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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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109. Lettera di don Luca al card. Pietro Ostini prefetto della S. Congregazione dei Vescovi e Regolari.1
Em.za Le trasmetto il ristretto delle Costituzioni,2 che mi sembrano eccellenti, e spero che verranno approvate. Ho già scritto a Genova, perché l’Em.mo Cardinale Arcivescovo venga informato come di cosa già fatta che in suo nome si fa la domanda, essendo egli protettore specialissimo dell’Instituto, ed essendo la fondazione si può dir Genovese. Tanto più si potea così adoperare dietro la lettera a V.Em. del sullodato Em.mo di cui qui unisco la copia se mai non l’avesse alla mano.3 Nel rinnovare i miei ringraziamenti per tanta sollecitudine che V. Em. si prende per questo Instituto mi permetta che col più profondo rispetto mi protesti di Vostra Em.za Um.mo Dev.mo Servo Se Luca Passi
Roma li 30 Maggio 1844
Allegato A. Forma di Costituzioni delle Suore di S. Dorotea alla maggior gloria di Dio e sotto la protezione di Maria SS. Addolorata e di S. Dorotea.1
Iddio, la cui provvidenza tutte le cose con ammirabile Sapienza dispone al maggior bene della sua Chiesa, ha dato ad Essa in ogni tempo gli aiuti proporzionati ai di Lei bisogni. Quindi è che in questo Secolo, il quale sembra volersi distinguere per una maggior trascuratezza dei doveri della Educazione Cristiana, venne a mano a mano suscitando gran numero di pii Istituti, i quali hanno per iscopo di coadiuvare all’istruzione, ed alla coltura della gioventù. Fra questi havvi ancora il piccolo Istituto delle Suore di S. Dorotea di cui pare voglia servirsi il Signore per rianimare nei Genitori Cristiani l’impegno che devono prendersi delle loro figliuole, e supplire con maniera facile, ed opportuna a ciò che per essi si manca nella loro educazione. Egli è dunque per secondare così amorosi disegni della Provvidenza che si riunì in varie Diocesi questo Istituto coll’autorità de’ rispettivi ordinarj per dedicarsi intieramente alla coltura delle fanciulle, il quale divisamento venne incoraggiato dal Regnante Sommo Pontefice Gregorio XVI, «accordando benignamente all’Istituto fino dall’Anno 1839» un decreto di lode. Il principal mezzo che adopera l’Istituto per ottenere il suo fine, e per cui principalmente si riunì si è la coltura, e la propagazione della Pia Opera di «S. Dorotea, la quale principalmente consiste nello scegliere in ciascuna Parrocchia coll’approvazione del Parroco qualche donna di specchiata virtù, la quale coll’ajuto di altre femmine di egual probità, prenda cura delle fanciulle di qualsiasi condizione, riportatone il consenso dei loro parenti affine d’istruirle ed in una maniera dolce, e facile informarle alla virtù, e difenderle dai circostanti pericoli» (Breve di SS. Gregorio XVI). Il secondo mezzo si è l’educazione delle fanciulle per mezzo degli Educandati. Il terzo l’istruzione delle medesime per mezzo delle Scuole. Per coadiuvare poi, e propagare anche più ampiamente la gloria di Dio, ed il bene delle anime si propone altresì l’Istituto di dar comodo nelle sue Case alle donne di qualunque età, stato, e condizione di ritirarsi, e farvi i Santi Spirituali Esercizi, e di coltivare infine, e promuovere le altre pratiche di devozione, secondo l’opportunità, e senza pregiudizio del primario suo scopo quale si è l’Opera Pia di S. Dorotea. L’Istituto consta di Suore Maestre, e di Suore Converse. Le prime sono quelle che attendono a regolare la Pia Opera, e si occupano degli Educandati, e delle Scuole. Le seconde sono quelle, che si destinano ai lavori domestici della Comunità, e si prestano poi per quanto la capacità loro il permette al bene della Pia Opera. L’Istituto ha Casa così detta Maggiore in Roma, Case Centrali come sarebbe a dire Provinciali, Case Locali, e Case Figliali, cioè Scuole. Tutte quelle che vorranno abbracciare l’Istituto saranno sottoposte ad un esame conveniente, ed ammesse quindi ad una prova di tre mesi nella Casa che sarà destinata dalla Superiora della Casa Centrale del luogo. Dopo questa prova