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Giovanni Verga
Rose caduche

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  • ATTO PRIMO.
    • Scena III. La signora Merelli, Lucrezia e detti.
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Scena III. La signora Merelli, Lucrezia e detti.

 

SIG.RA MERELLI. Che cosa vuol sapere, mia cara contessa?

CONTESSA. La spiegazione di un indovinello che il cavalier Falconi non ha saputo darmi: che cosa faccia dar di volta a certi cervelli, se una passeggiata romantica con effetto di luna, o un nastro indiscreto che sventoli sulla brezza del mare al di sopra di una tenda dello stabilimento balneare.

SIG.RA MERELLI. Io voto pel nastro.

FALCONI. Per ragion della brezza?

SIG.RA MERELLI. No, per ragion del caldo.

FALCONI (Piano alla contessa). È un motivo da cinquant'anni… con vedovanza.

CONTESSA (c.s.). Stordito!

SIG.RA MERELLI (in aria pretenziosa) Che dice, cattivo soggetto?

FALCONI. Nulla. Facevo delle osservazioni sulla canicola.

CONTESSA. E lei, madamigella?

LUCREZIA. Io sto pel chiaro di luna.

FALCONI. Il sogno di una notte d'està!…

LUCREZIA (vivamente con ingenuità ed accento significativo al Falconi). Sissignore!… Già lei non ci crede!… Non è chic.

FALCONI. Io?… Oh, tutt'altro!

CONTESSA. Sicché a voi, cavaliere! Il nastro o il chiaro di luna?

FALCONI. Né l'uno né l'altro, madama, ma il macao.

SIG.RA MERELLI. Quando si perde o quando si guadagna?

FALCONI. Quando si perde.

CONTESSA. Oibò! La sarebbe una scusa comodissima per non pagare i debiti di giuoco.

FALCONI. Ecco perché molti si dimenticano di pagarli.

CONTESSA. Volete che io vi metta tutti d'accordo? Sì, è il macao, è il chiaro di luna, è il nastro indiscreto. Soltanto avete dimenticato una circostanza importantissima che s'accompagna alla luna, al nastro e alle carte da giuoco.

LUCREZIA. E sarebbe?

CONTESSA. Una bella signora (bisogna poi crederla tale poiché fa girare tutte le teste) che avrò l'onore di presentarvi oggi, e della quale ho fatto la conoscenza or son pochi giorni.

FALCONI (con galanteria). Contessa, io protesto in favore delle belle donne presenti!

SIG.RA MERELLI. Adulatore!

LUCREZIA. Colla mano sulla coscienza?

FALCONI. Con tutt'e due le mani!

CONTESSA. Badate, cavaliere, che prendo nota della vostra dichiarazione!

FALCONI. Volete ch'io la sottoscriva?

CONTESSA. Non vi tagliate le mani, mio caro; la signora Adele Landi venendo qui potrebbe leggere la vostra firma.

FALCONI. Oh! Oh!

SIG.RA MERELLI. La donna del nastro!

LUCREZIA. Il chiaro di luna!

CONTESSA. Ed il macao del cavalier Falconi; o più semplicemente la sirena dell'Ardenza, la celebre artista. Mio Dio! Noi altre povere donne abbiamo questo di buono o di cattivo: tocchiamo subito gli estremi con miracolosa facilità. Che il primo fannullone del bel mondo si dia la pena di farci una riputazione qualunque al Club o al Caffè e fra ventiquattr'ore tutti i fannulloni suoi pari si saranno fatto un debito di saper vivere di pubblicarla ai quattro venti. La signora Landi è stata fortunata, a quel che pare; io ho voluto vedere da vicino codesta meraviglia. Ho afferrato il mostro per le corna e ve lo metto faccia a faccia. (al cavaliere) Chi non saprà difendere il suo cuore dalle unghie di questa leonessa, suo danno!

SIG.RA MERELLI. Ah, un'eroina da palcoscenico! Una di quelle che comprano l'avvenenza al Regno di Flora e l'eleganza dai rivenduglioli d'abiti usati!

CONTESSA. Via, signora, noi non abbiamo il diritto di essere maldicenti poiché non siamo ancora sue amiche.

SIG.RA MERELLI. Eh! non è maldicenza, mia cara. Certi entusiasmi non posso soffrirli… (pavoneggiandosi) Si sa, codesti cerotti e codesti abiti di seconda mano fanno un certo effetto… ma al lume della ribalta!

