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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 874
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Rev.mo Signor Arciprete,1

Eccomi a significarle che il nostro viaggio, per bontà di Dio, si è compito felicemente. Così credo soddisfare ad un mio dovere, schiarire quello non fosse stato precisato.

Sì Lei come i Signori Deputati dissero voler apparecchiare una Carta per mettere nei registri.2 Buona cosa, per verità, ma bisogna schiariscano in quella ciò che nella convenzione fatta manca, mentre dicevano questa non serve ad altro che ad aver presente quello che si dice. Perciò restano due punti, sopra i quali debbo dirle una parola; ed è che, succedendo malattie nelle Suore, sieno ben curate, nonché provvedute di tutto il necessario; così sotto il semplice titolo di viaggi non


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vorrei credessero quelli solo d’accompagnare, nonché riprendere le orfane, mentre, come dicevole in voce, abbiamo per regola che le Suore vengano mutate almeno di due in due anni alternando, perché la Casa non resti senza una che abbia cognizione.

Quando si parla dunque dei viaggi, s’intendono questi, e vanno a carico dell’amministrazione dell’Orfanotrofio.

Perdoni, se con questa mia prolissa lo trattengo, ma in riflettendo trovomi obbligata iscriverlo.3

Riguardo alle due Suore per costì, ci sarà caro se invece degli ultimi di settembre fosse in 8bre, però siamo disposte anche in 7bre, quando sieno finiti gli Spirituali Esercizi, che avranno termine il 21 detto mese.4

Per la terza giovane, di cui Ella mi parlava, credo alla mattina prima del mio partire, supposto abbia essa talento e disinvoltura, desidero sapere a quali condizioni brama venire.

Saluti, per grazia, le Maestre colle fanciulle dell’Orfanotrofio, ma particolarmente le due che sono per qui destinate.5

Per carità, Signor Parroco, esamini bene la Rosa;6 quando non la credesse adatta, mandi piuttosto quella giovinetta, che tanto bene diceva Lei.


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Noi abbisogniamo d’individui, ma che sieno fermi di volontà, ed amino grandemente Iddio, e questo loro amore costantemente discenda sopra il prossimo.

Favorisca presentare i miei doveri con tutti di sua carissima famiglia, e coi Sig.ri Amministratori; ringrazio poi tutti per le gentilezze usateci.

Rispettosa, Le bacio sua sacra mano, segnandomi

          Umilis.ma Dev.ma Serva

                                            Suor M. Rachele Guardini

 

Il giorno 7 Luglio 1844

 

Al Reverendissimo Signore

Il Sig. Emidio Foschini

Arciprete e Vicario Foraneo

Massalombarda – Lugo





1 ASDR; trascr. in reg. III, p. 136. Emidio Foschini, nato il 13-1-1804 a Massa Lombarda da Marco Antonio e Annunziata Maini, studiò nel seminario di Imola. Ordinato sacerdote, insegnò lettere e poi teologia nel seminario di Comacchio. Nel 1832, richiamato in diocesi dal suo vescovo, fu nominato arciprete di Massa Lombarda. Pio IX che, come vescovo d’Imola, ne aveva conosciuto le virtù e lo aveva avuto per confessore, lo elesse vescovo di Città della Pieve. Mons. Foschini vi fece il suo ingresso il 20-10-1853. Governò con saggezza la diocesi per 35 anni. Istituì scuole serali, affidò l’istruzione femminile alle Stimmatine e curò la formazione del clero. Nel 1886, per la direzione di un orfanotrofio a Città di Castello, chiese le Suore Dorotee, che non poterono accettare.

Fu «uomo tutto di Dio, di tenerissima pietà […] di vita austera e penitente, tutto zelo nel compimento dei suoi doveri». Morì il 2-10-1888: cf. F. Canuti, Nella patria del «Perugino». Note d’arte e di storia su Città della Pieve, Città di Castello 1926, pp. 211-212.



2 Cf. doc. nn. 112, 113 A.



3 Cf. doc. n. 113 A.



4 Cf. lett. n. 915.



5 Maria Bandoli e Rosa Pirazzini: cf. docc. nn. 112, 113.



6 Pirazzini, nata il 10-4-1825 a Massa Lombarda da Francesco e Maria Davalle: cf. libro dei battezzati, 1825, n. 40, p. 50, APCSPML. Fu accolta nell’orfanotrofio di Massa Lombarda il 24-11-1831. Entrò nell’Istituto a Venezia nel settembre del 1844 (cf. lett. nn. 942, 949). Nell’ottobre del 1846 ritornò a Massa Lombarda come conversa: cf. le lettere della Madre Sanfermo a don Emidio Foschini (20-10-1846) e a suor Marianna Roberti (20-10-1846; 7-12-1846). Morì a Venezia il 25-2-1853.






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