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Giovanni Verga
I nuovi tartufi

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  • ATTO PRIMO   Salotto in casa Montalti; uscio in fondo e due laterali. A destra un canapé; accanto un tavolino da lavoro. A sinistra una tavola da the.
    • SCENA VI   Alberto, Carlo, Rodolfo.
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SCENA VI

 

Alberto, Carlo, Rodolfo.

 

Alberto. (dopo averle accompagnate collo sguardo) Accecate! accecate deplorabilmente da quel tristo!

Carlo. Signor Alberto, le domando scusa.

Alberto. Di che?

Carlo. Della vivacità di mia madre che sorprende me stesso.

Alberto. Ero sicuro di attirarmela, ma non desisterò per questo di fare ogni mio possibile per risparmiare dispiaceri gravissimi a voi tutti.

Carlo. Le pare dunque sul serio?...

Alberto. Parteggiate anche voi per la gita a Firenze?

Carlo. Perché no, se babbo padre riesce?

Alberto. Giovanotto!

Carlo. Non dico mica che abbia ad essere eletto dai preti e dai reazionarii, ma finalmente sarebbe un onore per la famiglia e un piacere per tutti.

Rodolfo. Senza contare la bella vita che si farebbe a Firenze fra una fioraia e una duchessa!

Alberto. Per lo meno, eh?

Rodolfo. Cospetto! Se ci vado a studiar veterinaria come ne ho l'intenzione!... Si dice da tutti che s'incontrano ad ogni passo principesse, o almeno baronesse, per le quali non bisogna darsi altro incomodo che quello di pestar loro un callo, offrire il braccio e pagare un caffé e latte con brioche.

Carlo. Non occorre dire che vestiremmo i migliori abiti di Bichi... guanti bianchi... ed avremmo una poltrona d'orchestra alla Pergola.

Rodolfo. Io mi contenterò di guanti a colore, e di un posto qualunque.

Carlo. Per il figlio di un deputato ti pare!

Alberto. Giovanotti! Io invidio i bei castelli in aria che siete in grado di fare; non voglio togliervi le vostre illusioni; ma non si transige con l'onore!

Rodolfo. Come c'entra ora l'onore?

Alberto. C'entra in quanto che quello di vostro padre, Carlo, è giocato ad un cattivo gioco.

Carlo. Quel dottor Codini, giuraddio!!

Alberto. Il dottor Codini è un tristo; ma se Prospero si lascia accalappiare dalle sue arti sembrerà un uomo poco onesto, o...

Rodolfo. O un babbeo. Scusino!

Carlo. Se è questo, per quanto mi rincresca di rinunziare a Firenze, noi parleremo chiaro a mio padre. Noi gli diremo quello che corre per le bocche di tutti sul mio conto. Mio padre è un galantuomo, cospetto!

Alberto. La perla dei galantuomini. Ma Codini è molto scaltro, e vostra madre onnipotente sull'animo di Prospero.

Rodolfo. Le donne!!!

Carlo. Si vedrà! si vedrà!

 

 




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