Marianna, son convinta che a noi, poveri cuori deboli e timidi, tutto
cotesto tumulto del mondo, tutte coteste sensazioni potenti, tutti cotesti
piaceri facciano un male immenso. Siamo degli umili fiorellini avvezzi alla
dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.
Ti rammenti come io ti scrivessi di essere allegra, felice, due mesi or
sono? Come ogni nuova emozione fosse un tesoro pel mio cuore avido di
contentezza? Come ringraziassi il mio buon Dio di tutte quelle sensazioni
piacevoli a cui si schiudeva l'anima mia benedicendolo?... È vero, Marianna!
Purtroppo è vero quello che ci dicevano sempre le monache, e che il Padre
Anselmo ripeteva dal pulpito; le vere gioie tranquille, serene, durevoli, son
quelle del chiostro. Io non saprei spiegartene la ragione, ma quelle del mondo
non son sempre le stesse. Io l'ho provato... io che mi trovo così cangiata!
Tutto mi stanca, mi pesa, mi dà noia... tutto mi è argomento d'inquietudine, di
turbamento... ed anche di sgomento... Lo stesso non saper trovare una ragione
agli impeti improvvisi di allegria folle e quasi delirante, ed alle repentine
tristezze che mi assalgono, mi spaventa. Mi sento infelice in mezzo a tutti
cotesti doni del Creatore che benedissi altra volta...
Vorrei ritornare fra quelle buone pareti del convento. Vorrei
inginocchiarmi in quel coro; vorrei abbracciare i piedi di quel crocifisso;
vorrei baciarti, e nasconderti il viso in seno, e sfogarmi delle lagrime che mi
si aggruppano in cuore.
Non mi deridere, Marianna; compiangimi, piuttosto; compiangimi, ché son
molto triste, e non so spiegarmi la mia tristezza, e non so trovarne la causa,
e sono forse cattiva e ingrata verso il buon Dio che mi ha colmata di tante
benedizioni, ingrata verso il mio caro babbo che si sforza di dissipare la mia
tristezza con mille carezze, ingrata verso la mia famiglia, verso i miei
amici...
Non posso più scriverti. Vorrei piangere. Ho passato quasi tutta la notte
alla finestra, fissando gli occhi nel buio profondo che mi sembrava pieno di
larve, ascoltando l'uggiolare lontano dei cani, il ronzìo degli insetti notturni...
e non ho avuto paura!...
Se potessi abbracciarti!... se potessi piangere!... Scrivimi almeno tu!...
Scrivimi! Non ti dico altro.
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