ADELE. Che c'è? Un altro duello! Ma, cavaliere,
ella diventerà il Don Chisciotte dei bagni! Signori, voi conoscete l'avversione
che ho per gli spettri rossi o bianchi… (con grazia), i voi siete troppo
galanti per far paura ad una donna!
SIG.RA MERELLI. Mia cara Lucrezia, il Commendatore casca
dal sonno e vuole andarsene ad ogni costo. (ad Adele) Mi rincresce, madama, di
dovere abbandonare così presto la sua bella festa.
ADELE. Le sarò sempre grata di esserci venuta!
GAUDENTI. Oh! Non è propriamente che io abbia sonno…
Ma alcuni lavori urgentissimi… Non son padrone del mio tempo!…
SIG.RA MERELLI. È verissimo! Sa bene… quella nomina di
senatore che ci minaccia!… Tanti lavori… tanti fastidi… tante seccature!
ADELE. Le son proprio tenuta del sagrificio che
me ne ha fatto… Ma si rammenti sarò più gelosa delle sue occupazioni (con
grazia).
GAUDENTI. Madama!… Mi confonde!… Proprio!…
SIG.RA MERELLI. Eh, chissà!… Non potrei prometterglielo…
veramente… Se ci fermeremo ancora qui… Ma non si può dire quello che avverrà da
qui ad una settimana… Il commendatore dovrà forse andare a Firenze… a trovare
dei Ministri… dei Senatori… che so io?… (piano alla contessa e ad Adele) E
adesso che ho quasi collocata la mia bambina… Ci saranno altre novità forse… Si
partirà in due coppie… per un viaggio di luna di miele (prendendo il braccio
del commendatore).
LUCREZIA (vedendo che il cavaliere
imbarazzatissimo per non sapere che fare è per svignarsela col cappello in mano).
Che fate, cavaliere? (ironica) Rimanete, ve ne prego. Non sono egoista, e non
vorrei mettere il lutto nella festa!… Non siate in collera con me. Avete avuto
torto… (sottovoce e con grazia prendendo il braccio di Avellini). Ma io vi
dovrò forse la mia felicità.
(Escono dal fondo la Sig.ra
Merelli al braccio del commendatore e Lucrezia con Paolo).
|