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Al veder la faccia patriarcale e
il sorriso giovialone dello zio, il giovanotto si sentì meglio, e cercò di sorridere
anche lui. Lo zio aveva un monte di scartafacci sul tavolino, e gli occhiali
sul naso.
«Stavi per andare a caccia?»
domandò amichevolmente. «Sì, caro zio» balbettò il giovane con tenerezza.
«Scusami, ma ho a farti un
discorso serio.»
Alberto sentì che si faceva
piccino di nuovo. Gli occhiali dello zio gli abbacinavano la vista.
«Ma mi sbrigherò in un fiat»
riprese il signor Bartolomeo. «Ho messo tutto in ordine da un mese. Non avrai
che a gettare gli occhi sui conti, e spero che sarai contento di me.»
Alberto respirò liberamente, e
rispose ch'era contentissimo.
«Vedrai che ordine! che esattezza
scrupolosa! Se avessi amministrato sempre io a quest'ora saresti... Basta! dei
morti non si parla. Cotesti son atti di gabella... le spese... i bilanci... il
rendiconto della tutela... Stammi a sentire.»
«Ma zio mio!... le pare!...»
«No, no, figliuolo mio... Sono
affari delicati questi... Ci son di mezzo io... Si tratta di tutela...!»
Alberto, che non capiva nulla di
nulla, e che aveva in corpo per giunta il rimorso di quella tal magagnetta
della notte scorsa, perdette intieramente la testa soltanto a gettare gli occhi
su quelle lunghe filze di cifre, e si lasciò trascinare pei capelli in un
labirinto di dare ed avere, riscossioni, pagamenti, bonificazioni, atti
giudiziari, spese diverse, ecc., approvando del capo, o sfogandosi in proteste
di fiducia e di gratitudine. Dopo un par d'ore di quel supplizio venne a sapere
che lo zio Bartolomeo, sulle trentaduemila lire d'entrata, avea fatto, durante
la sua tutela, una economia di lire 5876 e 97 centesimi - oltre le tutte spese
e la pensione pagata regolarmente al collegio Cicognini - delle quali, 5876
lire e 97 centesimi avea mandato al nipote 2000 lire, quando era ancora a
Prato, e senza parlare di un rigo di ricevuta, e le rimanenti lire 3876,97 le
consegnava al momento. Ben inteso senza voler sentire nemmeno discorrere
d'indennità - diamine! non era del medesimo sangue per nulla! Alberto gli
rammentava al vivo la sua povera Cecilia! Anzi non volle neppur restituiti i
tre centesimi d'avanzo.
Il nipote, malgrado la sua
inesperienza, sentiva vagamente che i ringraziamenti gli venivano stentati, e
che si ricordava della tosse significativa della notte scorsa.
«Adesso, per la vita e per la
morte, è bene mettersi in regola per via di notaio con una buona quietanza.»
Alberto non fiatò, e sottoscrisse
tutto quello che lo zio e il signor Zucchi gli misero sotto la mano.
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