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Carlo Bini
Manoscritto di un prigioniero

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- Devo dirla come la penso? Per un tratto del vostro discorso mi avete fatto una paura diabolica; io credeva che voi voleste volare; - io tremava per voi,   ma poi mi sono rassicurato; - vi ho guardato i piedi, e li ho veduti immobili e fissi come chiodi. - Per altro, avete fatto un gran fare; - sbracciavate, - sbuffavate; - gli occhi fuori dell'orbita, - il volto infiammato, - le vene della fronte rigonfie; - vi pare a voi? - è la maniera di farsi venir male, E che paroloni! sesquipedalia verba; e che voce avete fatto! ne ho sempre rintronate le orecchie! voi eravate in un accesso! mi avete fatto paura! io già pensava a una cavata di sangue.

Volete un consiglio da amico? Smettete cotesto stile, - non è per voi, - non ci guadagnerete che l'asma. Voi non siete un uomo esaltato, - non potete esserlo, - avete troppo umore. Io lo so; - vorreste esser poeta; - ognuno ambisce di esser quel che non può. Invece di un buon cappello di feltro vorreste una bella ghirlanda d'alloro, - per mille ragioni, e, non fosse altro, per campar la testa dalle saette. Ma datevi pace, l'alloro non è per voi; - se ve ne regalassero anche un albero, non sapreste mai trarne una corona di poeta; - gran mercé, se voi ne cavaste una frasca da osterie. - Io lo so; - vorreste esser poeta, e vorrei esserlo anch'io; - ma come fareste quando il filo non arriva? - Vi compatisco; - avete letto Dante, l'Ariosto, Byron, Schiller, Goethe; li avete gustati, - li avete sentiti; vi compatisco; vorreste anche voi avere un 'anima temprata come l'arpa eolia, che ad ogni minimo fiato rendesse armonia; - vorreste avere un'anima limpida, trasparente, in cui l'universo si rifiettesse come in uno specchio. Ma è tutt'uno, - non siete nato, - i poeti nascono belli e fatti: Vates nascuntur. Ditemi voi, - dove andarono a scuola Omero, Ossian, Burns? - E poi sentite questi due versi, che paiono fatti a posta per voi:

 

In cui Natura non lo volle cure

Non dirian mille Rome, e mille Ateni.

 

Avete capito? - e, badate, son versi di un classicista, che credeva nell'Arte forse più del dovere. -  Smettete, - vi ripeto, - sarà meglio per voi. Consultate bene l'indole vostra, e quella seguite; - non farete mai male. Perché, se avete corta la vista, volete farmi l'astronomo? Fate il sartore piuttosto, che cucirete a punti piccoli e bene uniti, e così vi acquisterete una lode moderata, è vero, ma pure una certa lode. - Non fate l'astronomo; - potreste scambiare un fanale col mondo di Saturno, e allora - risum teneatis, amici? - Smettete lo stile eroico, - non è per voi; invece di fare della poesia, fate della rettorica, - cosa veramente insoffribile in un secolo come il nostro. Non ve l'ho detto io sempre? il cavalcare non è per voi; credete di fare la figura di un San Giorgio, e invece siete una balla a cavallo. Non ve ne abbiate a male, - andate a piedi, - è la vostra condanna. Cosa ci volete fare? Tanto, poeta non sarete mai; vi manca l'ispirazione. Se l'esser poeta consistesse nel tornir bene un verso, come usava nel cinquecento e nel settecento, - vada; avete l'orecchio abbastanza armonico, e, quando vi piace, sapete scegliere una frase elegante. Ma tutto questo non è poesia, - è un lavoro da monache. Avete bensì l'anima spruzzata di poesia, - ma quella vena larga, inesausta, - che costituiva Dante e compagni, - voi non l'avete. - Non bisogna pretendere di far tutto, - anche il Genio ha i suoi limiti. - Newton, che poteva leggere a suo beneplacito la facciata immensa dei firmamento, si smarrì nei pochi fogli dell'Apocalisse, e riuscì un infelice teologo. - Chi nasce artefice per tessere un drappo prezioso, - chi nasce tignuola per guastarlo. E la tignuola - è inutile, - non sa che rodere. Ve lo dica un Professor dal fiocco rosso, quando si propose anch'egli di fare una stoffa!  - Fece una tal cosa che anch'egli ne avrebbe riso, se non fosse stato giudice e parte. Ma non fu così quando si trattò di rodere; - vero è bensì, che in ultimo torse la bocca, perché le tinte delle vesti corrose contenevano troppo d'acido. - Smettete, - non cesserò mai di ripetervelo, - lo stile poetico; - credete di suonare la tromba epica, e invece non fate che gonfiar le guance. Voi non siete veramentepoeta, né oratore, né storico, né filosofo, né tignuola; - siete un non so che, che non lo sappiamo né io né voi. - Quando la Natura vi architettava, invece di farvi la testa, sopra pensiero fece una gabbia da grilli; - poi si accorse del fallo, ma non volle tornare indietro, e lasciò il lavoro come stava; pure, perché la gabbia avesse uno scopo, una conveniente destinazione, la riempì liberamente di grilli, e così voi siete riuscito quel che siete. Dovete convenirne per maledetta forza, - l'enfasi, il far di Pindaro, a voi non si addice; - voi non potete aspirare che a una certa ironia, a una certa malizia, talvolta a un poco di grazia, a uno stile negligente giusto appunto come siete voi. Datemi ascolto: scrivete sempre alla buona; alla sans souci, e terminate la storia del Povero carcerato.

 

 




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