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Giovanni Verga
I nuovi tartufi

IntraText CT - Lettura del testo

  • ATTO TERZO   Salottino in casa della Contessa di Roccabruna. A destra uno specchio; un po' indietro un divano. A sinistra un tavolino con l'occorrente per scrivere. Poltroncine, ecc.
    • SCENA XIII   Giorgio, Giulia e detti.
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SCENA XIII

 

Giorgio, Giulia e detti.

 

Carlo. Voi, Giorgio?!

Giorgio. Io stesso, Carlo! Che volete da me?

Carlo. Voglio... Vorrei... Potervi dire quanto siete infame! quanto siete vile!... Voglio, se non arrossite con questo, sputarvi in faccia, schiaffeggiarvi siffattamente che l'impronta della mia mano tenga luogo a quel sangue che l'insulto non può chiamarvi sul volto!... Vorrei... Se avete ancora una goccia di sangue nelle vene... del nobile sangue dei vostri antenati, vituperarlo con questo sulla vostra faccia (gli lancia in volto la lettera che avrà aggrovigliato a pallottola).

Giulia. Oh! Dio!

Rodolfo. (trattenendolo) Carlo.

Giorgio. (per slanciarsi) Giuraddio!...

Ferdinando. (trattenendolo) Va bene! Va benissimo! Non può andar meglio. (piano a Giorgio)

Giorgio. Signore!

Ferdinando. (come sopra) Va benone, vi dico! Lasciate correre le cose!

Prospero. Ah! figlio disgraziato! Figlio infame!

Carlo. (a Giorgio) Non ti basta questo? Vuoi che ti rompa una sedia sulla testa per farti mettere in collera?!... Bisogna forse che ti sfidi io stesso?!

Giorgio. No! signore!... Non occorre tanto! Basterà che domani, alle cinque, vi troviate a Porta S. Gallo con due spade.

Carlo. Non ti fare aspettare, se non vuoi ch'io venga a smuoverti col piede d'accanto alla gonnella di quella donna tanto svergognata quanto tu sei vile!...

Giulia. Ah!

Rodolfo. (trascinando fuori Carlo) Carlo! Ascolta un po' la ragione!... Questo poi è troppo!

Giorgio. Oh! Vivaddio!...

Ferdinando. (trattenendolo, sottovoce) Lasciate dire. Abbiamo vinto.

Giorgio. Ma signore!

Ferdinando. (come sopra) Vi dirò poi. (a Prospero) Come sono dispiacente!... Oimè!... Che tempi orribili!... Che gioventù!...

Prospero. Soffoco! soffoco, mio caro dottore!... Una sfida!... Non ne posso più!...

Ferdinando. Quel povero marchesino tentando di fare il bene...

Prospero. Una sfida!... si batteranno!... Quel disgraziato potrebbe essere ucciso!...

Ferdinando. Eh, via! Forse che non disponiamo dell'animo del marchesino per mezzo di Maria?

Prospero. Ah! Mi date la vita!... Sì; bisogna cercare d'accomodare le cose...

Ferdinando. Le accomoderemo, mio caro e degno amico; le accomoderemo.

 

 




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