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Carlo Bini Manoscritto di un prigioniero IntraText CT - Lettura del testo |
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Avete finito? volete fare una cosa da uomo? scendete di cattedra, e tornate al vostro proposito; - sarà meglio per tutti. Coteste cose, di cui avete preteso ragionare, sono state dette e ridette in prosa e in rima, - son cose vecchie quanto l'egoismo; e che per questo? - mostratemene il frutto; - coi discorsi si fa poco o nulla; col fiato solo non si può che spegnere un lume. Che importa a voi, se gli uomini sono piuttosto in un modo che in un altro? Li avete fatti voi? Lasciateci pensare a chi tocca. Che serve inquietarsi pei bianchi e pei neri? Gli uomini son padroni di stare come vogliono. Volete diventar sistematico? Vi troverete a de' begli sconcerti. Fino che son teorie, le cose camminano bene; - vincete sempre voi, - come quel giuocatore che giuocava da sé. Alla pratica poi s'impara a. distinguere i bufali dalle oche. Io lo so come vorreste gli uomini; - li vorreste tutti di tre braccia, - di struttura slanciata, - un bel viso color di rosa, - occhio ceruleo, - zazzera bionda, - vestiti di una tunica bianca, - calzati di verde, - e che profferissero da mane a sera orazioni giaculatorie di amor fraterno. E vi dico che a prima giunta sarebbe un bel colpo d'occhio, - in seguito poi non so. Ma che volete? le stampe non l'avete voi, e il vostro desiderio non può avere sfogo; - e invece di vedere tanti uomini di getto secondo la vostra idea, voi vedete un miscuglio bizzarro oltremodo, un caos che non finisce più mai. Vedete nani e giganti; uomini bianchi, rossi, neri, color di rame, di cento colori; - vestiti di mille stoffe, vestiti bene, vestiti male; uomini ignudi, - chi bestemmia, chi dice Messa, chi sta sempre zitto, - e via discorrendo. E per questo? perché una vostra idea non ha sfogo, vorreste andare a finire in un pozzo? Oibò, non vi fate tentare. Il mondo va preso come il vento, - va preso come viene. Volete contrastare con la corrente? - pensateci prima due volte, - il minor rischio è quello di annegare. Tanto voi lo vedete; - non si sa chi abbia ragione, se il Torto, o il Diritto, Se l'uno vince oggi, l'altro vince domani; è un circolo vizioso, - è la serpe, che si piglia in bocca la coda... non ci si conosce né principio, né fine. Tant'è, dopo tante prediche e tante esperienze, a veder le cose come sono, mi vien fatto quasi di credere in una Provvidenza. Il Bene e il Male sono i due sproni del mondo, e lo tengono in carreggiata. Se pungesse soltanto il Male, il mondo perderebbe l'equilibrio e cadrebbe tutto da una parte, e così viceversa del Bene. Se poi voi persistete nella vostra idea, e questi patti non vi accomodano, allora sapete come fare; - voi che veniste a caso in questo mondo, siete però il padrone di uscirne quando volute, e di andare in un mondo migliore a perorare le vostre ragioni. Non dubitate, al confini della vita non ci son dogane. Ma forse non avete voi gli anni dell'esperienza, non conoscete le storie, non avete viaggiato e veduto le nazioni in faccia come elle sono? - Bon! cosa ne concludete? - Che l'Errore è un guanciale morbido a modo e a verso, come può esser la Verità, e che metà del mondo dorme i suoi sonni placidi sopra questo, come l'altra metà li dorme su quell'altro. Mi faccio intendere? parlate schietto, perché io amo di ragionare, Non avete osservato che i popoli tengono della natura degli uccelli? che altri ama il Sole, altri ama la notte? che due principi diversi possono descrivere insieme una parallela continua, indefinita, senza mai toccarsi? che la Libertà può affacciarsi al suo balcone, e dalla finestra accanto sentirsi dare il buon giorno dalla Inquisizione? Chi è convinto coscienziosamente d'un sistema cattivo, vive tranquillo come