le Postulanti che saranno giudicate idonee per l’Istituto ne vestiranno l’Abito, e faranno un Noviziato di due interi Anni, e questo si terminerà coll’ammissione ai voti semplici di Castità, Povertà, ed Ubbidienza fatti ad Annum aggiungendovi nel tempo stesso il quarto voto similmente ad Annum di coltivare e promuovere l’Opera di S. Dorotea sotto la direzione dell’Ubbidienza; e con ciò passeranno al grado di Aspiranti, il quale durerà otto Anni a meno che la Superiora Maggiore non giudicasse per alcuna di esse il prolungar detto tempo. Verso la fine di questo tempo vi sarà una seconda prova, che durerà sei mesi. In esso tempo saranno sciolte per quanto sarà possibile da tutti gli uffizi che le potessero distrarre dall’attendere a se medesime, ed alla propria perfezione occupandosi però in lavori manuali. Terminata la prova saranno ammesse ai voti perpetui, ed a quello di stabilità dal quale non potranno essere sciolte se non per autorità della S. Sede. Le Converse faranno i loro voti ad Annum. Terminato però che avranno il Noviziato, né per motivo d’incapacità, né di salute potranno essere più rimandate. Vi sarà vita comune perfetta. L’Abito sarà semplice, e modesto lontano tanto per la lana, come per la forma dalla ricercatezza, e dalla singolarità: tale insomma qual si conviene a persone consacrate a Dio che conservano col Mondo le relazioni necessarie ai fini che si propongono. Quanto al colore sarà nero per uniformità. Oltre i digiuni comandati dalla Chiesa non vi saranno di obbligazione altri digiuni che le vigilie di N.S. Addolorata, di S. Dorotea, e dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria; né vi saranno altre austerità, o penitenze comandate dalla Regola. Per andare innanzi nella vita interiore, che vuol essere l’anima dell’Istituto, e senza di cui poco si potrebbe sperare dalle opere di carità esteriori, attenderanno le Suore con grande impegno alle pratiche, ed esercizi spirituali dei quali i principali sono: Ogni giorno un’ora di meditazione, l’assistenza alla S. Messa, due esami di coscienza, cioè il generale, ed il particolare, la terza parte del Rosario, ed una lettura spirituale. Si confesseranno ogni otto giorni al Confessore assegnato in preparazione alla S.ta Comunione, la quale avrà luogo parimente ogni otto giorni, ma che potrà essere più frequente secondo il consiglio del Confessore. Due volte l’Anno dovranno presentarsi al Confessore straordinario secondo la mente della Chiesa. Faranno inoltre ogni Anno un ritiro di otto intieri giorni per rinnovarsi nel fervore, e nello spirito del proprio Istituto. Siccome l’Istituto si propone la gloria di Dio, e l’adoperarsi con zelo alla propria santificazione, ed a quella del prossimo, così le persone che desiderano esservi ammesse bisogna che abbiano le qualità adattate a tale scopo: queste sono una nascita onesta, una buona educazione, una riputazione intatta, un esteriore decente, una buona salute, uno spirito retto, un sano giudizio, un carattere pieghevole, e docile, talenti, e cognizioni che almeno comincino a svilupparsi, ed attitudine infine ad acquistare ciò che mancasse si’ in riguardo all’istruzione, che alle virtù proprie della loro vocazione. Ciò che richiedesi soprattutto è l’amore alla devozione, gran carità verso le fanciulle, ed un desiderio sincero di darsi a Dio con piena indifferenza a tutti i luoghi, ed a tutti gl’impieghi che fossero assegnati dall’Ubbidienza. Tutte queste disposizioni sono egualmente richieste, ed applicabili a quelle che si presenteranno per essere ammesse come Suore Converse, meno però le cognizioni, ed i talenti che riguardano la Pia Opera, e l’educazione, ed ammaestramento delle fanciulle, richiedendosi per queste solamente che abbiano la capacità di eseguire le faccende domestiche, ed almeno la buona volontà, ed attitudine a riuscirvi. Le Postulanti, e le Novizie conserveranno la proprietà de’ loro beni mobili, ed immobili fino all’emissione degli ultimi voti, ma dal momento che entreranno nell’Istituto cesseranno di averne libero l’uso. L’Istituto non si lega a suoi membri, che per l’emissione degli ultimi voti; prima