FALCONI. Potrei assicurarle, madama, che la signora Landi quel certo effetto lo fa anche alla luce del sole.

CONTESSA (ironica). Ah! ecco il cavaliere! Adesso lo riconosco!

LUCREZIA (dispettosa). Sembra ch'ella l'abbia esaminato molto davvicino quella meraviglia… e alla luce del sole!

SIG.RA MERELLI. E che il sole sia stato cocente per scaldare così il suo entusiasmo!

CONTESSA. Povero cavaliere, che vespaio avete stuzzicato!

FALCONI. Non son cavaliere per nulla, belle dame!

SIG.RA MERELLI. Del resto chi la conosce questa elegante, questa incantatrice? Metto pegno che madama Bossi non saprebbe dirci la storia delle sue acconciature, né Marchesini quella dei suoi gioielli di princisbecco.

FALCONI. Niente di meglio! Sarebbe segno che a cotesta storia non c'è l'appendice del conto arretrato!

SIG.RA MERELLI. Le do un consiglio d'amica sincera: procuri di allegarlo meglio il suo spirito, e non ne faccia sciupio per difendere simili avventuriere… Ella è così perfetto cavaliere!…

LUCREZIA. E soprattutto ci lasci tranquille coi suoi entusiasmi da palcoscenico!

CONTESSA (al cavaliere sottovoce e con doppio senso). Il dispetto di quella piccola ape (accennando Lucrezia) mi a pensare… per voi… Badate, mio caro, vi pungerà! (forte) Signore mie, posso assicurare che codesta del cavaliere è una difesa officiosa, di pura forma, e per l'onore del titolo; ma nessuno meglio di lui rende omaggio alla vera bellezza e all'eleganza di buon genere (inchinandosi alla Merelli).

SIG.RA MERELLI (minacciando il Falconi col ventaglio). Ah! quel matto sa scegliere il suo avvocato!

CONTESSA. Ed ora domando indulgenza per la mia invitata… almeno oggi che ho la fortuna di riunire quattro amici qui a Montenero. Passeremo la giornata il meno male che si può. Saremo in otto o nove: la signora Landi, il commendatore Gaudenti, un altro signore che dovrà presentarmi l'avvocato Avellini

SIG.RA MERELLI (con interesse). E il signor Avellini ci sarà anche lui?

CONTESSA. Certamente, il signor Paolo è dei nostri.

SIG.RA MERELLI. Ho piacere.

CONTESSA. Grazie… per lui.

SIG.RA MERELLI. Il signor Avellini è un giovane distinto.

CONTESSA. Distintissimo anzi!

SIG.RA MERELLI. E un giorno o l'altro sarà il luminare del Foro. L'ha detto il Commendatore!

FALCONI. Ah! se l'ha detto lui!

CONTESSA. Tutti gli amici del signor Paolo ne sono convinti del pari.

SIG.RA MERELLI (marcatamente). Io sono certa che renderà felice la donna che sposerà.

CONTESSA. Oh… questo poi sta al signor Avellini a provarlo.

FALCONI. In coscienza io non potrei impegnare la mia parola.

SIG.RA MERELLI (vivamente). Che! Avrebbe qualche motivo per dubitarne, signore?

FALCONI. No, certamente!… Come non ne ho alcuno per affermano!

SIG.RA MERELLI. Quando non l'ha cotesto motivo non c'è ragione di dare l'allarme… e in presenza di certe persone per giunta!

FALCONI. Ma io non do l'allarme, madama… Che diamine! mi pare che non siamo in caso di guerra!… (guardandosi attorno) né in presenza del nemico! (piano alla contessa) Come prende fuoco la vecchia galante! Che voglia sposarlo lei?…

SIG.RA MERELLI. Eh!… potrebbe anche essere!…

LUCREZIA (vivamente). Mamma!

CONTESSA. Ma guardi, signora, che ci mette in tal curiosità!…

FALCONI. Che? Si sentirebbe diggià l'odor della polvere?…

SIG.RA MERELLI (con finto ritegno). Chissà!…

FALCONI. Chissà!… È una parola gravida di rivelazioni matrimoniali chissà! Vogliamo guardarci dentro a rischio di essere indiscreti.

SIG.RA MERELLI. Mio Dio!… Non saprei

FALCONI (inchinandosi con ironica galanteria). Ah! ci sono! Madama, io non posso giurare che l'avvocato Avellini riesca la perla dei mariti, ma garantisco ch'egli è molto fortunato! (Nel passare accanto alla contessa piano, accennando la Merelli) È una fortuna spaventosa!… Povero diavolo!

