Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giovanni Verga
I nuovi tartufi

IntraText CT - Lettura del testo

  • ATTO PRIMO   Salotto in casa Montalti; uscio in fondo e due laterali. A destra un canapé; accanto un tavolino da lavoro. A sinistra una tavola da the.
    • SCENA I   Emilia presso il tavolino osservando il lavoro di Maria che ricama. Dottor Ferdinando, entrando dal fondo.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

ATTO PRIMO

 

Salotto in casa Montalti; uscio in fondo e due laterali. A destra un canapé; accanto un tavolino da lavoro. A sinistra una tavola da the.

 

 

SCENA I

 

Emilia presso il tavolino osservando il lavoro di Maria che ricama. Dottor Ferdinando, entrando dal fondo.

 

Ferdinando. La riverisco, cara signora Emilia. Buon giorno. Maria.

Emilia. Oh, ecco qui il Dottor Ferdinando che ci reca qualche notizia. Non sedete un momento?

Ferdinando. Cercavo il sig. Montalti.

Emilia. È uscito poco fa.

Ferdinando. Non per andare in piazza ad aspettare l'esito della votazione, ne sono sicuro!

Emilia. Oh, tutt'altro! È così agitato quel povero Prospero! Ma accordateci almeno cinque minuti (invitandolo a sedere sul canapé). Il caffé pel dottor Ferdinando, Maria! (siedono).

Maria. Subito, mamma (esce).

Emilia. A voi, sig. Ferdinando, che ci dite?

Ferdinando. Buone nuove, ottime nuove! Lodato sia il Signore! (inchinando il capo).

Emilia. Credete che riusciremo?

Ferdinando. Coll'aiuto di Dio, sì.

Maria. (entrando col vassoio) Signor Ferdinando, ha detto che riusciremo? Babbo sarà deputato! Andremo dunque a Firenze, nella Capitale!... (posa il vassoio sul tavolino).

Ferdinando. Pel servigio di Dio e della sua Chiesa! (con ipocrisia).

Maria. (battendo le mani con gioia) Che piacere!... che piacere! Senti, mamma, è sicuro che andremo a Firenze!

Emilia. (mescendo il caffé a Ferdinando) Questa pazzarella di Maria non sogna che le Cascine da quindici giorni in qua.

Ferdinando. (bevendo il caffé) Onnipotenza divina! che anche nei servigi che si rendono al trionfo della Sua Santa Chiesa (inchinandosi) Cattolica Apostolica Romana, fa trovare piaceri che sarebbero mondani se non fossero giustificati dalla santità del fine.

Maria. Ma il babbo dunque?... non fa che parlare dell'onore di recare la medaglietta d'oro fra i ciondoli dell'orologio.

Ferdinando. Ahi! pur troppo! tempi tristissimi sono quelli che corrono... tempi in cui il senso più retto è traviato dalle aberrazioni più stolte, quando non è perduto nell'empietà più iniqua! in cui anche i più elevati cattolici devono mettersi accanto agli atei ed ai bestemmiatori per far argine al torrente che minaccia sommergere la Chiesa e la società (beve di nuovo il caffé).

Emilia. (con ammirazione) Parole sante!

Ferdinando. (s'inchina in segno di modesta ritrosia).

Maria. A me basta che la mamma mi conduca a spasso alle Cascine le Domeniche e babbo prenda ogni otto giorni un palchetto alla Pergola (occupandosi di nuovo del ricamo).

Emilia. Pazzerella!

Ferdinando. Gioventù! Gioventù! (più basso ad Emilia) Però, mia eccellente amica, bisogna tenere d'occhio l'inesperienza e il bollore di questa età, massime in una capitale ove il vizio è più sfrontato e i cattivi esempii più frequenti.

Emilia. (nell'istesso modo) Credete che non abbia pensato anche a questo, e che non abbia dovuto combattere la ripugnanza d'andare ad esporre i miei due figli, queste due innocenti creature, al soffio avvelenato e corruttore della società, come dite col vostro savio linguaggio?

