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Carlo Bini
Manoscritto di un prigioniero

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Che buon odor di caffè! Sentite, il profumo vien fino a noi; - come mi lusinga le nari! Questa volta il soprastante l'ha detta giusta; è un Levante legittimo, e carico per bene; oh! non si sbaglia; io non so come, ma me ne intendo.

Attenzione! Attenzione! Il Signore si fa inverso la finestra; ecco fisso fisso; - ha dato uno sguardo verso di noi, e poi l'ha ritirato, come se noi non fossimo nessuno: - eh! ve l'ho detto sempre; saranno buoni, affabili come volete, ma, dàgli e ridàgli, il ticchio del Signore vien sempre a galla. Che bella pipa, eh! - bianca come il latte; - non è mica di gesso, che abbiate a credere! - è spuma di mare, e sarà costata le belle monete.   E il tabacco? è Latakia pretto pretto, come voi siete un uomo. - E che foglio legge? - che disgrazia l'esser miope! - Maestro Santi, levatevi un po' di cavalcioni al naso quel vostro paio d'occhiali, ché voglio leg­gere il titolo del giornale; - tanto voi non sapete leggere; - ho capito: Journal des Débats; ho capito; il Signore è del partito ministeriale; - non può essere a meno: chi ha dei fondi cosa deve fare? Cosa fareste voi, che non ne avete? - Come legge attento! Si vede bene che vuole intendere. - E non è mica brutto il Signore! - colore bianco e rosso, carni fresche, un viso tondo, una testa tonda, un bell'occhio tondo: eh! ci si vede l'uomo, che se la gode, e lascia arrugginirsi chi vuole; - è nel suo giusto embonpoint; se non capite il Francese, andate a scuola io lo capisco. E quant'anni gli date? - Alto alto a vederlo io dico che passa la trentina; - come no? sentite, giù per dev'essere; sbaglio di rado in quanto a fisionomie. - E il Signore non ha moglie, Chi ve l'ha detto? l'ha presa non e anche un anno e di par suo; - e che buona dote! e che bella i ragazzina, se voi l'aveste veduta! poteva bersi in un bicchier d'acqua. - E le vuoi bene? Così così tra il freddo e il caldo; - badiamo veh' non la strapazza mica, non la bastona, che non aveste a crederlo voi altri, che misurate tutto sul vostro braccio, - non la cura troppo; - eh il Signore ha un affare vecchio! non lo può lasciare; ha provato, ha riprovato, - è stato impossibile; c'è una malìa di mezzo - forse qualche figliuolo; - ve ne fareste meraviglia? - Son cose di questo mondo; - chi non fa non falla.

E intanto che le ciarle piovono a fiocchi come la neve, il Signore ha finito di leggere, e chiude non solo le finestre, ma le imposte pur anche.

Caspita! quel chiudere ancora le imposte m e andata giù male. Se avesse chiuso le finestre soltanto, col vedere metà dai vetri, e metà coll'indovinare, faute de mieux, mi sarei contentato. È agra davvero, e bisogna esser curiosi per convenirne. Vedete voi che stravaganze! Che il Signore faccia la siesta è nelle regole, lo vuole il bon ton, lo vuole il benessere del corpo; ma non lasciarsi veder dormire è una stravaganza: - lo dico e lo sostengo, ora e sempre, - ahora y siempre. - Come farò a render conto del come dorma il Signore? Se dorma supino, o dalle due bande, se dorma vestito o spogliato? Poh! è una disgrazia, è una lacuna irreparabile in questa istoria, che non saprei come riempire, se non coll'andare a dormire pur io. E badate che ci riesco, e son capace di farlo, Vedete voi, che stravaganze! quel chiudere le imposte mi ha fatto un danno del diavolo. Chi sa quanto tesoro d'osservazioni avrei potuto raccogliere dal sonno! Vedete, io sono così sottilmente curioso, che dalla faccia e dai moti del dormiente mi sarei studiato d'investigare i sogni che gli passeranno traverso il cervello. E poi, non poteva darsi che fosse un di coloro, che parlano fra il sonno? Chi sa cosa avrei potuto sapere? - cose, che il Signore non avrebbe dette all'unico suo amico, che non avrebbe dette né anche all'aria, che forse avrebbe stentato a dire al capezzale del letto, quando il prete ti un passaporto in latino per l'altro mondo: Proficiscere, anima christiana; che significa: vattene, anima cristiana. Il tono è un poco assoluto, ma il tempo stringe, e non ne avanza pei complimenti; stringe tanto, che i morti non hanno tempo di provvedessi di nulla, e dalla fretta perfino partono ignudi. - Ve­dete voi, che stravaganze! sul più bello mi chiude in faccia le imposte! io ho perduto un tesoro! Per un curioso, credetelo, queste sono le pene dell'inferno.

Potessi almeno sentirlo russare! mi contenterei anche di questo. Ma che volete? I signori non russano Oibò! la bienséance non lo permette. Dormono leggieri leggieri, che non è cosa da credersi. Dormono con tanta disinvoltura, che io n'ho veduti di quelli, che tutti credevano desti, e pure dormivano. Come vada io non lo so, - ma il suo perché ci dev'esser sotto. Basta, quando io sarò signore, venite, e ve ne dirò la ragione.

Non v'è rimedio; - il meglio è darsi pace. Vuoi dormire il Signore senza che nessuno lo veda? Ebbene, ch'ei dorma; io non glielo posso proibire. Silenzio dunque; lasciatelo dormire.

 

 




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