Marianna! domando perdono a te, domando perdono a tutti quelli cui ho
potuto recare scandalo coi miei peccati, come ho domandato perdono al Dio
misericordioso. Che avrai pensato di me? di questa abbietta peccatrice che
logora la vita ai piedi della Croce per cancellare col pianto e la preghiera le
sue colpe?
Abbiamo fatto un corso estraordinario di esercizi spirituali; venne
chiamato un rinomatissimo predicatore; Dio ha tuonato per la sua bocca in mezzo
alle semitenebre della chiesa di cui le finestre sono velate a nero. Com'è
terribile la parola del Signore! No! sono i miei peccati, è la mia coscienza
turbata, è il mio rimorso che me l'hanno resa spaventevole; poiché il cuore mi
dice che la parola del buon Dio non può suonare che amore e misericordia senza
limiti.
Quale impressione mi hanno lasciato quelle prediche! è sgomento, è terrore,
direi... Dio mi è apparso terribile; ho visto la collera celeste fulminare
dall'alto dell'altare; ho sentito il ringhio dei demonî perduto sotto la
cupola, ed ho visto disegnarsi le nere ali di pipistrello nelle ombre delle
arcate. Dio ha parlato dell'inferno, di dannati... e mi è sembrato tutta la
notte di udire lamenti di torturati, ululi dell'altro mondo... ed ho avuto
paura... paura di me, paura del peccato.
Ora mi sento tutta sconvolta... il mio cuore tenta invano asilarsi nel
pensiero della misericordia celeste... il mio peccato è mostruoso; potrò mai
essere perdonata? Quel predicatore parlò in termini vaghi; enumerò tutte le
colpe; ma fra i peccati più enormi su cui fulminava la vendetta celeste non osò
neanche supporre il mio!... la sua mente sarà rifuggita dall'enormità di
esso!...
Che sono diventata io dunque, buon Dio?... non avrò forse neanche il
diritto d'invocarvi!... Perduta nella colpa... dannata alla vostra collera,
posso ancora ascoltare la vostra parola? posso ancora prostrarmi ai vostri
piedi fra codeste vergini che sono le vostre elette?
Marianna mia, è spaventoso! abbandonata anche dal Signore! Eppure delle
volte la tentazione mi dice che io sono innocente: che non c'è colpa nel mio
peccato, che Dio potrebbe perdonarmi... Perché sono perduta? che ho fatto
io?...
È il demonio che mi suggerisce codesti dubbi; il demonio che mi possiede!
Mi considero come una maledetta; ho paura e ribrezzo di me stessa; sono
piena di rimorsi, di terrori; eppure amo ancora il mio Dio, e vorrei potere
sfogare ai piedi del crocifisso l'immensurabile angoscia dell'anima mia.
Non lo posso, non lo posso... sono maledetta!...
La notte!... se sapessi che notti! il lume che si spegne, l'ombra che
vacilla, i mobili che crepitano, il silenzio che è pieno di sibili e di rumori
indistinti, hanno misteri di sepolcri, ringhio di demoni, ululi di dannati,
fruscìo di ali maledette; questo corridoio vasto, muto, oscuro, i morti che
dormono sotto i nostri piedi, quella chiesa, quelle lampade, quelle pitture,
tutto è funereo; si vedono sulle pareti disegnarsi figure mostruose; sul
capezzale, ai piedi del crocifisso sta quel teschio informe, si ha paura
dell'aria che si respira, del silenzio che ci nasconde sinistri rumori, dello
spazio che ne circonda, delle coltri che ci pesano sul corpo... non oso gridare
perché temerei di svegliare echi spaventevoli; di sentirmi posar sulle carni
mille formi orribili; il sonno è pieno d'incubi, affannoso; mi sveglio spesso
con un grido, coperta di sudore angoscioso e di lagrime. Perché fu spaventosa
quella predica? perché è terribile la parola di Dio?...
Oh, Signore! Pietà anche della maledetta!... pietà anche della dannata!...
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