TONIO. È giunto l'avvocato Avellini in compagnia
di un altro signore.
CONTESSA. Ah! sarà quel giovanotto di cui mi si è tanto
parlato, e che il nostro Paolo mi deve presentare. (a Tonio) Pregate quei
signori di venirci a raggiungere qui. (Tonio via). È un signor Giliotti; lo
conoscete forse, cavaliere?
FALCONI. No. Non è stato presentato al Club.
CONTESSA. Infatti sarebbe stato difficile… È un
poeta.
FALCONI. Un poeta! Ma avrete tutti i sette peccati
mortali alla vostra tavola!
GAUDENTI. Bravo! Grazioso!
CONTESSA. Quando sarebbe bastata la sola gola, non è
così? Del resto rassicuratevi, è un poeta che porta il cappello a cilindro e si
fa pettinare all'inglese.
LUCREZIA. Un poeta! Che gusto! Mi farò mettere in
versi il proverbio che il cavaliere Falconi scrisse sul mio album.
CONTESSA (con lieve tinta d'ironia). Un proverbio
del cavaliere!… Deve essere un proverbio galante di prima forza!
GAUDENTI. Infatti ci voleva qualche cosa di
spiritoso… di galante…
LUCREZIA. Peccato che sia stato scritto in un
accesso di galanteria nera!… (ironica) Un bel proverbio del resto… ed anche
gentile!… «Le rose cascano e le spine rimangono…». Il cavaliere non ha voluto
dirmi se ci sieno poi delle rose che durano più delle spine.
FALCONI (con galanteria). Sì, quelle che
somigliano a lei!
LUCREZIA (inchinandosi con sussiego ironico). Ooh!
GAUDENTI. Bravo! Ben detto!
SIG.RA MERELLI. Ne domanderemo a cotesto signor poeta.
CONTESSA. Son veramente curiosa di conoscerlo… Me
l'hanno dipinto come una specie di originale. È un poeta che ha finito per
diventare uno spirito forte passando per tutte le possibili stravaganze.
GAUDENTI Ci son degli originali originali, e degli
originali che sono brutte copie.
FALCONI. Sarà la brutta copia di lord Byron col
mantello di Mefistofile.
CONTESSA. Badate, cavaliere! Che la lingua dei
poeti è pericolosa… quanto la vostra spada.
FALCONI (inchinandosi con galanteria in aria
spavalda). Se fossimo ai tempi dei cavalieri erranti vi risponderei: Gliela
reciderò, bella dama, per deporla ai vostri piedi.
CONTESSA. Oibò! Si dice che per noi donne… una sia
anche troppa!
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