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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • LETTERE 1845. 2 gennaio – 25 dicembre. nn. 1024–1094.
      • 1025
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Il pensiero, ch’Ella tra poco sarà qui, mi ricrea veramente; ho anche la dolce lusinga terralle compagnia il nostro Padre Fondatore.

Per quello che dice di non aver stabilito se qui verrà prima o dopo aver in Padova soddisfatto al pio desiderio di Monsignor Scarpa,2 sono indifferente affatto, non vi è quanto al tempo che passa; tuttavia sento ancor quell’umano, che si chiama gusto, e farebbemi esso dire: ascolti quello che ha detto il suo santo Padre, ma in questo pure s’adempisca la volontà di Dio.

Riguardo a S. Giuseppe le dirò che, quantunque l’abbia tante volte sgridato, per non aver avuto i sensibili favori, di cui tanto mi dice la S.ta Teresa, gli voglio nonostante molto bene, anzi dirolle, a maggior sua persuasione, che siccome nel Presepio degli anni passati ne avevo una statuina, che poco diceva di quel grande che in Esso veggo, ho fatto girare tutta Venezia, finché uno ho trovato, che par dica proprio qualche cosa.

Sì, caro Padre, fino che siamo quaggiù, ci servono anche i puntelli e, benché non dobbiamo cercarli, tuttavia un altro ne abbiamo ricevuto da Sua Altezza il Viceré3 nella visita fattagli.

Noi giunsimo le ultime nella sala d’udienza, perciò inscritte da un Ciambellano, quando per bontà del Duca e misericordia


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di Dio, le prime ci ha fatte passare, mostrando la più viva riconoscenza per esserci portate da lui, e dissemi che potendo si procurerà la consolazione di venire nell’Istituto.

Allo stesso ho presentato il libro Annali della Pia Opera. Piacquegli il pensiero ed ha goduto intendere come va estendendosi l’Istituto.

Ei stesso mi ha parlato del bene che potremo fare nel basso Polesine, quando avremo una Casa in Rovigo.4

Ha sentito con rincrescimento la pochezza degl’individui nostri, ed accordavami essere la nostra vocazione particolare, mentre più facilmente cercano le giovani riposo, ed a noi conviene l’attività colle cognizioni.

Tacqui poi con esso l’impotenza di accettare Rovigo, quando il Signore non mi conceda individui. Vorrei tre Roberti, particolarmente del carattere di Suor Maria Luigia, prima Teresa.

Basta, io penso ch’essendo tutta di Dio per ogni ragione questa Casa, Egli, se vorrà si dilati, ci manderà soggetti.

La suonata del campanello per la cena ha fatto restare nella sua mente quella bella sentenza di S. Bernardo, che voleva esporre in scrivendo sul Bambino; chi sa quanto bene avrebbe essa fatto.

Mi saluti le Suore tutte. Rispettosa, bacio sua mano e quella del Padre Fondatore

   Umilissima Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                        Suor Maria Rachele Guardini

Il giorno 5 Gennaio 1845

 

Al Molto Reverendo Signore

Il R.do Signor Conte D. Marco Passi – Genova




1 ASDR, reg. III, p. 207.



2 Cf. lett. n. 1017.



3 Rainieri.



4 Cf. lett. nn. 924, 932, 937.






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