di questa esso conserva sempre il diritto di rimandarli per motivi gravi, ed in tal caso chi è rimandato resta pel fatto stesso sciolto anche fuor di tempo dal vincolo de’ voti emessi. Compiuto però che sia il Noviziato, né l’incapacità, né il difetto di salute, sono motivi sufficienti per rimandarli. Il giudizio di questi motivi appartiene alla Superiora Maggiore col suo Consiglio. L’Istituto è governato dalla Superiora della Casa Maggiore di Roma ed è sotto la protezione del Cardinal Vicario protempore. La Superiora ha un Consiglio particolare, che si compone di quattro Assistenti, e di una Ammonitrice. Essa ha inoltre una Economa Maggiore, ed una Segretaria Maggiore. L’Elezione della Superiora della Casa Maggiore, delle Assistenti, e dell’Ammonitrice si faranno per nomina di tutte le Superiore delle Case Centrali e Locali, e delle Suore Professe di Roma per mezzo di lettera, e per votazione delle stesse Suore Professe della Casa di Roma radunate in Capitolo. Questo Capitolo sarà presieduto da S. Em.za il Cardinal Vicario Protettore. Essa non entrerà in carica che dopo la conferma della S. Sede. Alla Superiora della Casa Maggiore di Roma col suo Consiglio appartiene l’elezione delle Superiore Centrali, e quelle delle loro Consultrici, Ammonitrici, e delle Maestre delle Novizie, come pure la conferma delle Superiore delle Case Locali, le quali vengono proposte dalle Superiore delle Case Centrali. La nomina della Segretaria Maggiore, e dell’Economa Maggiore appartiene alla Superiora. La Superiora Maggiore dura in carica a vita a meno che non fosse necessario il supplirla per impotenza fisica o morale. L’Officio delle Assistenti, e delle Ammonitrici dura tre Anni, cionondimeno ogni triennio potranno essere confermate. Le Superiore delle Centrali e Locali durano in officio tre Anni, e non possono esser nominate un’altra volta nel medesimo luogo per più di altri tre Anni. Qualche volta si potrebbe pel buon andamento dell’Istituto, tenere qualche Congregazione generale, che non potrà essere tenuta che in Roma, e quello che venisse stabilito in essa Congregazione non potrà cambiarsi, che in un’altra Congregazione generale, e questa Congregazione sarà composta dalla Superiora Maggiore, dalle Assistenti alla Superiora Maggiore, e dalle Superiore delle Case Centrali, e sarà presieduta da Sua Em.za il Cardinal Vicario pro-tempore.
Allegato B. Richiesta di approvazione delle Regole dell’arciv. di Genova card. Placido M. Tadini al card. Prefetto della S. Congregazione dei Vescovi e Regolari.1
E.mo e R.mo Signore mio Ossequiosissimo Nel rilasciare alle Suore di S. Dorotea un attestato onde ottenere dalla Santa Sede l’approvazione delle loro Regole, non posso a meno di raccomandare caldamente quest’affare alla cura, ed allo zelo dell’Em.za Vostra. Questo io faccio ben volontieri perché credo che cotesti regolamenti che presentano, tolti quasi tutti da altri Istituti già approvati, più facilmente possono approvarsi, e sia perché grande propriamente è il vantaggio che arreca questo benemerito Istituto alla mia Diocesi, e che potrà quindi portare ad altri paesi ove sia diffuso. Egli è l’anima della Pia Opera esterna di S. Dorotea, e potrei dire che solo in quei luoghi ove si trova l’Istituto questa è fiorente, ed invece languisce ove questo vi manchi. Ora se è desiderio di S.S. (come Egli stesso espresse nella lettera in forma di Breve) che l’Opera Pia sempre più si perfezioni egli è ben conveniente che sia approvato l’Istituto che tanta cura ha dell’Opera nel sostenerla, nel propagarla, quell’Istituto insomma che ha questo di mira di tener viva la scintilla la quale abbandonata alle persone del secolo ben presto si estinguerebbe. Tanto confido adunque nell’atto che con singolare stima, ed ossequio bacio a V. Em.za umilissimamente le mani di Vostra Em.za R.ma Umil.mo Dev.mo Servitor vero † Placido Cardinal Tadini Arcivescovo
Genova 29 Gennaio 1844
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1 ACIVCSVA, R\10 (8). 2 Cf. allegato A. 3 Cf. allegato B. 1 ACIVCSVA, R\10 (8). 1 ACIVCSVA, R\10 (2). |
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