Ferdinando. E vi sarà contato anche quest'altro sagrifizio, mia degna signora Emilia, siatene certa.

Emilia. Oh, non dico questo poi, signor Ferdinando!

Ferdinando. No!... no!... di tali elogi non bisogna esser ritrosi... E voi, modello della sposa e della madre cristiana, potete andare orgogliosa di averli meritati. Per voi il vostro degno consorte, il signor Montalti, si è deciso ad accettare la candidatura, sebbene esitasse molto a sobbarcarsi all'incarico che in questi tempi di iniquità è ambito, pur troppo! con tutti altri propositi.

Maria. Oh! il babbo non fa che quello che dice la mamma.

Emilia. Giacché voi me l'avete consigliato!... Vostro marito deputato potrebbe rendere importanti servigi alla nostra Sacrosanta Religione: mi avete detto, e son sicura che la mano di Dio non si allontanerà dalla nostra famiglia finché amici come voi vi recano la benedizione del Signore. Vero è che l'esser Montalti deputato mi lusingherebbe non poco!...

Ferdinando. Lodevole orgoglio che il Signore benedice!

Maria E mia cugina Carlotta! e le Guignoli, come vorranno rimanere quando sapranno che andiamo a Firenze!... Manderò a Carlotta un cappellino Don Carba, se non altro per provarle che è all'ultima moda, e che... aveva torto quando al passeggio, me lo trovava ridicolo insieme a quelle invidiose delle Guignoli.

Ferdinando. (accarezzando ipocritamente la guancia di Maria) Testolina! Testolina!

Maria. Dica, signor Ferdinando, è vero che a Firenze si balla tutte le sere, quando non si va a teatro, e si passeggia tutte le mattine, quando non si va a far visite?

Ferdinando. Chi ve l'ha detto?

Maria. (con gravità) Oh, mio cugino Rodolfo, che c'è stato, lui, quattro anni fa e vi dimorò due giorni intieri! Che fortuna andare a spasso tutte le mattine assieme a Carlo, e passare delle belle mezz'ore dietro le vetrine di mostra di quei bei magazzini di mode dove si vedono tante cose eleganti, e sentirci dire: Chi è quella graziosa signorina a braccio di quel bel giovanotto? Oh! sono i figli dell'onorevole deputato, del signor Montalti!... E poi a quelle belle feste da ballo gli uomini che vi dicono: Signorina, di chi siete figlia? Sono figlia del deputato Montalti, io!...

Emilia. (sorridendo) E perché non del ministro Montalti addirittura?

Maria. (con gravità) Sicuro!... Che ci sarebbe poi d'impossibile?

Emilia. (imitando Ferdinando) Giovinezza! Giovinezza!

Ferdinando. Non temete ci penseremo; ci penseremo, mia egregia signora. Ove io non potessi affatto accompagnarvi vi metterò in relazione con alcune persone di mia conoscenza che sono modelli di devozione e di pietà; e coi buoni esempii che avranno sempre dinanzi agli occhi i vostri figli rimarranno degni di voi, mia cara signora Emilia.

Emilia. Grazie! grazie, dottore! Voi mi rassicurate.

Ferdinando. Ma la vostra edificante conversazione ha tali attrattive che io dimentico quanto sieno preziosi per noi i momenti che corrono. (osservando l'orologio) Fra un'ora, al più tardi, noi sapremo l'esito della votazione. Che il Signore faccia riuscire a maggior sua gloria e servigio! (alzandosi).

Emilia. Ci lasciate diggià?

Ferdinando. Corro nella sala della votazione per vedere quello che si fa, per confortare i dubbiosi, animare i tiepidi, fare gli ultimi sforzi insomma acciò vostro marito riesca.

Emilia. Ma credete che ci sieno nel nostro paese abbastanza onesti uomini e veri cattolici come voi per trionfare degli atei e dei bestemmiatori?

Ferdinando. Ah! tanti ne fossero in tutti i collegi! (con un sorriso significativo) In quindici giorni le pecorelle smarrite ritornerebbero all'ovile! (esce).

 

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License