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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Mi sarei tenuta per obbligata scrivere prima d’ora, se non avesse inviato a Lei una sua lettera il Signor Conte D. Marco, fratello suo carissimo. Egli sta per compiere i Santi Esercizi;2 mi sarebbe piaciuto che le Cooperatrici dell’Opera Pia come le fanciulle tutte l’avessero udito, ma il buon Gesù sa ciò che mi sta bene, perciò non ha voluto darmi sì cara compiacenza, tuttavia spero abbiano molto a fruttare, mentre quelle, che partecipano di essi, ascoltano con grande attenzione. Le nostre interne dicono che va particolarmente al cuore; a me poi fa l’impressione che Dio siami più vicino. Questa espressione è molto inferiore a quello che potrei dire. Il buon Pare,3 che sempre più fa vedere l’impegno suo per questa povera Casa, ha pregato il Signor Conte Marco di qui fermarsi a nostro conforto, almeno fino all’ultima settimana di Quaresima. Egli mostrasi poco persuaso, forse credendo perdere tempo, ma Ella come il suo Santo Padre potrà togliergli questo falso timore,4 calcolando, come sopra dicevo, che gioverà sicuramente alle nostre anime. Godo che i Modenesi abbiano fame della parola di Dio e corrano ad ascoltarla con avidità.5 Presagio felice, segno di predestinazione! Ella, caro Padre, non si dimentichi la povera mia anima; spero inoltre che ci favorirà d’una sua visita nel corso pasquale. La buona giovanetta Neville meco s’unisce a ringraziarla per aver visitato gli amatissimi suoi fratelli.6 Rispettosa Le bacio sua sacra mano segnandomi Umilis.ma Obbl.ma Aff.ma Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Il giorno 3 Marzo 1845
Al Molto Reverendo Signore Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi Modena
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1 ASDR, reg. III, pp. 215-216. 2 Cf. lett. n. 1043. 3 Mons. Balbi. 4 Don Marco, per voto di obbedienza, dipendeva da don Luca: cf. O. Simoni, Nei solenni funerali del Reverendissimo Canonico Conte Cavaliere Marco Celio Passi, Orazione, cit., p. 13. 5 Don Luca predicava a Modena il quaresimale in duomo. Nel frattempo si adoperò per «riaccendere il fervore» nelle ascritte alla Pia Opera, che egli aveva ivi istituita nel 1837 nella chiesa abbaziale di S. Pietro. Il 2‑3‑1845 istituì una nuova compagnia nella parrocchia di S. Giorgio in S. Francesco: cf. Lettera del Sacerdote Don Cesare Galvani sulla Pia Opera di S. Dorotea in Modena…, 7-3-1845, in Annali della Pia Opera, cit., n. 2, vol. I, pp. 123-128. 6 Cf. lett. n. 1037. |
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