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Giovanni Verga Eros IntraText CT - Lettura del testo |
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Alberto fu insolitamente mattiniero. Tornando dalla sua passeggiata, udì suonare il piano, ed entrò nel salotto. Trovò Velleda al pianoforte; com'egli apparve sull'uscio le ultime note sembrarono trasalire. E gli stese la mano con calma perfetta. Ei s'assise accanto a lei, e stette ad ascoltare. «Non lo sa?» diss'ella dopo alcuni istanti, e senza smetter di suonare «aspetto la mamma, oggi.» «Oh! L'avremo per qualche tempo con noi?» «Per un giorno. È venuta a prendermi.» «Sì.» «Quando?» «Domani.» «Così presto!» «È più di un mese che son qui.» Alberto tacque, ed ella continuò a suonare. «Che pezzo è codesto?» domandò infine. «Uno studio di Liszt. Le piace?» «Sì... molto...» Egli si alzò, e si mise a guardare fuori della finestra. Poi tornò a sedersi al medesimo posto, e dopo alcuni istanti di silenzio le disse: «Ci rivedremo?». «Ma... sì...» Egli non disse più nulla; anche il pianoforte si tacque. Rimasero zitti, immobili, senza guardarsi. Ad un tratto si udirono dei passi vicino all'uscio. «Lasciatemi» esclamò Velleda bruscamente dandogli per la prima volta del voi. Entrò Gemmati, serio, freddo; scambiò due o tre parole colla contessina, poi prese Alberti pel braccio, e lo condusse fuori con un pretesto. Dopo alcune centinaia di passi, Gemmati alzò gli occhi in viso al suo amico per la prima volta gli disse: «Son venuto a cercarti per dirti una cosa. Domani vado via.» Alberto parve un istante colpito da quell'improvviso annuncio; ma ad un tratto avvampò in viso e rispose masticando un sorriso: «Accompagni la contessina Manfredini?» «Vado solo:» rispose freddamente Gemmati; «partirò stasera.» Gemmati, dopo una lieve pausa, riprese: «Dunque l'hai fatta?» «Cosa?» «Non andare in collera, perché in tal modo mi dai ragione; vedi, io che non ho torto non andrò in collera: se gridi, griderò più alto di te quello che la tua coscienza ti dice sottovoce; se tenti di picchiarmi, picchierò più forte. Partirò stasera, perché non voglio stare a vedere certe scene; tu mi fai rabbia, e quella povera bambina mi fa pietà; le mie parole non son giovate a nulla; almeno non vedrò coi miei occhi... Se avrai la forza di essere quello che sei stato sempre, un galantuomo, verrò ad abbracciarti e a domandarti scusa... Se no... non ci rivedremo più; addio!»
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