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La gente, quando vedeva passare
il marito un po' triste, ma calmo, come un uomo in lutto, accanto alla bruna e
fiera beltà, gli gettava dietro il suo scherno, li seguiva cogli sguardi
sfacciatamente curiosi, con un senso di desiderio e quasi di ammirazione per la
donna, col cinico egoismo della folla, col sarcasmo feroce che getta il fango a
due mani, senza cercare chi, fra la donna che inganna e l'uomo che è ingannato,
sia realmente ridicolo. - Le menzogne, le finzioni, le prostituzioni dell'una,
quando gli usci son chiusi, e i domestici dai capelli bianchi si sono ritirati,
i sorrisi falsi, le parole false, le carezze false, gli occhi pieni di un'altra
immagine, farli mentire nel fissare gli occhi del marito, coll'eco di una
parola ardente nelle orecchie, torturarsi il cervello per trovar una parola
d'amore per quest'altro che non si ama più, - il rimorso, l'ostacolo vivente,
il giudice, la paura. Tutto ciò con un crescendo in proporzione della colpa che
si sente montare al viso come una marea. E quest'altro, l'uomo ingannato,
sincero invece, che può guardare in faccia senza finzioni, che può stringere la
mano quando vuole e a chi vuole, che può piangere a viso aperto allorché il
cuore gli scoppia d'amarezza o quando gli esulta, eppure è costretto a
confessare sottovoce, nel cavo del suo orecchio istesso: - Chi sono io?
Quando il marito offeso non
schiaccia la donna sotto il tacco, al primo momento, non ha altro di meglio a
fare che prendere il cappello e andarsene. Se la donna ha il tempo di dire due
parole, di spargere una lagrima, di fare un gesto, il marito perdona, e nove
volte su dieci si rassegna. Elena sarà caduta ai piedi di lui di un sol colpo,
coi due ginocchi per terra, le braccia aperte, il viso disfatto, dicendo: -
Uccidimi! - O si sarà arrestata sull'uscio, ritta, immobile, pallida, fiera, a
fronte alta, ripetendo cogli occhi limpidi e lucenti - No! no! no! - O infine,
sedendo in disparte e accavallando le gambe, colle sopracciglia aggrottate, col
labbro sdegnoso gli avrà detto: - Sì! Che vuoi? non ti amo più! - Egli rimaneva
pur sempre lo stesso uomo, fulminato dalla scoperta. Trasalendo, ancora ansioso
sotto il fascino di lei; e quegli occhi stralunati come quelli del moribondo
che cerca la luce, hanno forse ancora in quel momento la dolorosa visione della
gioia fuggita per sempre, di tutti quei fantasmi rapidi e vivi che inchiodano
la lingua e fanno cascar le braccia. Quindi l'abbattimento che sembra oblio, le
tacite e scorate rassegnazioni, una parola vaga e senza senso, poi due
individui che, dopo essersi tanto amati, si voltan le spalle silenziosi, si
vedono solo dinanzi alla gente, scambiano qualche parola a tavola, dinanzi ai
domestici, evitando di guardarsi, dimenticano a poco a poco, coi gomiti sulla
tovaglia, fumando un sigaro sul canapè, affacciati al balcone - le abitudini
che vi riprendono, la tirannia degli affari, con le mollezze della vita
domestica, le attrattive dell'intimità, il sorriso della propria creatura, un
parola, una mano incontrata a caso, un gesto molle, un ritorno del passato
esitante, lento, che ha tutte le seduzioni di un primo abbandono. Poscia ancora
tutte le debolezze dell'amore che non siete riescito a soffocare completamente,
tutti i languori del desiderio che vi si inspira, tutte le fiacchezze dei lieti
ricordi che vi disarmano, tutte le tentazioni dell'egoismo che vi si insinuano.
- Ella tornerà ad amarmi. Ella si rammenterà anche lei. Ella ha fatto per me
quello che per nessuno avrebbe fatto. - Un bacio, infine cos'è? - Lo stesso
ragionamento fatto per la lettera, quei ragionamenti biascicati sottovoce, col
viso rosso. - Vi amo! - cos'è? - una parola! - un momento di debolezza, di
vanità, l'esempio delle altre, la vita disoccupata. - Poteva strapparsela dal
cuore così facilmente come poteva fuggirla? Cosa ci avrebbe guadagnato? E se
ella reietta e libera si fosse abbandonata senza ritegno ad altri amori? Ella
cercava l'amore. La colpa era di lui che non aveva saputo darglielo. Cosa era
l'opinione del mondo in confronto di riaver l'Elena? Quando egli l'avesse
scacciata, quando fosse rimasto solo, colla bambina macchiata nella culla,
desolato, senza conforto, senza speranze, senza nemmeno il compenso di vederla
restare con lui, cosa ci avrebbe guadagnato? Egli l'avrebbe riconquistata colla
generosità, coll'abnegazione, coll'affetto, rendendole lieta e facile
l'esistenza.
Sì, l'amava ancora il
disgraziato! Era geloso al modo dei deboli, senza aver la forza di rompere la
sua catena, colla vaga speranza che non osava confessare a se stesso di
riconquistare il suo affetto a furia di generosità, di devozione, di
rassegnazione persino! - Sì, una viltà! Ma non è la peggiore delle disgrazie
esser vile? Se cercate bene, in ogni marito offeso che si vendica, allorché non
vendica soltanto il sentimento sociale, c'è un residuo d'amore, il bisogno di
rialzarsi agli occhi stessi della traditrice, il rimpianto dei giorni lieti dovuti
a lei, delle sue attrattive rubategli.
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