SIG.RA MERELLI. Lo credo anch'io… Non posso dir nulla ma lo credo anch'io!

FALCONI. Per bacco! Chi ne può dubitare! (ironico).

CONTESSA (con ironia). Bisogna che io mi congratuli col signor Paolo.

SIG.RA MERELLI. Il signor Paolo è un eccellente giovane, ma… non fo per diremodestia a parte, anche la sposa non c'è mica male!… è un boccio di rosa.

FALCONI (con ironica galanteria). Un vero bomboncino!

SIG.RA MERELLI. Grazie!

FALCONI (sottovoce alla contessa). Santi del paradiso! Le prende su con una disinvoltura!…

SIG.RA MERELLI (con falsa e pretenziosa modestia). Il commendatore, ch'è sempre quel caro matto che tutti sapete, ci paragona a due rose sullo stesso cespo

CONTESSA (ironica). Il commendatore è la quintessenza della galanteria.

FALCONI (imbarazzato). Ma come due rose? Non sarà mica una rosa anche lui!… Potrebbe essere uno spino, tutt'al più… Non faccio cattivi auguri, ma potrebbe essere

SIG.RA MERELLI. Ma che lui!… lei invece.

FALCONI (c.s.). Chi lei?

SIG.RA MERELLI. Mio Dio! La sposa!

LUCREZIA (vivamente imbarazzata). Mamma! ti prego!…

FALCONI (c.s.). Non mi raccapezzo più!… Ma non si tratta di lei? (alla Merelli).

SIG.RA MERELLI. Io non ci penso… pel momento… La faccio da buona sorella stavolta.

CONTESSA. Ah, finalmente!

SIG.RA MERELLI. Per carità non mi costringete… non posso dir nulla ancora…

FALCONI. Ma qui… siamo in famiglia

SIG.RA MERELLI. Mi rincresce, mi rincresce davvero… Ma non posso dir nulla… È stato il commendatore che ha combinato l'affare… Mi raccomando!… che la cosa rimanga qui, fra noi… Le convenienze

LUCREZIA. Oh, mamma!…

SIG.RA MERELLI (piano alla contessa, ma in modo di essere udita anche dal cavaliere). Il commendatore dice che sembrano fatti l'uno per l'altra (accennando Lucrezia) Che Dio li benedica!

LUCREZIA (passando accanto al Falconi, sottovoce). Devo parlarvi… da solo.

FALCONI. Ah! ci sono! Ci sono anch'io!… Madamigella, a rischio di essere accusato d'indiscrezione voglio essere il primo a farle le mie congratulazioni e i miei auguri… pel suo sposo. (mentre s'inchina, sottovoce) Capisco. Verrò.

CONTESSA (ironica). Ah, davvero! Il signor Avellini è un eccellente partito! (essendosi avvista del parlare sottovoce del Falconi con Lucrezia) Che ne dite, cavaliere?

FALCONI. Proprio magnifico! E giacché è avvocato non sarà un marito seccatore, di quelli che si cuciono alla gonnella della moglie.

SIG.RA MERELLI. Ma per adesso mi raccomando… ché la cosa è ancora così… Non avrei aperto bocca con anima viva… e il commendatore… Ma a proposito del commendatore dov'è che non si vede?

FALCONI. Ah, bisogna che gli si faccia metter giudizio a quello scapato! (ironico) Fa ancora delle pazzie, alla sua età!

SIG.IA MERELLI. Oh! La sua età!… Non è poi un vecchio!

FALCONI. No, non dico questo… Ha un'età ragionevole!… Soltanto non è ragionevole riguardo alle leggi dell'equilibrio; egli le sfida imprudentemente!

SIG.RA MERELLI. Ma io non capisco, cavaliere!

CONTESSA. Non è nulla. Non può dirsi nemmeno una caduta da cavallo.

SIG.RA MERELLI. Mio Dio! una caduta!… Forse ferito!…

CONTESSA. Si rassicuri; sarà qui a momenti. L'ho lasciato nel salotto che scacciava la paura avuta con una bottiglia di rosolio.

FALCONI. Quel caro commendatore ha di comune con i ragazzi la passione per gli sciroppi… e se c'è qualche ferito sarà quella povera Isolina che avrà la schiena rovinata. Il commendatore dovrebbe adottare la sella all'americana… per compassione di quelle povere bestie. se non altro.

 

 




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