SCENA
X
Ferdinando,
accompagnando la Signora Beghini e detti.
Ferdinando.
Che bella adunanza! che bella adunanza! Riverisco l'illustrissima società.
Signora Emilia, godo in trovarvi in sì esemplare compagnia. Ho l'onore di
presentare l'illustrissima signora Beghini; la quale si è decisa soltanto a
rompere l'austerità delle sue abitudini onde venire a fare la conoscenza di una
famiglia così rispettabile che tutti segnano a dito. (a Prospero) Onorevole
amico, avete una splendida società!
Prospero.
Uhm! uhm!... Eh! eh!... vi pare?... se è tutta questa non faceva conto...
Ferdinando.
Bella! bella! splendida!
Maria.
Dio! che splendore! (piano a Rodolfo).
Rodolfo.
Eh! signorina. Con una società di Beghini e di Sassarini!...
Maria. Sempre maldicente!
Rodolfo. Non ho mai potuto esserlo verso di voi.
Emilia.
Intanto per animare la società...
Ferdinando.
Sì per animare la società propongo un trattenimento che ha nello stesso tempo
uno scopo sublime: una colletta per l'obolo di S. Pietro.
Rodolfo.
(da sé) È divenuta un antro di reazione questa casa!
Emilia.
Che bella idea!
Prospero.
Però... faccio osservare... non saprei, come deputato...
Emilia.
(dandogli sulla voce) Oibò! Prospero... vergogna!... L'obolo sacro!
Ferdinando.
Che! non sareste più cristiano?! Non sareste più figlio della Chiesa, mio
onorevole amico?!... Oh! ma voi siete di un'esemplare devozione, voi siete il
modello dei deputati (comincia a raccogliere in giro su di un vassoio).
Prospero.
Oh! oh! non dico... È vero... la morale... la Religione... sono cose... ecco
cinque lire!
Ferdinando.
(ad Emilia) A voi, egregia signora Emilia; distinguetevi al vostro solito.
Emilia.
(si stacca una catenella) Ecco!
Ferdinando.
Donna esemplare! Voi, Maria?
Maria. Ho ben poco da offrire io.
Emilia.
Via; dona qualche cosa (sottovoce) Vergogna! innanzi a gente così chiara per
devozione! (Forte) Ecco per mia figlia! (si stacca un braccialetto).
Ferdinando.
Eroina! (Va in giro per tutti gli altri invitati i quali fingono di cercarsi
addosso e non trovarsi denaro. Presenta il vassoio a Rodolfo).
Rodolfo.
Le pare! Azzardarmi a far la carità a S. Pietro!... (Ferdinando lo presenta a
Sassarini il quale tenta di toglierglielo dalle mani).
Ferdinando.
Si distingua anche lei, egregio signor Sassarini.
Sassarini.
(tentando di prendere il vassoio) Mi distinguerò... Oh, stia sicuro che mi
distinguerò! Dia qui la raccolta; vi aggiungerò per un chilogrammo d'oro del
mio... li farò fondere... ne faremo un anello colossale da offrire all'angelico
Pio IX pel suo anniversario...
Rodolfo.
(da sé) Che te lo mettano al collo del piede quell'anello! Giammai anello di
galeotto fu più meritato!
Ferdinando.
Si risparmii; si risparmii!
Signora
Beghini. (borbottando) Quel signor Sassarini vorrebbe sempre carpire
tutto lui... È un ladro sfacciato ed insaziabile!
Ferdinando.
Che bella ed esemplare società! Che trattenimenti ammirevoli! Per cambiare di
passatempo comunicherò alla compagnia il bel progetto che si è messo innanzi;
cioè, d'istituire una Pia Società di Dame che avrà per iscopo d'aver cura delle
zitelle traviate.
Emilia.
Oh! la pia istituzione! Voi ne siete il promotore, senza dubbio?
Ferdinando.
(con modestia)... Signora!...
Emilia.
Via!... vi conosciamo, vi conosciamo, uomo esemplare!
Signora
Beghini. Vi conosciamo!...
Ferdinando.
E si è proposto di darne la presidenza a voi, pregiatissima signora Emilia, e
la vice presidenza alla signorina (indicando Maria)
Signora
Beghini. (con dispetto, da sé) Tutto per costoro!... Se non fosse per...
gli vorrei dire il fatto mio...
Sassarini.
(con premura) E l'amministrazione chi la terrà?
Rodolfo.
Eh, mio caro signor Pappag... non so il suo nome, trattandosi di una società
per donzelle traviate ci sarà poco da amministrare.
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