CONTESSA (vedendo che il Falconi, preso
il cappello che il commendatore aveva lasciato sul tavolo, cerca di
andarsene). Ah! ah! ah! Dove
andate? Così presto! Tutte quelle dame vi terranno il broncio per una
settimana, e per vendicarsene… (osservando in aria ironica il cappello del
commendatore che il Falconi ha fra le mani) metteranno in caricatura il vostro
cappello di una forma assai singolare per un fashionable vostro
pari.
FALCONI (piano e supplichevole). Ebbene!… Giacché
non volete ascoltarmi… Giacché non volete permettermi che mi giustifichi…
Partirò, sì… Vi leverò l'incomodo… Ma accordatemi cinque soli minuti… forse
anche per l'ultima volta…
CONTESSA. Voi sapete che ricevo tutti i giovedì.
Venite giovedì.
FALCONI. Servitore umilissimo, contessa mia (per
partire).
CONTESSA. Volete andarvene ad ogni costo?…
Decisamente bisogna che io vi accusi alla padrona di casa…. (sorridendo
ironica), o ricorra al Commendatore Gaudenti per farmi spiegare l'ostinazione
che mettete a voler scambiare il suo cappello col vostro… e sì che ci corre!…
Ma via! Lasciate quel povero tubo del Commendatore. (Falconi mal dissimulando
l'interna stizza va a deporre sul tavolino il cappello). Povero cavaliere!… In
parola d'onore che mi fate proprio pena in questo momento. Dovete trovarvi come
tra l'incudine e il martello… Mi fate l'effetto di quelle maschere che ridono
d'un occhio mentre piangono dell'altro…
FALCONI (stizzito e a mezza voce). Contessa, io
rido di tutt'e due gli occhi!… e se cercate qualcheduno che debba piangere
volgetevi dall'altra parte. (via dalla sinistra).
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