Dio sia lodato! la prova è subìta. Mi è parso di morire... ma è passata...
ora è tutto finito...
Mi avevano fatto prevenire, come anche tutte le monache nostre parenti, la
madre abbadessa, e la direttrice delle novizie. Noi aspettavamo nella sala
grande che precede il parlatorio; ero seduta fra l'abbadessa e la madre
direttrice. Sono arrivati puntualmente all'ora stabilita. Ho udito la carrozza
che si fermava alla porta, i loro passi che salivano le scale e si avvicinavano
alla grata... Mi son levata barcollante... non ci vedevo... Ho sentito la
campana che mi chiamava... La direttrice aprì la cortina; mi aggrappai alla
tenda; mi lasciai cadere sulla panca di legno; vidi in confuso quella inferrata
affollata di visi... ma non mi avranno veduta; qui faceva buio. Essi parlavano.
Dopo un po' di tempo ho potuto udire anch'io. Parlava mia matrigna... anche il
babbo... Giuditta non diceva nulla... e neanche lui... Mia sorella aveva
una veste e un cappellino color di rosa, sembrava felice. Lui le stava
accanto; aveva il suo cappello fra le mani e lo lisciava coi guanti... Non
piangevo... mi pareva di sognare... ero sorpresa come non soffrissi dippiù...
poi si alzarono... Il babbo mi disse addio, la mamma mi sorrise, Giuditta mi ha
mandato un bacio, Gigi mi chiese dei dolci... egli s'inchinò. Lo vidi
allontanarsi... Egli era al fianco di Giuditta: sulla soglia le diede il
braccio... Indi la porta si rinchiuse, i passi si allontanarono... poi non si
udirono più. La carrozza partì... rimasi al silenzio. Più nulla!... Nulla!...
Son sola!...
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