare la nostra miseria, che lasceremo col partir da questo esilio.

Sospiriamo adunque un tanto momento, abbandonati al volere di Dio, e credo, facendo questo, piaceremo a Lui.

Favorisca presentarmi doverosa a tutti della rispettabile sua famiglia. Piena di rispetto, Le bacio la sacra mano ed ho l’onore dirmi

Umilis.ma Dev.ma Obbligatis.ma Figlia

                             Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S.ta Dorotea – Venezia li 30 Gennaio 1844

 

Al Molto Reverendo Signore C.D. Marco Passi – Bergamo




1 ASDR, reg. III, pp. 105-106.



2 Cf. lett. n. 28, nota 3.



3 Nativo di Sicilia, si recò a Roma per gli studi, ove si convertì al cristianesimo. Eletto vescovo di Lodi, lavorò con zelo per la conversione degli eretici. Fu amico di S. Ambrogio e ne seguì gli esempi di virtù. Morì nel 413: cf. A. Ceccaroni, Dizionario Ecclesiastico, cit., pp. 166-167.

Don Luca stava predicando le missioni a Lodi Vecchio: cf. lett. n. 807.



4 Guardini, che voleva uscire dall’Istituto: cf. lett. n. 818.



5 Anna Guidinali: cf. lett. n. 801.



6 Caterina, superiora delle Figlie della Carità (Canossiane) a Bassano.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL