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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 1002
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Sì, ho più volte pensato quale poteva essere la causa del suo silenzio. Molte cose mi vennero alla mente, alle quali non ho risposto, ma per tranquillare il mio spirito sonomi fermata in questo pensiero che volesse la Sig.ria V.ra nel Santo Avvento privarsi di ogni benché minimo piacere.

Un tal riflesso addolciva la pena, prodotta in me dal timore ch’Ella fosse ammalato; lagnavomi già e dissi che il nostro Padre mortifica più noi che egli stesso in privarci di sue nuove.

Oh com’è vero che i cani abbaianti non morsicano! Intendo parlare di quella Rachele spesso suscitata contro Lei, quasi avesse procurato il suo male, per aver con ella esercitato sua carità. Poveretta, mi fa compassione, mentre sforzasi continuamente per adempire il suo dovere, fino a sentirsi venir qualche volta meno, e Le protesta di cuore che, quantunque vede Dio benedire ciò che fa, sarebbe sempre, se fosse di piacer suo, contenta morire piuttosto che reggere, tuttavia regge per obbedire.2

Ieri ho ricevuto lettera da Massalombarda. Sono contentissimi delle Suore; a gloria di Dio trascriverò quello che dice il Signor Arciprete:3 «Il contegno, modestia, temperanza delle Suore le rendono esemplari; noi siamo di esse contentissimi;


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ci fanno pur esse coi fatti vedere che lo sono di noi. Suor Marianna4 si occupa della fondazione Pia Opera, e Maria Giuseppa5 nella scuola fa egregiamente; dessa è diligente, attenta e manierosissima».

Ecco una visita del Signore. Chi mai avrebbe detto che la Cominelli si ammalerà? La stessa trovasi a letto che trattiene i progressi. Sia benedetto Iddio! Tanto si dice dell’aria di Venezia; le altre noi esperimentiamo piuttosto fatali. Preghiamo, ed avvenga quello che Dio vuole; tutto sarà buono!

Noi siamo imbarazzate a disimpegnare i doveri che sono realmente molti.

Sua Eminenza, quasi non avesse abbastanza espresso di bontà nella particolare lettera inviatami la giornata dopo la Pastorale sua visita, una ufficiale ci ha fatta tenere, che a gloria di Dio qui unisco.6

Ella ci ottenga dal caro Gesù le virtù che abbisogniamo, per corrispondere alla nostra vocazione, come alle premure dell’ottimo Pastore.


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Monsignore7 tanto la riverisce in unione al Signor Conte D. Marco, e si unisce meco ed a tutta la Comunità nostra per augurar loro quelle benedizioni adattate al loro apostolico ministero nella ricorrenza delle Sante Feste Natalizie come pel cangiarsi dell’anno.

Ah possano far Essi amare da molti, se non è possibile da tutti, l’amabilissimo nostro Gesù.

La notte del Santo Natale, in quell’ora appunto che a noi, per eccesso di carità, si è presentato Bambino, quest’anno avremo la fortuna di riceverlo Sacramentato. In quel momento, s’Ei mel concede, qualche cosa, benché conosca mia indegnità, dirogli per loro.

Ringrazio Lei ed il Padre Marco per le buone disposizioni di Padova. Spero gioveranno davvero i discorsi che terrà, mentre ho scorto amare le Collaboratrici la parola.

A Siena continua l’Opera vigorosamente; il Padre Pendola m’incombe di riverirli.

Dal Signor Conte Cavalli ho ricevute due Genove pel mantenimento della Guidinali. Quando gli scrive, credo sarà bene faccia sentire di saperlo. Finché siamo quaggiù, bisogna operare coi riguardi sociali, affine di assecondare quel tutto a tutti di S. Paolo per guadagnarli a Gesù.8

Rispettosa, bacio sua sacra mano, dicendomi

Umilissima Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                 Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia il giorno 21 xbre 1844

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Signor Conte D. Luca Passi – Genova




1 ASDR, reg. III, p. 197.



2 Allude forse alla diversità di vedute circa qualche candidata, come ad esempio nel recente caso della Ziller (cf. lett. n. 903). Ella era mossa ad agire in tale modo dal dovere di carità verso don Luca e dalla responsabilità del suo ufficio per il bene dell’Istituto.



3 Don Emidio Foschini.



4 Roberti.



5 Cominelli.



6 Il patriarca Monico, il giorno dopo la visita fatta all’Istituto il 24-9-1844, espresse a Madre Rachele il suo compiacimento con una lettera di cui si fa menzione nelle lett. nn. 951, 953, 954, 955, ma non ci è stata conservata. Il 10 ottobre 1844 il patriarca inviò a Madre Rachele una seconda lettera: cf. doc. n. 125; lett. nn. 1007, 1011, 1014, 1016. Il 31 dicembre don Luca da Genova scriveva al Farina: «Non voglio lasciar passare la circostanza dell’anno che termina per augurarle ogni benedizione per l’anno che incomincia. Non lascio passar giorno che non preghi per Lei, e pel suo Instituto di Vicenza e di Schio. Ella pure preghi e faccia pregare per me […]. Ho sentito con grande consolazione come S. Em.za sia rimasta contenta dell’Instituto di Venezia nella visita fattagli nel passato 7bre. Anche qui l’Instituto fiorisce. Alle Suore di Roma S. Em.za il Cardinal Vicario ha dato un altro locale e così hanno tre case. Si vede proprio una benedizione particolare. Siane di tutto benedetto il Signore»: ASDV, I. 205.



7 Balbi.



8  Cf. 1 Cor. 9, 19-22.






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