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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Carissima Figlia,1 Se il Bambino Gesù vi ha dato occasione di meritare per canto mio, beneditelo, ch’io pure adoro la sua divina volontà che mi vuole in letto, presa da infiammazione di petto; così mi prevalgo d’altra mano, per rispondere al vostro foglio per tranquillarvi. Vi dico che la Laffranchi2 accondiscende che esaurisca gli affari suoi il Sig. Sgabussi, atteso appunto la probità del medesimo; ed egualmente è persuasa vendere i propri terreni e farne un capitale, sempre però sieno ben venduti.3 Non ho ancora partecipato alla stessa la mancanza di suo cugino, poiché desidero farlo io, acciò le faccia meno colpo. Daremo principio ad una novena alla beata Eustochio,4 onde ottenere salute alla cara Cristina,5 e rendersi, se piace a Dio, in istato di agire secondo lo scopo del nostro Istituto, che offre tanti mezzi di guadagnar il paradiso. Godo abbiate ben cominciato il corrente anno; vi desidero salute e prego il buon Gesù conceda a voi ed a tutte di cotesta Casa ogni benedizione. Per ciò ottenere, procuriamo sempre più attaccarci alla volontà di Dio. Presentatemi ossequiosa ai Rev.mi Sig.ri Parroco6 e Curato,7 pregandoli della carità mi abbiano presente nel S.to Sacrificio. Salutate cordialmente Maria Serafina,8 la Cristina ed il rimanente di vostra comunità. Vi lascio nei Cuori dolcissimi di Gesù e di Maria Vostra Aff.ma Madre in G.C. Suor Maria Rachele Guardini
Il giorno 21 Gennaio 1845
Alla Stimatissima Signora La Signora Annunciata Cocchetti Capo di Ponte – Cemmo
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1 ASDR, reg. III, p. 210. 2 M. Giovanna. 3 Cf. lett. n. 994. 4 Lucrezia Bellini, nata a Padova (1444) da Bartolomeo e Maddalena Cavalcabò. Dall’età di sei anni visse come educanda nel monastero benedettino di S. Prosdocimo a Padova. Il 15-1-1461 entrò nell’Ordine e prese il nome di suor Eustochio; il 25-3-1465 emise la professione. La sua vita, afflitta da calunnie e da vessazioni del demonio, si distinse per l’esercizio delle virtù e per le penitenze. Dopo la sua morte (13-2-1469) numerosi prodigi avvalorarono la fama di santità. Fu sepolta nel chiostro del monastero. Il 14‑11-1475 il vescovo Iacopo Zeno permise la traslazione nella chiesa, in un monumento di marmo sul quale fu inciso: «Beata Eustochio Paduana». La S. Congregazione dei Riti, con il decreto del 22-3-1760, concesse la Messa «de communi virginum». Nel 1806, in seguito al decreto napoleonico, la chiesa di S. Prosdocimo con l’annesso monastero fu distrutta, e le monache si trasferirono nel monastero di S. Pietro Apostolo, ove portarono anche il corpo della beata Eustochio. Nel 1834 mons. Scarpa fece abbellire con marmi l’altare che fungeva da sepolcro: cf. Santi di Padova: La Beata Eustochio, in «Padova e la sua provincia», 28 (1982), nn. 7-8, pp. 10-16; 10, pp. 27-30. 5 Suor M. Eletta Toniolli. Ella era stata nel monastero di S. Pietro a Padova, ove si venerava la beata Eustochio. 6 Don Gregorio Valgoglio. 7 Don Giuseppe Occhi. 8 Pellizzari. |
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