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Francesco Berni
Rime

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  • 14. Capitolo della primiera.
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14. Capitolo della primiera.

 

Tutta l'età d'un uomo intera intera,

se la fusse ben quella di Titone,

non basterebbe a dir della primiera;

non ne direbbe affatto Cicerone,

né colui ch'ebbe, come dice Omero,

voce per ben nove millia persone:

un che volesse dirne daddovero,

bisognere' ch'avesse più cervello

che chi trovò gli scacchi e 'l tavoliero.

La primiera è un gioco tanto bello

e tanto travagliato, tanto vario,

che l'età nostra non basta a sapello;

non lo ritroverebbe il calendario

né 'l messal ch'è sì lungo, né la messa,

né tutto quanto insieme il breviario.

Dica le lode sue dunque ella stessa,

però ch'un ignorante nostro pari

oggi fa ben assai se vi s'appressa;

e chi non ne sa altro, almanco impari

che colui ha la via vera e perfetta

che gioca a questo gioco i suoi danari.

Chi dice egli è più bella la bassetta

per esser presto e spacciativo gioco,

fa un gran male a giocar se gli ha fretta.

Questa fa le sue cose a poco a poco;

quell'altra, perché ell'è troppo bestiale,

pone ad un tratto troppo carne a foco,

come fanno color c'han poco sale

e que' che son disperati e falliti

e fanno conto di capitar male.

Nella primiera è mille buon partiti,

mille speranze da tenere a bada,

come dire «carte a monte» e «carte e 'nviti»,

«hi l'ha» e «chi non l'ha», «vada» e «non vada»,

star a flusso, a primiera e dire: «A voi»,

e non venir al primo a mezza spada:

ché, se tu vòi tener l'invito, puoi;

se tu no 'l vuoi tener, lasciarlo andare,

metter forte e pian pian, come tu vuoi;

puoi far con un compagno anche a salvare,

se tu avessi paura del resto,

et a tua posta fuggire e cacciare.

Puossi far a primiera in quinto e 'n sesto,

che non avvien così ne gli altri giochi,

che son tutte novelle a petto a questo;

anzi son proprio cose da dapochi,

uomini da niente, uomini sciocchi,

come dir messi e birri et osti e cuochi.

S'io perdessi a primiera il sangue e gli occhi

non me ne curo; dove a sbaraglino

rinnego Dio s'io perdo tre baiocchi.

Non è uom sì fallito e sì meschino,

che s'egli ha voglia di fare a primiera,

non truovi d'accattar sempre un fiorino.

Ha la primiera sì allegra cera

che la si fa per forza ben volere

per la sua grazia e per la sua maniera.

Et io per me non truovo altro piacere

che, quando non ho il modo da giocare,

star dirieto ad un altro per vedere;

e stare'vi tre dì senza mangiare,

dico bene a disagio, ritto ritto,

come s'io non avessi altro che fare;

e per suo amore andrei fin in Egitto

et anche credo ch'io combatterei,

defendendola a torto et a diritto.

Ma s'io facessi e dicessi per lei

tutto quel ch'io potessi fare e dire,

non arei fatto quel ch'io doverei;

però, s'a questo non si può venire,

io per me non vo' innanzi per sì poco

durar fatica per impoverire:

basta che la primiera è un bel gioco.

 

 


 




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