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Francesco Berni Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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58. Al cardinale Ippolito De’ Medici [Sul tristo impantanamento a Malalbergo].
S'i' avessi l'ingegno del Burchiello, io vi farei volentieri un sonetto, ché non ebbi già mai tema e subietto più dolce, più piacevol né più bello. Signor mio caro, io mi trovo in bordello, anzi troviànci, per parlar più retto: come tante lamprede in un tocchetto, impantanati siam fin al cervello. L'acqua e 'l fango, i facchini e i marinari ci hanno posto l'assedio alle calcagna, gridando tutti: «Dateci danari!». L'oste ci fa una cera grifagna e debbe dir fra sé: «Frate' miei cari, chi perde in questo mondo e chi guadagna: di settimana renderan gli uccelli». E facci vezzi come a suoi fratelli. Vengon questi e poi quelli e dicon che la rotta sarà presa qua intorno a san Vincenzio o santa Agnesa; che noi l'abbiamo intesa più presto sotto a mangiarci lo strame, ch'andare inanzi a morirci di fame che degnamente è detto Malalbergo; ond'io per stizza più carta non vergo.
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