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Giovanni Verga
Rose caduche

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  • ATTO PRIMO.
    • Scena VIII. La contessa e Paolo.
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Scena VIII. La contessa e Paolo.

 

CONTESSA (sfogliando un libro). Ah!. siete ancora qui, signore?

PAOLO. Vi rincresce?

CONTESSA. No… (ironica) Ma davvero che per un promesso sposo voi siete originale!

PAOLO. Contessa

CONTESSA (sempre con sfumatura d'aria ironica). Vi confesso che se il mio fidanzato mi trattasse colla vostra indifferenza io non vorrei saperne mai più!… Ho dovuto pregare quel signore di accompagnare la Lucrezia!…

PAOLO. Codesti frizzi mi dicono che la Signora Merelli ha chiacchierato.

CONTESSA (c.s.). In famiglia però… qui, fra di noi…

PAOLO. Tanto meglio. Ciò mi risparmia molti imbarazzi per intavolare un colloquio decisivo… forse ultimo

CONTESSA (c.s.). Mio Dio, signore! Il nostro prende una certa aria di solennità che quasi mi fa paura!

PAOLO. Contessa, vi prego di ascoltarmi seriamente… per la prima volta almeno!

CONTESSA (c.s.). Ma io ascolto, signore.

PAOLO. Sì, e vero… Ho molto sofferto… Ho pensato che bisognava far qualche cosa per strapparmi da quell'inferno!…

CONTESSA (c.s.). Prendendo moglie?

PAOLO. Sì…

CONTESSA (c.s.). Tanto meglio!

PAOLO. Ah!… signora!…

CONTESSA Tanto peggio allora! Che volete che io vi dica?

PAOLO. Ditemi pazzoditemi vile, che vi ho amato sino a non vedere che non avete né cuore, né…

CONTESSA (dignitosa). Non potete dire però che io non abbia della bontà… molta bontà… per ascoltarvi come faccio.

PAOLO. Oh, perdonatemi, perdonatemi!… È quel povero cuore che delira!

CONTESSA. Parliamogli del vostro matrimonio!…

PAOLO. Del mio matrimonio!… In quel pasticcio che il commendatore Gaudenti ha manipolato d'accordo colla Merelli io non ci ho avuto altra parte che quella della collera, del dispetto e della gelosia!

CONTESSA (c.s.). Ecco una felicità domestica che non ha basi molto ridenti!

PAOLO. È vero!… e spesso mi sono domandato se non è una viltà… se non è una colpa… quella di far vittima delle mie passioni una giovanetta… che stimo, che è degna di essere stimata!… perché quando diedi il mio assenso a cotesto matrimonio io non avevo testa… avevo perduto la mia ragione… avevo addosso tutte le febbri, tutte le furie… Voi mi avevate spezzato il cuore, a me innamorato, cieco, pazzo di voi!… Cercai del commendatore e dissi di sì!

CONTESSA (c.s.). Faceste malissimo. Avreste dovuto prendere un bagno e andare a letto.

PAOLO (con amaro sarcasmo). Ohimè, contessa! non era soltanto una questione di nervi!

CONTESSA. Mio Dio! non esageriamo. Il cuore lasciamolo . Gli fate cambiar di padrone con tanta disinvoltura!

PAOLO (c.s.). Che volete, era stanco di essere accarezzato colle unghie!

CONTESSA. No; no, mio caro, ché io vi stimo troppo, malgrado le vostre eccentricità… e mi pare anche di avervelo provato.

PAOLO (c.s.) Alla vostra manierastrascinandomi fra la turba dei vostri adoratori!

CONTESSA. Non potete dire di essere stato in cattiva compagnia.

PAOLO (c.s.). Oh, tutt'altro!… Il fiore della buona società!… Ma io sono un zotico! Preferivo di esser solo!

CONTESSA. Avete torto a lagnarvi se siete stato il preferito… e vi rendo codesta giustizia che voi meritate la preferenza. Tutt'altri al vostro posto me ne sarebbe stato gratissimo; voi me ne ringraziate con un'esagerazione d'egoismoConfessate che sarebbe stato molto più semplice mettermi alla gola il coltello del matrimonio

PAOLO (c.s.). Oh, contessa!… Io non avrei osato!…

CONTESSA (con grazia ma ironica). Non avreste avuto che un torto e un difetto: siete avvocato, e non appartenete al Jockey-Club… A voi si può dirlo, ché siete un uomo di spirito… Ma per un uomo di spirito non avete fatto troppo onore alla vostra riputazione. Se il domani di una cattiva accoglienza tutti gli innamorati dovessero prender moglie!… Voi vi ammogliate per dispetto, e prendete la peggiore delle risoluzioni. Credetemi, il dispetto è cattivo consigliere.

PAOLO. Sarà forse il solo caso che avrà consigliato il meglio.

CONTESSA (con ironica freddezza). Ammogliatevi allora.

PAOLO. Sì, ho la pazzia di credere ancora al cuore, e voglio farne l'esperimento.

CONTESSA (c.s.). Badate però, che tali esperimenti sono pericolosi! Ma il matrimonio è un rimedio eroico; forse vi guarirà.

PAOLO. Guarirò, contessa!

 

 




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