chi è convinto d'un buono; - non esiste fra loro che un divario metafisico. - L'uomo poi, che, per legge della sua organizzazione, è superiore o inferiore al sistema che lo circonda, - non può negarsi, - ei ci vive a disagio, - ebbene, vi è il suo rimedio, - scuota la polvere delle sue iscarpe, e se ne vada gridando come Scipione: ingrata Patria, non avrai le mie ossa. V'è il suo rimedio: il Francese Carlista può andare in Ispagna, - il Liberale Spagnulo può venirsene in Francia. La terra è larga abbastanza: - Nemo propheta in patria sua. - Lo vedo anch'io, che, senza sottoporre l'umanità all'archipendolo delle vostre geometrie, starebbero tiene tante belle cose! Per esempio, sarebbe bene che la Fortuna si levasse una volta la benda dagli occhi per vedere almeno chi piglia; - sarebbe bene che la Giustizia tenesse una stadera sola, e non una per il povero e una per il ricco; - sarebbe bene che il Giudice quando va in Tribunale appiccicasse al cappellinaio anche le sue passioni per riprendersele quando va a pranzo; poiché bere un fiasco di vino di più non è un terremoto, dell'altro vino si trova; ma una testa di più o di meno è una cosa seria, attesoché l'uomo non n'abbia che una; - vi ripeto, starebbero bene tante belle cose! starebbe bene anche ch'io non fossi in prigione; - e per questo, - se io vado sui mazzi, forse non sono sempre in prigione? Che serve ostinarsi, e dar di cozzo nel destino? Tornerete indietro colla testa infranta; e finché non giunga il tempo ad hoc, il vostro sangue non sarà considerato; - i contemporanei appena si prenderanno la briga di guardare se il vostro sangue era del solito colore, o no. - E voi avete finito? Il vostro è un discorso diabolico, e si scorge bene, che siete di coscienza larga come i Gesuiti. Dovreste essere un gran partigiano del quieto vivere, - uno scettico. Lo scetticismo è il sistema degl'infingardi. Badate, non voglio mica dire che abbiate spropositato; anzi avete aggruppato con tal arte le figure del vostro quadro che ai più sembrerà plausibile. Avete esposto del fatti, avete detto delle verità, avete enunciato anche qualche sofisma, e stringendo poi non avete negato nulla, non avete conceduto nulla. Io ve l'ho detto, siete uno scettico. E credete che, a guardare minutamente da vicino, il buco nella calza si trova, e quel vostro discorso in parte potrebbe sfumare. Sicuro, bisognerebbe intraprendere una lunga polemica, e mettersi al largo, cosa che io non ho intenzione di fare, e specialmente con voi, - con voi che sareste uomo da addormentarvi a mezzo la disputa, che con una stretta di spalle non fate più differenza dal Sole d'Affrica a quel di Norvegia. Quanto poi al vostro pretendere che l'uomo si perda dietro ad un'idea che non può mandare ad effetto, avrete ragione nella massima, ma avete torto nel fatto, e senza' avvedervene avete dato nella rete, che volevate scansare; voi filosofo sperimentale questa volta mi siete riuscito un idealista; - avete preteso che la mente umana si sottragga da un fatto, che spesso la incatena indissolubilmente. Non l'avete mai voi osservato questo fatto? o l'avete dissimulato per aver ragione? può darsi anche questo, perché siete malizioso la vostra parte. Non avete mai osservato, che in ogni tempo, e in ogni nazione, nascono uomini fatalmente avvinghiati a un'idea fissa, - un'idea talvolta capace anche a falciare la vita d'una generazione; - un'idea che amano col furore della gelosia; che non lasciano mai, benché la veggano confinar col patibolo? Questi uomini nell'epoca loro hanno due facce: una sublime, e l'altra grottesca; e la storia contemporanea li chiama pazzi od eroi, secondo da chi è scritta la storia. Al giudizio pacato, imperterrito, dei posteri spetta determinare una delle due facce, una delle due denominazioni.
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