CONTESSA. Da bravo, cavaliere! Siete in vena di
famigliarità oggi!
FALCONI. Cara contessa, facevo l'onore qui a Tonio
di dargli una lezione…
CONTESSA. Che? avrebbe osato?…
FALCONI. Ahimé! tutt'al contrario!… Non osa!
CONTESSA (in aria lievemente ironica). Ad ogni modo
vi ringrazio della lezione per quel povero domestico.
FALCONI (con galanteria). Non monta! Me ne date tante, voi!… e non vi ringrazio!…
CONTESSA (c.s.). Procurate di non meritarvele.
FALCONI. Ma al contrario!… Ci tengo!
CONTESSA. In verità non siete difficile!
FALCONI (c.s.). Siete così bella quando andate in
collera che quasi quasi sono arrivato a trovare deliziosi i vostri rabuffi.
CONTESSA. È una strana soddisfazione!
FALCONI. Mi ci avete abituato, che volete!
CONTESSA. E se questo vi basta mi sarà facile
contentarvi.
FALCONI. Ah, madama! Voi siete crudele!…
CONTESSA (c.s.). E voi non dovete esserci avvezzo…
colle altre.
FALCONI. Ma si direbbe che avete preso impegno di
vendicare…
CONTESSA (sorridendo ironica). Le altre?
FALCONI. Fui punito col mio peccato! (con
galanteria). Dal giorno che deposi le armi ai vostri piedi son vittima anch'io!
CONTESSA (c.s.) Badate, cavaliere, che noi
entriamo in pieno dramma a gonfie vele. Vi ho permesso di farmi la corte, ma
non di farmi della poesia.
FALCONI. Non ne farò più, bella contessa, e
comincio dall'approfittare del vostro permesso, prendendone un acconto in buona
prosa (le bacia la mano).
CONTESSA. Questa è prosa da cavaliere errante.
FALCONI. I cavalieri erranti non sono più di moda,
è vero, ma la loro prosa è di tutti i tempi.
CONTESSA. Matto!
FALCONI. Ma a proposito di cavalieri, cara
contessa, ne avete di quelli che perdono le staffe!
CONTESSA. Ne ho anche di quelli che perdono il
giudizio.
FALCONI (con galanteria). Ah, contessa!… chi
potete avere il cuore d'incolparne… voi?!
CONTESSA. Che so io?… Il caso, il caldo, i bagni di
mare, i bei chiari di luna… le corse all'Ardenza… un velo svolazzante… un
guanto perduto… Domandatene alle signore Merelli, forse ne sapranno più di me
(andando ad incontrare la signora Merelli e Lucrezia che vengono dalla
sinistra).
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